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I programmi elettorali 2009
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bdoriano
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MessaggioInviato: 04 Giu 2009 08:43    Oggetto: I programmi elettorali 2009 Rispondi citando

Visto che ancora nessuno l'ha fatto... (e mancano 2 giorni alle elezioni), ecco a voi i programmi elettorali messi a disposizione dei vari comitati d'affari... ehm, no, partiti politici... Sbonk


I testi dei programmi sono stati tratti da Programmi elettorali europee 2009


L'ultima modifica di bdoriano il 04 Giu 2009 14:00, modificato 3 volte
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MessaggioInviato: 04 Giu 2009 08:44    Oggetto: Rispondi citando

Il Popolo delle Libertà:
Citazione:
Protagonisti in Europa e nel Mondo

PROTAGONISTI IN EUROPA E NEL MONDO

Subalterni in Europa, ondivaghi nella politica in Medio Oriente, incerti nei confronti delle minacce del terrorismo internazionale, nei rapporti con gli Stati Uniti e con la Nato, titubanti nel mantenere gli impegni presi. Due anni di governo delle sinistre avevano portato il prestigio italiano ai minimi storici. L?immagine dell?Italia nelle tv di tutto il mondo era quella di Napoli sommersa dai rifiuti, con un governo impotente a risolvere quella emergenza. In pochi mesi l?Italia ha riconquistato in Europa il ruolo che le spetta come Paese fondatore dell?Unione Europea, ha rinsaldato il legame con gli Stati Uniti, ha dispiegato le ottime relazioni del presidente Berlusconi per mediare nella crisi in Georgia dell?agosto 2008 e sta svolgendo un ruolo riconosciuto e autorevole per giungere a una pace duratura tra Israele e Palestinesi.

Nel corso del 2009, la presidenza italiana del G8, la terza di Silvio Berlusconi, darà modo al nostro Paese di consolidare il proprio ritrovato prestigio, con particolare riguardo all?azione per ricreare tra Stati Uniti e Federazione Russa lo stesso clima di dialogo e di amicizia che era sfociato nel vertice di Pratica di Mare del 2003, che pose definitivamente fine alla Guerra Fredda. Una buona intesa tra Usa e Federazione Russa è la premessa essenziale della pace nel mondo

CRISI RUSSIA-GEORGIA LA MEDIAZIONE ITALIANA

?Mai avremmo ottenuto un accordo tra georgiani e russi se Berlusconi non avesse fatto valere i suoi antichi legami di amicizia e fiducia con Vladimir Putin ? Nicholas Sarkozy, 24 febbraio 2009

Nei giorni più difficili della crisi il presidente Berlusconi ha messo in campo i suoi buoni rapporti con Vladimir Putin per fermare la guerra
in Georgia e impedire lo scontro in campo aperto tra i due eserciti. Successivamente, il premier si è adoperato per fare in modo di giungere a una soluzione equilibrata della questione, assicurando il forte contributo dell?Italia all?azione condotta da Nicholas Sarkozy, presidente di turno dell?Unione Europea. Il Consiglio europeo straordinario tenutosi il primo settembre a Bruxelles, ha fatto propria la linea del ?buon senso? fortemente auspicata dall?Italia. Da un lato l?Europa ha stigmatizzato il comportamento russo nel Caucaso e ha confermato la richiesta alla Russia di completare il ritiro delle sue truppe dalle zone occupate come condizione per negoziare accordi commerciali con Mosca; dall?altro lato non si sono imposte sanzioni e non si è interrotto il dialogo con la Russia, partner strategico irrinunciabile per la stabilità del mondo. L?Europa non può permettersi di considerare quello di Mosca un governo ostile, perchè senza la Russia non è possibile affrontare le delicatissime situazioni in Iran, Afghanistan e nel Medio Oriente. Se la crisi in Georgia non fosse stata risolta positivamente e si fosse ripiombati in un clima da nuova guerra fredda, sarebbe stata una catastrofe.

MISSIONI ITALIANE DI PACE.

Il governo è consapevole dei doveri propri di una grande democrazia e sa che l'Italia è cresciuta in prestigio ed autorevolezza grazie all'assunzione di responsabilità ed alla partecipazione allo sforzo collettivo per la pace e la stabilità nel mondo. Da anni i nostri militari sono impegnati in molti Paesi in missioni di pace e di contrasto al terrorismo internazionale. Essi sono apprezzati, ascoltati e richiesti, per le loro capacità e per i risultati ottenuti sul campo. In tutti i contesti in cui sono impiegati, le donne e gli uomini dei nostri contingenti si fanno apprezzare per il loro coraggio, la loro preparazione, la loro umanità, la loro capacità di entrare in relazione con le popolazioni civili che sono chiamati a proteggere. A tutti loro e in particolare a quanti sono caduti nell'adempimento del loro servizio alla patria e alla sicurezza del mondo va la stima, la solidarietà e l'affetto del governo e di tutti gli italiani di buon senso, i quali capiscono che oggi la sicurezza del nostro Paese e la possibilità di costruire pace e sviluppo duraturi nel mondo, passano anche attraverso la presenza militare nelle aree più "calde" del pianeta.

IL TRATTATO CON LA LIBIA.

Il trattato di amicizia e di cooperazione con la Libia è frutto di molti anni di attività diplomatica e ha un grande interesse strategico nazionale e internazionale. Il trattato chiude la questione del riconoscimento dei danni morali e materiali per il tempo in cui la Libia è stata una colonia italiana (1911-1945). L?Italia è il primo Paese che nel rapporto con una ex-colonia riconosce le proprie responsabilità con atti concreti.
In quest?ottica va visto l?impegno di costruire infrastrutture per il popolo libico e di sminare alcune aree del deserto, dove ancora vi sono campi di mine italiane. In totale l?Italia verserà cinque miliardi di dollari di risarcimento in venti anni. Questi denari serviranno per costruire infrastrutture, che saranno realizzate da imprese italiane. I fondi saranno gestiti dalla parte italiana mentre la Libia renderà disponibili i terreni, senza oneri per le aziende costruttrici. L?opera infrastrutturale più grande, del valore di tre miliardi di dollari sarà la strada litoranea che unirà la Tunisia all?Egitto. Inoltre l?Italia si impegna ad assegnare borse di studio universitarie e post-universitarie a 100 studenti libici; a realizzare un programma di cure presso istituti italiani a favore di alcune vittime dello scoppio di mine in Libia; a restituire alla Libia di manoscritti e di reperti archeologici trasferiti in Italia in epoca coloniale. All?inizio degli anni Novanta la Libia era un Paese isolato nella comunità internazionale, colpito da sanzioni ONU e considerato un pericolo per la sicurezza e la stabilità nel Mediterraneo.

Il trattato continua l?opera di inserimento della Libia in un sistema di relazioni utili alla sicurezza del Mediterraneo e del mondo. Il trattato pone rimedio alle ingiustizie patite dai nostri connazionali. La Libia si impegna ad abrogare tutti i provvedimenti che impongono vincoli o limiti alle imprese italiane operanti in Libia; a concedere visti di ingresso ai cittadini italiani espulsi nel 1970; a sciogliere l?Azienda libico-italiana, che finora si è rivelata un ostacolo allo sviluppo della presenza economica italiana in Libia. Inoltre vengono per la prima volta risarciti i danni subiti dai nostri connazionali, con uno stanziamento di 150 milioni di euro in tre anni. Il governo italiano ha ottenuto dal governo libico la ristrutturazione del cimitero civile di Tripoli, abbandonato dopo il 1970, e lasciato in una situazione che offendeva la dignità dei nostri concittadini. La lotta all?immigrazione clandestina è uno dei pilastri di questo accordo: prevede di attuare pattugliamenti congiunti all?interno delle acque territoriali libiche e di aiutare la Libia a proteggere meglio la sua frontiera Sud nel deserto.

La Libia ha quasi 2.000 chilometri di frontiera nel mezzo del deserto, da dove i moderni schiavisti fanno passare i clandestini provenienti dai Paesi dell?Africa subsahariana: questo confine sarà monitorato con un sistema satellitare italiano. La costruzione del sistema di monitoraggio satellitare con i confini libici è un accordo che la Libia ha stretto non soltanto con l?Italia ma anche con l?Unione Europea. Per questo il 50% del costo del sistema di controllo dei confini libici, è finanziato dall?Unione europea. Nelle prossime settimane partirà il controllo via mare, con pattuglie guardacoste in comune, per impedire la partenza delle barche dei clandestini verso le nostre coste. Questo coordinamento è esattamente la ripetizione di accordi bilaterali che l?Italia ha in essere con la Tunisia, con l?Egitto (controllo del Canale di Suez) e con il Marocco.

NOMINA RASMUSSEN SEGRETARIO GENERALE NATO

Grazie ai buoni rapporti creati in questi anni, in questo caso soprattutto con la Turchia, e grazie alla ottima considerazione internazionale conquistata con il buon governo, Silvio Berlusconi ha anche avuto un ruolo decisivo nella nomina di Anders Fogh Rasmussen a segretario generale della Nato. Nella conferenza stampa finale del vertice Ue-Usa, il premier ha spiegato: "Tutti oggi mi sono stati grati e mi hanno ringraziato per il lavoro fatto con Erdogan. Senza il nostro intervento - ha sottolineato - non ci sarebbe stata la possibilità di arrivare alla nomina del nuovo segretario generale, e questo sarebbe stato un fatto gravissimo".Infatti il premier italiano ha avuto una lunga conversazione con Erdogan durante la fase negoziale per la nomina del nuovo segretario. La Turchia era l'unico Paese della Nato che si opponeva all'elezione di Rasmussen.

[14 marzo 2009]
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MessaggioInviato: 04 Giu 2009 08:50    Oggetto: Rispondi citando

Partito Democratico

Tratto da qui
Citazione:
1. Rilanciare la crescita e l?integrazione interna

Quello di cui ha bisogno l?Europa è l? avvio di una politica europea di investimenti
per lo sviluppo e di un più forte coordinamento delle politiche economiche e delle
misure di stimolo all?economia.

Le vie da percorrere sono le seguenti:

* l?adozione da parte della Commissione di un documento di programmazione economica e finanziaria;
* la modifica del Patto di stabilità e di crescita per scorporare dal calcolo del deficit le spese per investimenti in infrastrutture e attività di ricerca (certificati nella loro rilevanza europea dalla Banca Europea degli Investimenti);
* la revisione e un adeguamento del bilancio comunitario alle sfide che l?Unione deve affrontare: un bilancio che renda possibili investimenti da concentrare nel campo della ricerca, della formazione superiore, dell?innovazione tecnologica;
* la emissione di titoli del debito pubblico europeo per finanziare grandi investimenti a favore della crescita. L?obiettivo è consentire ai paesi europei ad un tempo il rafforzamento delle infrastrutture materiali e immateriali e l?innalzamento dei livelli di ricerca scientifica e tecnologica in accordo con il perseguimento della Strategia di Lisbona;
* un forte sistema di regolazione e supervisione finanziaria e bancaria, integrato con la Bce e con gli Enti nazionali, per esercitare un efficace controllo ai vari livelli incluso quello sugli attori finanziari che operano su scala continentale;
* limiti sulle retribuzioni e sui bonus dei dirigenti in modo che i loro compensi non prescindano dai risultati e nuove regole per prevenire conflitti d?interesse.


2. Nuove politiche redistributive

* Mettere a regime e rafforzare il Fondo costituito per sostenere i lavoratori e le imprese colpite dalla concorrenza internazionale: è necessario un finanziamento adeguato se si vuole che il Fondo dia un sostegno effettivo e non si riduca ad interventi simbolici.
* Adottare ammortizzatori sociali universali, del reddito minimo e dei sostegni ai bassi salari. Si tratta di misure di grande attualità e che danno un senso concreto all?Europa sociale.
* Promuovere politiche comuni per la buona occupazione, specie dei gruppi più deboli sul mercato del lavoro, riducendo le diseguaglianze sociali nei paesi dell?Unione.

3. Un?Europa protagonista della ?green economy?

La Comunità europea era nata anche per l?energia, quella spinta iniziale va rinnovata.
Per l?Italia si tratta di recuperare un ritardo accumulato negli anni di governo del centrodestra, che aveva nell?amministrazione Bush l?unico partner occidentale affine in atteggiamenti scettici e persino negazionisti.

La sfida dell?ambiente si incrocia poi in particolare in Italia con quella dell?innovazione
e della qualità, fondamentali per la competitività della nostra economia e vede nella
vitalità delle nostre imprese un?importante strumento.

4. Un?Europa più vicina alle nuove generazioni

Istruzione, innovazione, mobilità sono alla base di una cittadinanza europea attiva. Questo comporta maggiori sostegni per quelle azioni e quei programmi come Erasmus che contribuiscono a creare una cittadinanza europea autentica e vissuta. Erasmus deve diventare obbligatorio in tutte le università.
La mobilità va estesa oltre l?università, sviluppando programmi Erasmus dei funzionari, degli imprenditori, degli insegnanti. Va inoltre promossa nei paesi membri ?una educazione civica europea?
perché si impari da piccoli a vivere e riconoscersi come cittadini europei. Importante sarebbe lanciare un programma per un Servizio civile europeo.

5. Un uguaglianza di genere

Aspetto essenziale del programma europeo dei democratici è l?impegno per realizzare l?uguaglianza di genere in Italia e in Europa. Le donne in media guadagnano ancora il 15% in meno degli uomini a parità di lavoro ed è molto più frequente che siano disoccupate, emarginate dal mercato del lavoro per mancanza di posti di lavoro adeguati, o siano impegnate in lavori sottopagati o di basso livello o a tempo parziale.

Proponiamo di creare una Carta europea dei diritti delle donne in tutta l?Unione Europea e per promuovere meccanismi che garantiscano l?uguaglianza di genere in tutti gli aspetti della vita sociale, economica e politica.

6. Contribuire alla definizione di nuove regole della finanza internazionale

Una efficace regolazione pubblica è necessaria per il buon andamento dei mercati finanziari. Quindi nuove regole per:

* rinsaldare la coerenza della sua azione esterna unificando la rappresentanza delle sue posizioni nelle istituzioni globali, dalle Nazioni Unite, al G8, alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale, fino ad arrivare ad avere una voce unica in molte di queste istituzioni. ndispensabile, in ogni caso, è unificare la rappresentanza internazionale della zona euro;
* promuovere la ripresa e la conclusione positiva del negoziato multilaterale sul commercio. L?Europa ricaverebbe solo svantaggi da un indebolimento dell?Organizzazione mondiale del commercio e delle sue regole multilaterali.

7. Tutelare il nostro tessuto agricolo

Occorre incrementare il protagonismo internazionale della nostra offerta alimentare. Obiettivo primario è continuare nella valorizzazione del nostro patrimonio di qualità, tradizioni e legami con il territorio. Il Partito democratico è impegnato nella ricerca di soluzioni che preservino e accrescano un patrimonio economico, sociale e ambientale di straordinaria importanza come quello agricolo, anche nell?ottica del processo di partenariato mediterraneo, per fare del Mezzogiorno d?Italia una piattaforma di valorizzazione dell?intera offerta alimentare mediterranea.

8. Governare il fenomeno migratorio

L?immigrazione è una sfida di carattere economico, sociale e culturale di tale portata da richiedere politiche di ampio respiro e soprattutto una gestione comunitaria e non unilaterale della questione.
La cooperazione europea è essenziale per governare il fenomeno migratorio e promuovere una giusta e responsabile politica rispondente ai bisogni economici dell?Europa e rispettosa dei diritti degli immigrati. Una politica che sia percepita dai cittadini come un?opportunità e non una sfida alla loro sicurezza.

L?immigrazione legale e controllata è la più efficiente forma di contrasto all?immigrazione clandestina. La risposta non è nei ghetti o nella xenofobia ma in politiche che combattano severamente l?immigrazione clandestina, il lavoro nero, il traffico di esseri umani e assicurino l?integrazione. Ciò che ha iniziato a fare l?Europa in questo campo va nella direzione giusta ma è ancora troppo poco. Non si può delegare il controllo delle frontiere esterne dell?Unione e la politica degli accordi internazionali (gli strumenti più efficaci) solo agli Stati membri.

* Occorre una comune politica di controllo delle frontiere esterne dell?Unione e vanno stipulati da parte dell?Unione Europea accordi di cooperazione e riammissione con i paesi extra europei;
* va impostata una politica di integrazione fondata sul rispetto dei doveri e sul progressivo riconoscimento di diritti di partecipazione, rappresentanza e cittadinanza;
* va sostenuta una politica comune sull?asilo basata su regole giuste e condivise dai paesi membri dell?Unione per coloro che fuggono da regimi tirannici e da persecuzioni.

9. Contrastare il crimine e il terrorismo

Più sicurezza per i cittadini europei significa anche più cooperazione contro il crimine organizzato e il terrorismo. La libera circolazione dei cittadini europei attraverso il sistema di Schengen è una della più importanti realizzazioni europee: non va rimessa in discussione ma va efficacemente garantita attraverso una più forte cooperazione delle autorità giudiziarie e delle forze di polizia e di sicurezza europee.

La difesa rigida delle competenze nazionali in materia di sicurezza è una forma di miopia che riduce la risposta alla domanda di sicurezza dei cittadini. Ecco perché occorre:

* consolidare la cooperazione delle forze giudiziarie e di polizia degli stati membri al fine di combattere e prevenire la criminalità organizzata, le minacce alla vita e alle libertà dei cittadini;
* rafforzare energicamente l?Europol, perché diventi presto una vera e propria Polizia Europea, in grado di contrastare efficacemente le grandi multinazionali del crimine e irrobustire Eurojust e lo spazio giudiziario europeo;
* individuare, nella lotta terrorismo, che resta una grave minaccia, più efficaci forme di collaborazione tra le intelligence dei Paesi europei, sino ad un coordinamento stabile sul modello di Europol, dove scambiare informazioni, compiere analisi condivise, promuovere iniziative di prevenzione.

10. Dare maggiore consistenza e coerenza all?azione internazionale dell?Unione e costruire una politica di sicurezza e difesa europea

L?Unione europea deve essere sempre di più protagonista nel promuovere la pace, la prevenzione e la risoluzione dei conflitti. Per il nostro paese è essenziale costruire una effettiva Unione euromediterranea basata sui principi di cooperazione e solidarietà regionale.

Far sì che il nuovo multipolarismo rafforzi e non indebolisca la cooperazione. L?Unione europea dovrà aumentare gli sforzi per sradicare la povertà nei paesi in via di sviluppo. La nuova legislatura europea 2009/2014 coincide con il tempo rimanente per la realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite. Occorre mettere in campo oltre ai programmi di aiuto dell?Unione già esistenti, fonti ulteriori di finanziamento allocando almeno lo 0,7 del prodotto nazionale lordo alla politica di sviluppo e realizzando i programmi in modo più coordinato, efficace e mirato.
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MessaggioInviato: 04 Giu 2009 08:55    Oggetto: Rispondi citando

Italia Dei Valori

Tratto da qui:
Citazione:
Il programma elettorale IDV (Italia dei Valori) per le elezioni europee si articoli in 12 punti:

1 - Trasparenza dei finanziamenti
Trasparenza nelle politiche di assegnazione dei fondi europei attraverso la possibilità di verificare avanzamento e procedure d?assegnazione on line, la revisione dei criteri di assegnazione e la supervisione in capo ai ministeri.
2 - Sviluppo energie rinnovabili
Istituzione di consorzi europei per lo sviluppo energetico rinnovabile per poter competere a livello internazionale e accantonamento delle tecnologie legate al nucleare.
3 - Immigrazione e libera circolazione
Regolazione dei flussi migratori, intracomunitari ed extracomunitari, in base a principi di solidarietà, di effettiva occupazione e di capacità di sussistenza.
4 - Ineleggibilita? dei condannati
Ineleggibilità al Parlamento di persone con sentenza di condanna penale passata in giudicato.
5 - Tutela dei risparmiatori
Authority di vigilanza europea, su nomina dei Paesi membri, per il controllo e la supervisione dell?operato delle banche, inclusa la Banca Centrale.
6 - Aiuti ai disoccupati
Patto sociale europeo per l?erogazione di aiuti e ammortizzatori sociali ai disoccupati in relazione alle effettive capacità di sostentamento, alla numerosità del nucleo familiare e alla possibilità di ricollocamento nel mercato del lavoro comunitario.
7 - Diritto alla conoscenza
Carta dei diritti della conoscenza europea per un pari accesso all?informazione da parte dei cittadini ed eliminazione del divario esistente tra l?Italia ed i Paesi membri nell?accesso ad internet.
8 - Ricerca scientifica e universita?
Potenziamento dell?integrazione e della collaborazione delle università nazionali con quelle europee per lo sviluppo della ricerca.
9 - Corpo di difesa europeo
Corpo dell?esercito europeo con l?obiettivo di ottimizzare le spese militari e di finanziamento delle missioni all?estero, finalizzata ad una linea omogenea di intervento e ad una reale presenza politica internazionale.
10 - Rispetto delle sentenze europee
Applicazione delle sentenze europee entro 60 giorni dalla loro approvazione.
11 - Affermazione delle liberta? civili
Carta comune dei Paesi membri per le libertà civili, tra le quali le coppie di fatto e testamento biologico.
12 - Istruzione
Obbligatorietà di una seconda lingua europea fin dall?infanzia, come già accade negli altri Paesi europei.
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MessaggioInviato: 04 Giu 2009 08:56    Oggetto: Rispondi citando

Lega Nord

Tratto da qui
Citazione:
Prima di passare al programma elettorale della Lega Nord per le europee 2009 è opportuno premettere che le norme dell?Unione europea non consentono al Parlamento di avanzare proposte; pertanto, l?impegno di chi sarà eletto non può essere quello di proporre normative nelle varie materie di competenza europea, ma di sostenere i principi del Movimento nell?azione parlamentare, che consiste nell?esaminare i progetti della Commissione europea.
In questa fase, il Parlamento può accettare, respingere e soprattutto modificare i testi proposti ed è ciò che faranno i deputati leghisti.
Il principio fondamentale sarà quello dell?assoluto rispetto della sussidiarietà: vale a dire che non dovrà essere approvata nessuna norma europea quando le stesse regole potranno essere decise dagli Stati (o dalle regioni con potestà legislativa).

Questi invece i principi di azione, suddivisi per materia.

Agricoltura ed agroalimentare
L?Unione europea si è spesso distinta per la sua lotta, mascherata col pretesto del libero mercato, alle tradizioni agricole ed alimentari: i deputati della Lega si opporranno a tutte quelle proposte che stravolgano i prodotti tradizionali e soprattutto si batteranno perché il consumatore conosca quello che intende acquistare: sì quindi a tutte quelle norme, che permettano la tracciabilità dei prodotti alimentari, con chiarezza sugli ingredienti, sui metodi di lavorazione e sulla provenienza dei loro componenti.

Allargamento
La Lega si opporrà decisamente all?ingresso della Turchia nell?Unione europea: senza tralasciare le numerose argomentazioni contrarie (mancato rispetto dei diritti umani, negazione del genocidio armeno, repressione delle minoranze, ostacoli alla libertà religiosa, sconfinamenti militari in Iraq, occupazione militare della parte settentrionale di Cipro che vede l?assurda situazione di un?Unione europea che tratta l?ammissione di uno stato che occupa illegalmente una parte di territorio dell?Unione stessa), deve essere chiaro che la Turchia geograficamente, ma anche culturalmente e socialmente,non è un paese europeo e pertanto non deve essere ammessa in un?Unione di Stati europei.
Riguardo ad altri stati, come quelli balcanici, l?ammissione potrà avvenire solo se saranno rispettate tutte le condizioni, sia quelle delle regole della democrazia sia quelle dei parametri economici: bisognerà evitare lo sbaglio commesso in passato di far entrare nell?Unione paesi troppo indietro economicamente rispetto a quelli che già c?erano, con conseguenze negative, dovute soprattutto alla possibilità di una concorrenza falsata dai differenti parametri economici di partenza, per le nostre imprese ed i nostri lavoratori.

Ambiente
La tutela dell?ambiente deve attenersi al principio dello sviluppo sostenibile, quindi attraverso norme che non siano di divieto indiscriminato, ma che rispettino anche le esigenze economiche, produttive ed occupazionali.

Caccia
Ferma restando la tutela con norme europee degli animali a rischio, dovranno essere gli Stati membri a disciplinare la materia.

Economia e lavoro
Lo sviluppo economico e quindi dell?occupazione sono strettamente legati a quello delle imprese: saranno sostenuti tutti quei provvedimenti che, soprattutto a favore di quelle piccole e medie, ridurranno gli adempimenti burocratici ed amministrativi. La Lega sarà anche impegnata ad evitare che con il pretesto del libero mercato si votino norme che portino ad una concorrenza sleale, con danni alla produzione ed all?occupazione. Saranno inoltre appoggiate le iniziative volte a rendere più semplici e meno costosi i ricorsi giudiziari in caso di controversie che coinvolgano aziende di differenti paesi.

Famiglia
La Lega non accetterà norme che stravolgano la famiglia fondata sul matrimonio fra uomo e donna; si opporrà fermamente a quelle che, violando la sovranità degli Stati, impongano l?accettazione di unioni fra persone dello stesso sesso o della poligamia.

Immigrazione
La Lega ritiene fondamentali norme per un?immigrazione controllata, con flussi regolati non su basi economiche, ma tenendo conto delle conseguenze sociali e culturali del fenomeno; dovranno essere migliorate le disposizioni per azioni comuni di contrasto dell?immigrazione clandestina e di sostegno ai paesi rivieraschi e con frontiere esterne.

Libera circolazione delle persone
I principi sulla libera circolazione sono contenuti nei trattati, su cui il Parlamento europeo non può intervenire: potrà però esprimersi sulle norme di attuazione, facendo rispettare rigidamente il principio per cui il cittadino europeo può usufruire del suo diritto di trasferirsi in qualunque Stato membro solo senza costituire un onere per lo stesso, come i trattati prevedono.

Libera circolazione delle imprese
La libera circolazione delle imprese, garantita dai trattati, dovrà attuarsi con norme che evitino le discriminazioni ma anche forme di concorrenza sleale e nel rispetto delle regole dello Stato in cui l?impresa vuole operare; no quindi a progetti, già bocciati dal Parlamento, che ripropongano il principio del paese di origine.

Trasporti
La Lega continuerà a battersi in favore delle norme che tutelino i diritti dei viaggiatori ed a contrastare tutti i tentativi di favorire situazioni di monopolio.
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MessaggioInviato: 04 Giu 2009 08:59    Oggetto: Rispondi citando

Unione Di Centro

Tratto da qui:
Citazione:
Il programma dell?UDC per le elezioni europee 2009 si articola in 9 punti fondamentali:

1 Famiglia
La famiglia è il pilastro fondamentale della società, ma oggi è abbandonata a se stessa. Sosteniamola
in concreto, rivoluzioniamo il fisco con il quoziente familiare: chi ha più figli deve pagare meno tasse.

2 Vita
L?eutanasia minaccia il bene più prezioso che abbiamo, la vita. Chi soffre perché gravemente malato o chi non ha i mezzi per sostenersi non può essere lasciato solo a decidere se vivere o morire. Uno Stato che rinuncia a stare vicino a chi è in difficoltà è uno Stato che rinuncia
al suo futuro.

3 Scuola
Una scuola più competitiva non si costruisce col taglio delle risorse. Serve una riforma organica che
motivi gli insegnanti, alzi il livello dell?istruzione degli studenti e valorizzi i più meritevoli senza lasciare indietro gli altri.

4 Lavoro e imprese
La flessibilità è un bene, la precarietà no. Incentiviamo la trasformazione dei contratti precari in contratti a tempo indeterminato, proteggiamo tutti i lavoratori colpiti dalla crisi attraverso l?estensione
degli ammortizzatori sociali anche alle piccole imprese, favoriamo il nuovo ingresso nel lavoro con la formazione permanente. Detassiamo gli utili reinvestiti nell?impresa. Miglioriamo l?accesso al credito per le piccole e medie imprese attraverso il potenziamento del sistema dei CONFIDI.

5 Casa
Vogliamo un grande piano casa che rilanci l?edilizia sociale per le famiglie meno abbienti, le giovani
coppie e gli anziani. Occorre incentivare la costruzione o la ristrutturazione di case sicure, antisismiche e all?avanguardia sul piano del risparmio energetico.

6 Salute
Un?Italia protagonista in Europa ha bisogno anche di un sistema sanitario che garantisca prestazioni di
qualità omogenee al Nord, come al Centro e al Sud. Si devono ridurre le differenze di costi e di livello delle prestazioni tra le varie Regioni, eliminando gli sprechi, valorizzando e promuovendo la costruzione di centri di eccellenza all?avanguardia. La carriera di medici e infermieri deve basarsi su un sistema meritocratico che premi i migliori, non chi ha le conoscenze giuste. Per il bene e la salute di tutti vogliamo la gestione delle ASL senza ingerenze della politica.

7 Sicurezza
Uno Stato che si affida alle ronde è uno Stato che alza bandiera bianca di fronte alla criminalità e dice
ai cittadini di arrangiarsi. Solo le forze di polizia hanno la professionalità e la preparazione per fronteggiare il crimine, ma il Governo taglia loro gli organici e le risorse. Il contrario di ciò che è necessario, il contrario di ciò che vogliamo.
8 Federalismo
Vogliamo un federalismo che riformi la macchina statale con una distribuzione delle competenze
e dei costi certa, per dare nuovo slancio all?economia del Nord e del Centro e per recuperare i ritardi del Sud. Ecco perché diciamo no al federalismo della Lega, uno spot vuoto di cifre e contenuti che rischia di sfasciare lo Stato senza dare alle Regioni gli strumenti per funzionare.

9 Immigrazione
Diciamo no ad ogni forma di razzismo e di xenofobia. Gli stranieri onesti che vengono in Italia per
lavorare sono una risorsa e vanno aiutati concretamente ad integrarsi con le loro famiglie. Favoriamo l?immigrazione volenterosa e qualificata e contrastiamo l?immigrazione clandestina, coinvolgendo l?Europa attraverso intese con i Paesi di provenienza.
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MessaggioInviato: 04 Giu 2009 09:09    Oggetto: Rispondi citando

Sinistra e Libertà

Tratto da qui

Citazione:
PROGRAMMA ELETTORALE di SINISTRA E LIBERTA? per le Elezioni Europee 2009 in programma il 6 e 7 giugno 2009

UNA BREVE PREMESSA
Un voto utile per cambiare l?Europa
La costruzione dell?Unione Europea è stata la scelta più importante compiuta nel nostro continente dal dopoguerra: ha preso vita una nuova realtà, prima solo pensata da personalità illuminate. Una storia lunga e antica di Stati spesso in guerra tra loro è diventata un progetto di unità culturale, politica ed economica, capace di esprimere anche un Parlamento Europeo eletto a suffragio universale. Dal Manifesto di Ventotene del 1941, stilato da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni, ad oggi è stata compiuta molta strada, ma molto ancora dobbiamo fare per un?Europa davvero democratica e federalista. Sinora abbiamo visto soprattutto un?Europa economica, basata su di un mercato comune; è giunto il momento, proprio di fronte alla gravissima crisi mondiale in atto, che l?Europa faccia un decisivo passo in avanti, che diventi cioè un?Europa dei cittadini a tutti gli effetti, capace di iniziative di pace e di solidarietà a livello mondiale. Per questo occorre una Costituzione europea con il coinvolgimento diretto dei popoli che valorizzi le culture e le diverse
identità, affinché non venga perduta la parte migliore della lunga storia del nostro continente. La democratizzazione dell?Unione Europea (UE) è decisiva perché l?Europa politica sia autorevole e davvero utile ai cittadini.
Il Parlamento Europeo è un?istituzione dotata già oggi di reali poteri,in grado di prendere decisioni che pesano nella vita dei cittadini. Purtroppo però anche il Parlamento Europeo viene percepito dai cittadini come lontano ed estraneo, e c?è il pericolo che la partecipazione al voto per l?unico organo veramente democratico della UE sia troppo scarsa. I candidati di SINISTRA e LIBERTA? s?impegnano per un?Europa utile, solidale, democratica e ecologica, che é possibile, ma che ancora non c?é.

L?Unione Europea di fronte alla crisi globale
La gravissima crisi economica mondiale in atto segna il fallimento dell?ideologia neoliberista. Per uscrirne bisogna cambiare questo disastroso modello economico promuovendo un cambiamento epocale e di civiltà. Questa è anche l?occasione per valorizzare e cambiare il ruolo della Ue. Infatti c?è bisogno di nuove e coraggiose politiche sociali ed economiche che mettano al primo posto le cittadine e i cittadini. Per questo è necessario determinare una maggioranza democratica nel PE, dove invece oggi il gruppo più forte è quello di centrodestra dei Popolari, a cui appartengono gli europarlamentari di Berlusconi. La prevalenza di governi di destra nei paesi dell?Unione Europea ha provocato negli ultimi anni una maggioranza conservatrice nella Commissione Europea e nel Consiglio Europeo, gli organi esecutivi della UE. Se non si cambia diventa più forte il rischio di una vera e propria crisi del progetto europeo, perché le destre sono in realtà nemiche dell?Europa, predicano un falso federalismo e vogliono istituzioni ?deboli? per favorire i poteri economici forti.
Noi vogliamo rafforzare la partecipazione e la decisione democratica, solo così si potrà cambiare un sistema economico, politico e mediatico controllato da grandi gruppi economici e da pochi individui. In caso contrario siamo condannati ad una triste deriva verso un populismo oligarchico e
sempre meno trasparente, già ben visibile in Italia, anche con leggi elettorali che mirano a provocare un bipartitismo artificiale ben diverso dal pluralismo che c?è sempre stato nel Parlamento Europeo.
La ricetta economica liberista perseguita dalle destre, al servizio degli interessi di pochi. all?insegna dell?ognuno per sé, trascurando la democrazia, l?integrazione sociale, il lavoro, l?ambiente, ha provocato la crisi economica, esaltata poi dalla bolla finanziaria. La realizzazione dell?euro, pur con i problemi che vi sono stati al momento della sua introduzione, in particolare per il mancato controllo sui prezzi al dettaglio, ha contribuito a ridurre i danni della crisi. Questa crisi economica, ambientale, sociale, democratica e morale dimostra quanto fosse illusorio affidare alla volontà dei singoli governi e ai mercati senza regole gli obiettivi sociali della Strategia di Lisbona del 2000.

E? giunta l?ora di cambiare. La grande prospettiva della Costituzione democratica si è infranta in questi anni per mancanza di determinazione nel difendere i valori dell?Europa: pace, disarmo, democrazia, lavoro, ambiente, diritti civili e sociali. Noi non rinunceremo a questi valori e ci impegneremo per rilanciare il progetto costituzionale attraverso un percorso che renda protagonisti i popoli, i soggetti sociali, le intellettualità. E? dunque decisivo che nel Parlamento Europeo siano presenti i deputati della lista ?SINISTRA e LIBERTA?? che vogliono questo cambiamento e che hanno già dimostrato di saper lavorare per questo obiettivo.

L?attività dei parlamentari europei che aderiscono a Sinistra e Libertà La nostra esperienza in questi anni ha dimostrato la possibilità e l?utilità di lavorare insieme e sugli stessi obiettivi pur partendo da gruppi diversi: Socialisti, Verdi, Sinistra Unitaria. Tutti i momenti importanti della legislatura che si conclude hanno visto protagonisti i parlamentari che ora fanno parte di SINISTRA e LIBERTA?: dal ?pacchetto clima? alla direttiva REACH sulle sostanze chimiche; dal 7° programma quadro sulla ricerca e la tecnologia all?opposizione alle 65 ore di lavoro settimanali; dalla battaglia contro la proposta della destra di liberalizzazione estrema dei servizi (Bolkestein) alle leggi sull?immigrazione e la protezione dei dati; dalla mobilitazione contro la pena di morte e per la chiusura di Guantanamo alla verità sui voli illegali della Cia di Bush e a un indirizzo di pace in Medio Oriente. Con una presenza costante ai lavori parlamentari e un ?gioco di squadra? che si é rivelato vincente, è stato possibile orientare l?atteggiamento dell?UE nei confronti dell?Italia a favore delle politiche migratorie e contro le discriminazioni, sulla concentrazione dei media, sulla gestione dei rifiuti e controbattere le bugie del governo a proposito dei costi del pacchetto energia. Abbiamo anche contribuito a fare del Parlamento Europeo la casa degli europei, aprendolo a centinaia di militanti e membri di associazioni. Abbiamo usato il Parlamento Europeo come uno strumento al servizio dei cittadini, raccogliendo le istanze di gruppi e comitati e portando all?attenzione dell?UE situazioni di illegalità e sperpero di denaro pubblico che hanno condotto all?avvio dei controlli e all?apertura di procedure di infrazione. Ci siamo battuti per una riduzione dei costi della politica, ottenendo innanzitutto la riduzione degli stipendi degli europarlamentari italiani equiparandoli a quelli degli altri paesi.

LE NOSTRE IDEE E I NOSTRI IMPEGNI PER LA PROSSIMA LEGISLATURA
EUROPEA
A. Combattere la crisi con un nuovo sviluppo e la riforma ecologica dell?economia
A1) L?Unione Europea non sta affatto affrontando in modo efficace la crisi. Quando dispone di poteri e competenze reali, come é stato nel caso della legislazione sui cambiamenti climatici (pacchetto energia) l?UE ha dimostrato di sapere agire prima degli altri e in modo coeso. Sulla crisi finanziaria ed economica non é cosi: per diverse ragioni. Ha influito negativamente la politica seguita dalla Banca centrale europea che, fino a poco tempo fa, ha prodotto innalzamenti del costo del danaro, inseguendo l?unico obiettivo del contenimento di un?inflazione peraltro già bassa; quando poi è passata alla riduzione dei tassi la crisi aveva già invertito le tendenze economiche volgendo verso la recessione. Ha pesato la mancanza di strumenti europei che obblighino i governi a trovare un accordo su interventi comuni e coordinati di politica economica; ha pesato la scelta di fare ognuno per sé, anche per cercare un facile consenso con misure elettoralistiche e tendenzialmente protezionistiche. I piani che si sfornano continuamente e in modo scoordinato non riescono ad avere un impatto reale né sui mercati finanziari, né sulla fiducia degli investitori, né tantomeno sull?economia reale. La Commissione Barroso, che in questi anni si è sempre opposta a misure legislative per regolare i mercati finanziari e favorire il credito alle imprese ?virtuose?, oggi non sa gestire né guidare la risposta alla crisi. Una strada europea di rilancio è indispensabile. Per questo la UE deve diventare un soggetto politico capace di decisioni efficaci, sia per quanto riguarda la situazione interna sia per quanto riguarda la sua proiezione internazionale. L?Unione Europea deve farsi sostenitrice della convocazione in ambito Onu di una conferenza mondiale sui problemi economici, monetari e finanziari, al fine di costruire un sistema di cambi regolati tra le monete; di assumere misure contro la speculazione finanziaria mondiale, come l?istituzione di una tassa, con aliquota bassa, sulle transazioni di capitale a scopo puramente speculativo (la Tobin tax); di combattere i paradisi fiscali e tutte le forme di evasione fiscale; di limitare drasticamente la creazione e la circolazione dei titoli derivati; di riformare il ruolo delle istituzioni internazionali nate dall?accordo di Bretton Woods del 1944, quali la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale. Occorre riportare le funzioni di governo del commercio mondiale all?interno delle competenze dell?Onu, visto la clamorosa crisi del WTO, riproporre il rilancio dell?economia mondiale su basi di convergenza fra i vari paesi e per combattere concretamente i cambiamenti climatici, il fenomeno della fame e della povertà.

A2) Il Patto di stabilità e di crescita di Maastricht è legato al passato, ad una situazione economica e politica che la attuale crisi ha completamente superato. Infatti, i vincoli di bilancio in esso contenuti vengono continuamente violati dai paesi più forti che hanno bisogno di rilanciare le loro economie.
Tutta l?Europa, in particolare i paesi di nuovo ingresso e quelli del Mezzogiorno d?Europa, hanno bisogno di una politica economica espansiva che si fondi su nuovi modelli di sviluppo e di consumo. Per questo vanno ridiscussi criteri e vincoli del Patto, introducendo parametri occupazionali e ambientali. La stessa funzione della Banca Centrale Europea (BCE) va ripensata.
La sua missione non può essere limitata a quella del contenimento dell?inflazione, che, a causa della grave recessione economica in atto, è naturalmente su valori bassi. Al contrario deve prevalere il ruolo di finanziamento dell?economia reale, in particolare in settori innovativi dove vi è bisogno di intensificare gli investimenti. Tra il Parlamento Europeo e la BCE deve intercorrere una relazione nella quale il primo traccia le linee di fondo della politica economica e la seconda, nella piena autonomia delle proprie scelte specifiche, concorre alla realizzazione di quegli obiettivi. In questo quadro, deve avere maggiore importanza la relazione annuale del presidente della BCE al Parlamento Europeo e il conseguente dibattito parlamentare deve assumere un ruolo di indirizzo per l?istituto finanziario. Il mercato finanziario europeo può essere messo al servizio degli interessi pubblici, anche attraverso nuove forme di finanziamento quali gli Eurobond, per evitare di peggiorare la situazione del debito nazionale dei vari paesi. Nel 2010 comincerà la difficile discussione per la riforma del bilancio comunitario e dobbiamo evitare che si arrivi all?ennesimo indebolimento del quadro europeo di sostegno finanziario.

A3) Va incrementata la quota di investimenti pubblici destinati alla formazione, alla ricerca, alla innovazione. Questa è la terapia d?urto per competere nel mercato mondiale sulla qualità, non certo sul costo del lavoro o sulla distruzione dell?ambiente. Queste scelte devono guidare una nuova politica industriale dell?Europa. Conseguentemente vanno scartate ipotesi di ritorno a forme autarchiche che pure, di fronte alla crisi, si affacciano con sempre maggiore insistenza. Dall? attuale
La pesante recessione ha le sue radici non solo nelle distorsioni della finanza dei derivati, ma anche in un regime di bassi salari e di precarizzazione del mercato del lavoro, di disuguaglianza nella distribuzione del reddito fra i vari paesi e le regioni, che hanno compresso la domanda interna. Si può uscire solo solo puntando su un ?green deal? mondiale, un nuovo corso economico ecologicamente e socialmente sostenibile a livello planetario. A questo ?green deal? la UE può e deve dare un contributo decisivo. In particolare la Unione Europea deve tenere fede agli impegni assunti, al proprio interno e nelle sedi internazionali, rafforzando il protocollo di Kyoto con gli ulteriori obiettivi europei di riduzione di CO2, puntando con decisione e assoluta priorità sulle energie rinnovabili, che possono dare sviluppo a un nuovo tipo di politica industriale. Tutto questo richiede una semplificazione burocratica del modo di funzionare del mercato interno della Ue. Va preservato e valorizzato il ruolo del sistema delle piccole e medie imprese sostenendo la loro proiezione sul mercato mondiale globalizzato. La costruzione di moderne infrastrutture, di trasporti e comunicazioni sia fisiche che telematiche (internet veloce di seconda generazione), è strategica per la crescita civile, oltre che economica, delle società europee, ma, proprio per questo, deve essere condivisa dalle popolazioni locali.

B) Un nuovo modello sociale, ambientale, tecnologico
B1) Il cuore di una nuova politica economica e sociale europea deve essere la tutela del lavoro, della sua stabilità e continuità. Per questo proponiamo un Patto europeo per l?Occupazione e un uso mirato delle risorse del Fondo sociale europeo. Poiché bassi salari e precarizzazione del lavoro sono le cause di fondo della attuale crisi, la Ue deve promuovere una politica di piena occupazione e di elevazione della qualità del lavoro; sostenere la convergenza dei salari e delle retribuzioni europee per eliminare le differenze di retribuzione per lo stesso lavoro fra zona e zona, e tra i sessi, anche grazie alla determinazione di un salario minimo orario europeo. Occorre favorire gli accordi tra le parti sociali che si propongono di evitare e di mettere in mora i licenziamenti e combattere la precarizzazione del rapporto di lavoro, riportando la flessibilità entro confini fisiologici in base al principio che la forma normale e prevalente del rapporto di lavoro deve essere a tempo indeterminato. Vanno estese le forme di protezione del reddito, introducendo forme di salario sociale ai disoccupati di lungo periodo e agli inoccupati per favorire la ricerca di nuovi posti di lavoro. Va promossa l?estensione dei diritti nel mondo del lavoro secondo criteri universalistici e paritari e garantire l?esercizio pieno e libero dell?attività sindacale e del diritto di sciopero. Va ripreso il percorso verso una riduzione dell?orario di lavoro, in particolare nel settore manifatturiero, per liberare nuovi posti di lavoro e aumentare il tempo da destinare alla vita sociale. Bisogna prevedere che il sistema degli aiuti alle imprese contenga vincoli, per chi li riceve, in modo che non possa licenziare e sia spinto ad innovare nel senso della sostenibilità ambientale e della sua responsabilità sociale.

B2) Dopo l?approvazione del pacchetto energia, è ora necessario dirigere gli investimenti pubblici europei e nazionali verso ?l?economia verde?; in particolare nella riqualificazione energetica delle costruzioni e nella vivibilità delle città, nel risparmio energetico, nelle energie rinnovabili, nei trasporti pubblici, nell?informatica e nel telelavoro. Questo avrà un triplo vantaggio: ridurrà la nostra dipendenza energetica, diminuirà le emissioni e rilancerà l?industria europea verso una nuova rivoluzione ecologica. L?Europa è leader nel settore dell?energia rinnovabile e dell?economia verde. Secondo stime della Commissione Europea, ci sono già 3,5 milioni di lavoratori impegnati nella green economy in Europa. Con un piano di investimenti coordinato, che tocchi i settori dell?edilizia, della produzione energetica e dei trasporti, si possono creare milioni di posti di lavoro qualificati che, dato il loro forte legame con il territorio, non sono delocalizzabili.

B3) In questo contesto, il ritorno dell?energia nucleare in Italia e la volontà di usare fondi europei per finanziare nuove centrali - da aggiungere a quelli ingenti che già oggi finanziano sicurezza e ricerca - rappresentano una scelta profondamente sbagliata. L?energia nucleare non é la soluzione per i cambiamenti climatici. L?industria nucleare negli ultimi 30 anni non ha risolto né il problema della sicurezza, né quello delle scorie radioattive, né quello della proliferazione dal nucleare civile a quello militare. Imbarcarsi nella costruzione di centrali nucleari di terza generazione, già vecchie oggi, significa rinunciare a investire in energia pulita. Significa compiere un errore economico oltre che sul versante della sicurezza e dell?ambiente. Perché non ci sono le risorse per fare tutte e due le cose, né in Europa né in Italia. O si investe subito in rinnovabili e risparmio energetico, creando centinaia di migliaia di lavori e imprese verdi; o si punta su poche centrali nucleari fra venti anni, affidate a grosse imprese in realtà assistite dal denaro pubblico. La scelta da fare é per noi chiara. In ogni caso è indispensabile che l?Europa si doti di una rete di sicurezza comune capace di tenere sotto controllo le centrali nucleari già esistenti.

B4) Il modello sociale europeo è stato attaccato dalle destre per farlo assomigliare sempre più a quello americano, ora la nuova amministrazione statunitense punta oggi alla costruzione di un sistema sanitario pubblico. In questo grave momento di crisi e insicurezza, é necessario difendere ed estendere lo spazio pubblico europeo, lo stato sociale, investendo per assicurare il reddito di base, la formazione e i servizi per i giovani, i disoccupati e i lavoratori precari; garantire il diritto alla pensione, ai servizi sociali via via integrati verso l?alto. In questo senso riteniamo un delitto il dirottamento dei Fondi europei per le aree sottoutilizzate (FAS) verso il finanziamento di grandi infrastrutture inutili o non prioritarie come il Ponte sullo Stretto, recentemente decise dal governo italiano. La crescita e il miglioramento della società civile europea, a partire dai paesi e dalle regioni (come il Mezzogiorno d?Italia) che più ne hanno bisogno, può e deve diventare un potente volano per l?economia nel suo complesso, sia quella pubblica che quella privata, rivoluzionando il principio di indicatori dello sviluppo qualitativo e non solo quantitativo come il PIL.

B5) L?UE non può prescindere dall?obiettivo di costruire una ?Società della Conoscenza? dove il libero accesso al sapere venga tutelato e il diritto alla formazione riconosciuto come diritto fondamentale di ogni essere umano. Vanno impegnate maggiori risorse nel triangolo ?Formazione, Ricerca, Innovazione? e va costruita una politica comune e condivisa su grandi scelte: dalla ricerca scientifica, alla formazione, dalla scuola pubblica di qualità, all?universalità di accesso a strumenti ormai indispensabili come internet. L?Europa deve guadagnare terreno e diventare protagonista, mettendo in campo formazione continua per tutta la vita, scuola pubblica di qualità, ricerca e università adeguatamente finanziate prioritariamente con denaro pubblico. Non possiamo accettare la ?riforma Gelmini? della scuola e dell?università che taglia arbitrariamente risorse portando l?Italia fuori dall?Europa; Allo stesso modo è sempre l?Europa che deve costruire le condizioni per una grande riforma del diritto allo studio, avendo l?obiettivo di garantire a tutti i soggetti in formazione, a prescindere dalle condizioni sociali di partenza, il reale e autonomo accesso ai percorsi formativi. Per questa ragione vanno individuati parametri europei che stabiliscano i servizi di welfare minimi (casa, trasporti, sussidi) rivolti agli studenti e le studentesse in tutti gli Stati membri. Sempre con tali obiettivi è necessaria una riforma dei parametri di valutazione della qualità dell?istruzione pubblica che metta al centro non più soltanto la conoscenza come risorsa economica, ma innanzitutto il sapere e l?apprendimento come risorsa sociale e civile, invertendo i processi di mercificazione e privatizzazione in atto. Al tempo stesso dovrà valorizzare la capacità e il merito, le competenze migliori degli insegnanti, ponendo fine ai clientelismi accademici e alle discriminazioni per origine familiare.

B6) I servizi pubblici ed i beni comuni sono parte indispensabile del modello sociale europeo, perchè garantiscono accesso uguale e universale ai diritti; le associazioni dei cittadini devono avere voce, perché i servizi siano adeguati e di qualità e ne sia garantito il valore sociale e pubblico. Un esempio importante in questo senso é l?acqua, che deve essere diritto universale e non una merce così come l?energia, la salute, l?istruzione o la mobilità. La difesa e l?allargamento dello spazio pubblico europeo richiede quindi il protagonismo dei cittadini e dei soggetti sociali, quindi un potenziamento della democrazia anche nelle decisioni di politica economica. L?applicazione della direttiva ?Servizi? non deve reintrodurre ciò che il Parlamento, anche grazie a noi, ha bocciato.
Ribadiamo con forza il nostro impegno a riportare all?ordine del giorno della UE una direttiva sui servizi pubblici, come chiesto dalla petizione della Confederazione Europea dei Sindacati (CES), che la Commissione Barroso ha sempre rifiutato di presentare.

B7) La politica europea dei trasporti e i criteri di finanziamento europeo delle infrastrutture non hanno ancora portato ad un deciso passaggio dalla gomma alla ferrovia; la priorità sarà allora lavorare perché vengano valorizzati il trasporto pubblico urbano e le reti ferroviarie, nell?ottica di integrare meglio trasporto ferroviario a lunga distanza con reti urbane e locali, di togliere traffico pesante dalle strade, investendo anche sui porti e sulle autostrade del mare.

B8) Per rilanciare gli investimenti nella green economy e per una nuova politica industriale é necessario mettere fine ai paradisi fiscali, alle pratiche di elusione fiscale e all?evasione, e incrementare la lotta contro il riciclaggio di denaro, sia nell?Unione Europea che a livello internazionale, così che tutti gli attori del mercato paghino la loro giusta quota di imposte nei Paesi nei quali operano e per sottomettere il potere delle istituzioni finanziarie al controllo democratico.
E? necessario avviare in modo deciso un processo di armonizzazione fiscale nel contesto europeo tale da non penalizzare il lavoro a favore della rendita; la generalizzazione di criteri di prelievo fiscale improntati alla progressività, sgravando contemporaneamente i redditi più bassi.

B9) La necessità di concentrare gli sforzi contro la recessione, di potenziare la capacità di spesa pubblica senza appesantire i deficit di bilancio o aggravare il prelievo fiscale sui redditi da lavoro, rendono necessaria la introduzione di forme di tassazione dei grandi patrimoni, tutelando invece il risparmio; in sostanza di una tassa sulle grandi ricchezze , che tenga conto delle forme moderne in cui queste oggi si articolano, in modo da fare contribuire in modo più rilevante i ceti privilegiati alla necessaria ricostruzione economica.

B10) Una parte molto importante della discussione sulla riforma del bilancio dell?UE verterà sulla Politica Agricola Comune (PAC). L?anno prossimo inizieranno le discussioni sulla sua riforma: noi non pensiamo che sia necessario ridurre la spesa per la politica agricola, ma sicuramente é indispensabile qualificarla e riorientarla, favorendo la qualità dei prodotti e il lavoro agricolo anche e soprattutto nelle sue forme di produzione biologica; diffondendo la pratica del ciclo corto e della
stagionalità, per ridurne i costi economici e ambientali; abbattendo il ricorso ai pesticidi; escludendo in qualsiasi forma l?uso di Organismi geneticamente modificati (OGM) in agricoltura. Il tutto all?interno di un sistema agricolo che abolisca la rendita parassitaria sui fondi comunitari, che dovrebbero, invece, essere attribuiti solo a chi trae il suo reddito dall?attività agricola in sé.
Insomma, un?agricoltura di qualità, che contribuisce alla lotta ai cambiamenti climatici, salvaguarda il territorio e il reddito dei lavoratori agricoli e sia libera da OGM. Una scelta questa innanzitutto economica, a favore dell?agricoltura italiana ed europea di qualità, che non preclude la libertà di ricerca scientifica in ambiente protetto e in sicurezza. L?Europa, infine, deve riconoscere e promuovere il benessere e i diritti degli animali.

C. Un?Europa più giusta: democrazia, diritti civili e diritti sociali
C1) Diritti sociali e diritti di cittadinanza sono inscindibili perché insieme garantiscono giustizia sociale e libertà individuale. L?estensione dei diritti anche fuori dei confini europei è lo strumento più utile a contrastare il dumping sociale e le tentazioni protezionistiche. Dobbiamo andare verso
una vera cittadinanza europea. La libera circolazione delle persone, delle merci e dei servizi è alla base della costruzione europea, ma senza diritti comuni e condivisi questa crollerebbe. Occorre abbattere tutti gli ostacoli che impediscono ai cittadini di spostarsi facilmente e liberamente in tutta
l?Unione per studiare, esercitare una professione, curarsi o per altri motivi. Vogliamo per questo riscrivere la direttiva sulla mobilità dei lavoratori europei, perché sia stabilito, una volta per tutte, che i contratti di lavoro e le condizioni salariali e di sicurezza non sono aggirabili con il distacco dei lavoratori da un paese UE all?altro. Questo spazio comune di circolazione è anche la migliore garanzia di sicurezza, che oggi non è più assicurata da anacronistici confini, ma dall?unità dello spazio giuridico e dal coordinamento tra le forze di polizia. La cittadinanza europea sarà anche il definitivo riconoscimento storico del contributo dell?emigrazione italiana alla costruzione dell?Europa, così come garantirà l?integrazione dei nuovi cittadini dei Paesi dell?Europa orientale a cui la UE si è recentemente allargata.

C2) Sosteniamo parità e libertà per tutti i cittadini e i residenti dell?UE. Vogliamo un?Europa laica e perciò rispettosa di ogni credo religioso e della libertà di non averne nessuno. Proseguiremo nella nostra azione affinché sia approvata la Direttiva europea orizzontale contro ogni forma di discriminazione in ragione del sesso, della razza, della religione, dell?età, dell?handicap, dell?orientamento sessuale e identità di genere. Poiché le famiglie europee sono sempre più spesso composte da cittadini di stati diversi della UE, è necessario lavorare ad una legge che imponga il
riconoscimento dei matrimoni, delle unioni civili e dei diritti parentali legalmente riconosciuti in un altro stato membro, e anche a un diritto europeo in materia di divorzio e di adozione. Continueremo a lavorare. Continueremo a lavorare per la fine di ogni forma di omofobia e di transfobia, affinché le persone gay, lesbiche, trans, possano veder riconosciuti in tutti gli stati europei lo status di cittadini con pari diritti e pari doveri; per il superamento di politiche proibizioniste che anziché
rafforzare il principio di responsabilità lo indeboliscono con pratiche repressive; per il riconoscimento delle libere scelte delle persone in materia di cura, contraccezione, salute sessuale e riproduttiva; per la libertà di ricerca scientifica, inclusa quelle sulle cellule staminali; per il diritto di morire nella dignità. Sosteniamo il riconoscimento e l?incoraggiamento della diversità linguistica e culturale dell?Europa, sia quella storica, legata alle tradizioni regionali, sia quella nata dalle novità
portate dalle migrazioni e dalla globalizzazione: questa diversità di lingue e culture, anche religiose, è stata, è e sarà la nostra più grande risorsa, purché si coniughi con il rispetto e il riconoscimento dei diritti individuali di tutti.

C3) Vogliamo un Patto Europeo per il progresso sociale, che stabilisca obiettivi e standard comuni per le politiche sociali, sanitarie ed educative nazionali, così come si sono stabiliti per le politiche di bilancio. Questo deve valere anche per le politiche di inclusione dei migranti e per un sistema comune di asilo europeo per i rifugiati e i profughi che chiedono protezione da guerre, dittature o disastri ambientali. Vogliamo un?Europa in cui i milioni di persone attive nel mondo del volontariato, del non-profit, del terzo settore e della società civile abbiano sempre più influenza sulle decisioni pubbliche, perché la solidarietà diventi predominante nelle politiche europee.

C4) In Europa vivono e lavorano già oggi milioni di migranti. Negli anni scorsi si è concentrata l?attenzione sui problemi legati all?ingresso e al soggiorno, come se quello dell?immigrazione fosse un problema passeggero. Al contrario, si tratta di un fenomeno permanente, che richiede standard comuni per l?immigrazione legale nei paesi dell?Unione Europea, sulla base di eguali diritti e responsabilità e sul mutuo rispetto. Vogliamo una politica d?inclusione che preveda diritti di cittadinanza e di espressione, oltre che pari diritti tra migranti e cittadini della UE nei luoghi di lavoro o di studio. L?Europa non può, e quindi non deve, chiudere i confini ai migranti, che sono un elemento necessario dell?economia globale e di un mondo sempre più interconnesso. Se saranno garantite opportunità di accesso e di inclusione, sarà anche più agevole la necessaria politica di governo dell?immigrazione e di deciso contrasto del traffico di esseri umani. In ogni caso i diritti umani fondamentali, a partire da quello alla salute e alla tutela dei minori, vanno garantiti anche ai migranti non regolari. Siamo a favore del diritto di voto nelle elezioni locali dei cittadini extracomunitari residenti, sull?esempio di altri paesi europei. La lotta al razzismo e il principio di non discriminazione etnica e religiosa sono pilastri della UE. Occorre lavorare per consolidarli anche in Italia dove le manifestazioni di razzismo negli ultimi anni sono diventate sempre più frequenti e allarmanti.

C5) L?Unione Europea ha avuto un ruolo importante nel promuovere la parità tra i sessi e la libertà delle donne. Le donne devono poter essere libere di decidere di sé e del proprio corpo:
l?autodeterminazione femminile resta per noi un principio fondante. La crisi, tuttavia, potrebbe costringere le donne ad arretrare sia rispetto all?inserimento nel mondo del lavoro, sia rispetto alla partecipazione ai luoghi di decisione politica ed economica, riconducendole ad un esclusivo ruolo familiare. SINISTRA e LIBERTA? si impegna perché ciò non accada e le donne siano libere di decidere di sé e del proprio corpo. Sosterremo le azioni positive, le pari opportunità, l?eliminazione di tutte le forme di discriminazione, a partire dalla parità salariale e di reddito previdenziale tra lavoratori e lavoratrici. Ci impegneremo per garantire alle donne l?accesso al lavoro e alla progressione nelle carriere; per la democrazia paritaria a tutti i livelli istituzionali; per combattere la violenza nelle sue diverse forme , a partire da quella domestica, inclusa la lotta al traffico di esseri umani che riguarda in prevalenza donne e minori . Contrasteremo le politiche di falsa parità, come quelle che vogliono parificare l?età di pensionamento di donne e uomini, senza alcun riconoscimento sociale del lavoro di cura.

C6) Per la prima volta in Europa i giovani hanno di fronte a loro la prospttiva di stare peggio dei loro padri. Occorre ribaltare questa prospttiva con politiche capaci di valorizzare le giovani generazioni minacciate dal precariato nuove tutele e diritti. I giovani devono essere i protagonisti della nuova Europa, perciò va favorita la loro educazione ?europea?, estendendo programmi come Erasmu anche ai giovani lavoratori; va sostenuta la loro autonomia, attraverso il potenziamento di borse di studio e altre forme di reddito; va favorita la loro mobilità all?interno dell?Unione e la loro creatività scientifica e artistica attraverso programmi di scambio di esperienze culturali e lavorative.

C7) L?Europa sta invecchiando; l?attesa di vita, grazie ai sistemi di protezione sociale è aumentata, ma i giovani sono limitati nell?esercizio della loro indipendenza, persino nei progetti di paternità e maternità, dall?incertezza sul futuro. L?invecchiamento della popolazione non si affronta riducendo la spesa previdenziale pubblica (ridurre le risorse per una popolazione che aumenta equivale a programmarne l?impoverimento) né aumentando l?età di pensionamento, senza considerare la differenza tra i diversi percorsi lavorativi più o meno usuranti. In una società che invecchia non sarà possibile sostenere i giovani senza aumentare la produttività sociale degli anziani e valorizzare l?enorme esperienza accumulata dai cittadini e cittadine senior. E? necessaria una politica che aiuti i giovani ad affrontare le responsabilità familiari e gli anziani a mantenere una vita dignitosa e attiva.
Perciò proponiamo che venga istituito e accresciuto il diritto al congedo di maternità e paternità in tutta Europa secondo gli standard più alti, per garantire l?accesso ai servizi per l?infanzia; che si incentivi la creazione di reti di servizi per gli anziani; che si progettino programmi internazionali di scambi e volontariato per gli over 60; che si confermi la necessità di garantire pensioni pubbliche dignitose.

D. L?Europa nel mondo.
D1) Per combattere la crisi serve più democrazia e partecipazione. L?Europa deve darsi questo obiettivo. Deve farsi promotrice di una riforma di tutte le strutture globali. Va riformato l?ONU come perno di un possibile nuovo spazio pubblico mondiale. Il che richiede il superamento degli anacronistici criteri di funzionamento delle Nazioni Unite e soprattutto del Consiglio di sicurezza.
Siamo favorevoli ad un seggio per l?Unione Europea in un Consiglio di sicurezza riformato. Come per il clima occorrono strutture ONU per l?economia, riportando quindi al suo interno le funzioni di governo del commercio mondiale finora delegate al WTO. La democrazia è la grande questione aperta come ci dicono i movimenti mondiali e di cui ci parla anche l?esperienza della nuova America Latina. L?Unione europea ha grandi responsabilità per un mondo più giusto, per la pace, il disarmo e la sicurezza, ma pochi strumenti a disposizione per realizzarle. Il nostro impegno é a favore di una politica estera comune della UE, coerente con i suoi valori fondanti.

D2) E? prioritario il rafforzamento della dimensione politica euromediterranea; l?integrazione dei Balcani; la cooperazione economica con Russia, Cina e India. Questo rafforza il ruolo di pace dell?Europa nel contesto mondiale. La soluzione del conflitto israelo-palestinese è fondamentale per l?affermazione della pace e lo sviluppo delle relazioni in tutto il bacino del Mediterraneo e può ottenersi soltanto con il conseguimento dell?obiettivo dei ?due popoli due stati?, per raggiungere il quale la UE deve assumere un ruolo più attivo, coerente e tempestivo.

D3) E? poi da rafforzare la cooperazione di polizia, giudiziaria e dei servizi di sicurezza nel combattere, nel rigoroso rispetto dei diritti umani e della legalità, il traffico di droga, la corruzione, le mafie e il terrorismo. Proponiamo di rafforzare su scala europea la lotta alla criminalità organizzata, estendendo l?uso di misure e strumenti come la confisca e l?obbligo dell?uso sociale dei beni sottratti alla mafia.

D4) La UE deve sostenere il sistema di commercio multilaterale ed orientarlo a beneficio dei Paesi in via di sviluppo. Vanno quindi regolate le ragioni di scambio su basi di reciprocità e di parità;
bisogna evitare la speculazione sui prezzi delle derrate alimentari; garantire che tutti gli accordi commerciali stipulati dall?UE prevedano clausole appropriate a favore dei diritti umani, sociali e ambientali. Lavoreremo per promuovere la diffusione del commercio equo e solidale in Europa.
Alla UE spetta un grande ruolo nella lotta contro la fame, la povertà e per lo sviluppo della cooperazione internazionale. Gli obiettivi di sviluppo del Millennio fissati dall?ONU possono e devono essere integrati dalla strategia europea di uscita dalla crisi, nella realizzazione di un nuovo corso economico verde mondiale e con più intense relazioni con i paesi del grande continente africano. In questo quadro ribadiamo la necessità che la politica di cooperazione sia finanziata almeno con lo 0,7% del prodotto interno lordo. Siamo per un impulso al processo di disarmo mondiale, per liberare risorse oggi assurdamente destinate alla produzione di armamenti, riconvertendo la produzione bellica in produzione di pace.
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MessaggioInviato: 04 Giu 2009 13:43    Oggetto: Rispondi citando

Rifondazione Comunista

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Citazione:
Questo è il programma unitario per le elezioni europee di Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani.

La crisi del capitalismo non la paghino le lavoratrici e i lavoratori

La crisi che stiamo vivendo è un prodotto dell?attuale capitalismo globalizzato e delle politiche neoliberiste, alle quali un contributo è stato dato anche da questa Unione Europea. Noi ci battiamo per un?altra Europa:

* Per la sostituzione del Patto di stabilità - che ha penalizzato il lavoro - con un patto per la piena occupazione e la riconversione sociale ed ambientale dell?economia.
* Per la socializzazione del sistema bancario e finanziario, con il controllo pubblico del credito.
* Per un controllo democratico della Banca Centrale Europea e un radicale mutamento della sua missione, che deve essere tesa a promuovere uno sviluppo socialmente equo e ambientalmente sostenibile.
* Per l?armonizzazione del sistema fiscale europeo, fondato sul principio della progressività delle imposte (chi ha di più, contribuisca di più).
* Per la ripubblicizzazione di quanto privatizzato, a partire da beni comuni e servizi pubblici essenziali, come l?educazione, la salute, l?acqua, l?energia, i trasporti.
* Per l?introduzione della Tobin Tax per tassare i capitali speculativi e per l?abolizione dei paradisi fiscali (dove confluiscono i soldi degli evasori e del malaffare).

Per un?Europa del lavoro, della piena e buona occupazione

Non sono le lavoratrici e i lavoratori a dover pagare la crisi, mentre banchieri e speculatori vengono salvati. La politica dei bassi salari e del lavoro precario è il cuore del problema. Noi ci battiamo per:

* Un piano per la piena occupazione, con la creazione di un fondo finanziato con la tassazione della speculazione finanziaria e della rendita.
* Il blocco dei licenziamenti e delle delocalizzazioni. Le imprese che usufruiscono di contributi pubblici non possono licenziare o usare questi fondi per spostare le produzioni.
* La redistribuzione della ricchezza con l?aumento di salari e pensioni, contro la precarietà ed il dumping sociale, per l?abolizione della direttiva Bolkestein, contro l?estensione dell?orario di lavoro e l?innalzamento dell?età pensionabile per le donne.
* Un contratto e un salario minimo europeo, un reddito sociale ai disoccupati, un?adeguata pensione per tutte e tutti.

Per la Pace e il disarmo, un?altra Europa per un altro mondo

Sosteniamo un processo globale di disarmo, che attraverso la riduzione delle spese militari, liberi risorse a favore delle politiche sociali:

* Per il ritiro dei contingenti europei in Iraq ed Afghanistan.
* Contro la creazione di nuove basi Nato o Usa, a partire da quella di Vicenza, e contro l?installazione dello scudo missilistico.
* Per un nuovo equilibrio globale multipolare, per lo scioglimento della Nato e la soluzione politica e civile dei conflitti.
* Per il pieno riconoscimento del diritto del popolo palestinese ad avere il suo stato. Per il diritto della popolazione Saharawi all?auto-determinazione. Per la soluzione politica della questione kurda.
* Contro le politiche neoliberiste del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale e dell?Organizzazione Mondiale del Commercio e per l?abolizione del debito dei Paesi del Sud del mondo.
* Per cambiare gli accordi commerciali tra il ?mondo ricco? e il ?mondo povero?, attualmente ispirati a iniqui criteri di scambio ineguale. Per la fine del blocco economico a Cuba.

Per un?Europa dell?ambiente, della sovranità alimentare e delle generazioni future

Questioni climatiche e sociali sono correlate. La risposta alla crisi sta anche in un nuovo intervento pubblico in economia per la riconversione ecologica del sistema produttivo, per rispondere al cambiamento climatico e modificare il nostro modello produttivo e consumistico.

* Chiediamo una piena applicazione degli obblighi firmati dall?Unione Europea in tutti i settori relativi alle politiche climatiche ed energetiche.
* Per ridurre le emissioni globali, per aumentare l?utilizzo di energie rinnovabili e l?efficienza energetica. Siamo contro l?uso del nucleare, sia civile che militare (pericoloso e costoso).
* L?acqua è un diritto fondamentale dell?umanità, un bene universale che deve rimanere pubblico. Siamo contro ogni privatizzazione o mercificazione dell?acqua.
* La sovranità e la sicurezza alimentare, la multifunzionalità dell?agricoltura sono obiettivi strategici di un nuovo modello agricolo europeo finalizzato alla tutela dei consumatori, alla valorizzazione dell?agricoltura biologica e dei prodotti tipici, al rifiuto degli OGM, alla salvaguardia della biodiversità, del territorio e del paesaggio.

Per un?Europa dei Diritti, delle libertà e della laicità

Uno dei grandi limiti della costruzione europea è stato il suo carattere a-democratico. Noi siamo:

* Per una Europa nella quale tutte le sue istituzioni siano democraticamente legittimate.
* Per la partecipazione diretta nei processi decisionali, con referendum sulle questioni relative alle scelte fondamentali della stessa Unione Europea.
* Per un?Europa democratica e aperta, che affermi la laicità come valore irrinunciabile delle sue istituzioni pubbliche.
* Per un?Europa che protegga i diritti di coloro che sono discriminati a causa della loro origine etnica, orientamento sessuale e identità di genere, religione, ideologia, disabilità.
* Contro un?Europa fortezza, la direttiva del ritorno, e per la chiusura dei centri di detenzione degli immigrati.
* Per la difesa del carattere pubblico e laico della scuola e dell?università, così come di quello di una ricerca culturale e scientifica che sia svincolata dalle logiche mercantili.
* Per il diritto alla casa e all?abitare, ad una sanità pubblica e di qualità.
* Tutte le istituzioni pubbliche devono garantire la libertà delle donne e impegnarsi contro tutte le forme di patriarcato. Ogni donna deve poter decidere liberamente del proprio corpo, poter esercitare il diritto all?aborto, alla contraccezione, a una maternità consapevole e all?accesso alle tecniche di riproduzione artificiale.
* Siamo convinti che la questione morale abbia un valore universale, in Italia come in Europa
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MessaggioInviato: 04 Giu 2009 13:47    Oggetto: Rispondi citando

Liberal Democratici Riformisti

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Citazione:
Il programma dei Liberal Democratici Riformisti per le elezioni europee 2009 si articola in 5 punti fondamentali:

1. ECONOMIA:
PER COSTRUIRE L?EUROPA CHE VOGLIAMO

Seguire la strada tracciata a Lisbona

I Liberal Democratici italiani condividono in pieno i principi ispiratori del la Strategia di Lisbona che mirano a fare dell?Europa un?area economica fortemente competitiva e fondata sulla conoscenza.
Un?elevata qualità del capitale umano e la capacità di posizionarsi sulla frontiera tecnologica rappresentano una condizione necessaria per una crescita sostenuta, la difesa dell?occupazione nel medio-lungo periodo e una maggiore coesione sociale. Quest?ultima va preservata anche garantendo opportunità e condizioni dignitose nelle fasi più delicate della vita a cominciare dalla maternità e dalla vecchiaia.
A livello europeo i risultati in tale direzione sono stati sinora poco soddisfacenti, nel caso italiano addirittura deludenti. Questa tendenza deve essere invertita.
In Europa, il nostro Paese è ?rimasto indietro?: ne sono chiara testimonianza i tassi di crescita strutturalmente inferiori alla media dell?area e più in particolare la scarsa performance della produttività italiana.
Le misure approntate per fronteggiare la profonda crisi economico-finanziaria in corso dovrebbero rappresentare un punto di svolta. Il ruolo di impulso e coordinamento delle Istituzioni Europee è determinante affinché gli sforzi dei Governi nazionali pongano delle solide basi per la crescita futura.
Bisogna agire affinché la risposta della politica economica non si limiti solamente a misure di sostegno anticongiunturale. Riteniamo di importanza prioritaria innescare meccanismi economici virtuosi nei prossimi anni che rendano più competitiva l?economia europea e quella italiana in particolare.

Puntare forte sul trinomio
Formazione-Ricerca-Tecnologia applicata.

Occorre qualificare e sostenere i giovani in questo delicato passaggio socio-economico.
I Liberal Democratici auspicano che in sede europea venga stabilito un modello di base di scuola europeo che tenga conto delle conoscenze e del patrimonio di idee e principi comuni a tutti i cittadini europei e che possa, agevolmente, essere integrato con un modello nazionale, informato alle specificità del sapere e delle conoscenze nazionali.
È, altresì, auspicabile che si percorra compiutamente la via della libera circolazione del sapere declinata come opportunità anche per le scuole nazionali di un Paese membro di essere riconosciute al di fuori del territorio nazionale, al pari delle scuole statali di ogni singolo stato membro.
Libera circolazione del sapere significa dare a tutti gli studenti la possibilità di affrontare corsi di studi universitari senza quegli sbarramenti, spesso rappresentati dalla previsione di ?numeri chiusi?, che non rispecchiano il principio secondo cui ciascuno studente debba essere valutato in base ai propri meriti e capacità dimostrati durante il corso di studi stesso.
Per i giovani non si tratta solamente di difendere la cosiddetta ?eccellenza? ma di evitare che una platea ampia di giovani preparati, quella che oramai si presenta come una vera e propria Generazione-Crisi, venga inghiottita dal circolo vizioso precariato-disoccupazione-dequalificazione. Aggirare il problema significa relegare per i prossimi anni l?economia a una crescita modesta e non garantire a quegli stessi giovani la possibilità di costruirsi una pensione dignitosa. L?Europa deve adoperarsi perché questo non accada anche con iniziative mirate come quella ?Nuove competenze per nuovi lavori?.
Un?attenzione particolare va rivolta a tutti i lavoratori che hanno superato i cinquant?anni e che hanno subito un licenziamento. Per la maggior parte di essi, è notoria la assoluta difficoltà ad accedere a nuove proposte lavorative, difficoltà che aumenta sensibilmente per le donne.
È necessaria anche per gli imprenditori una formazione a livello europeo. A tal fine i Liberal Democratici propongono che tale formazione sia comprovata dal rilascio di un patentino europeo, onde rendere ogni imprenditore consapevole di tutta la legislazione vigente sul territorio europeo, per un corretto esercizio di impresa: innovare significa formare individui consapevoli del ruolo e dei rischi connessi a tale ruolo.
I Liberal Democratici chiedono, in attuazione di quanto previsto dal programma di lavoro ?Istruzione e formazione 2010? della Commissione Europea, un miglioramento degli scambi di esperienze circa l?utilizzazione delle risorse finanziarie messe a disposizione per lo sviluppo dell?istruzione e della formazione tramite i Fondi strutturali e la Banca europea degli investimenti con l?obiettivo di un migliore sfruttamento di tali risorse nel futuro.
Chiedono altresì che sia realizzato al più presto il target relativo all?aumento di almeno il 15% dei diplomati in matematica e scienze e tecnologie.

Più ricerca

Il 7° programma quadro per gli anni 2007-2013 deve incentivare la spesa nazionale in materia di ricerca, affinché lo sforzo dell?Europa nel settore raggiunga il 3% del PIL.
I Liberal Democratici ritengono condizione imprescindibile per la realizzazione degli obiettivi della Strategia di Lisbona che siano accresciute le risorse destinate alla ricerca dalla Ue per incentivare gli investimenti nei singoli stati membri da parte sia di enti nazionali che privati.
L?Europa della ricerca che vogliamo è chiamata alla scoperta di nuove conoscenze che cambino fondamentalmente la visione del mondo di noi europei e del nostro stile di vita.
L?Europa dovrà costruire e consolidare la propria leadership nei settori più importanti della ricerca: salute, biotecnologie, tecnologie dell?informazione e della comunicazione, nanoscienze, nanotecnologie, materiali/nuove tecnologie di produzione, energia, ambiente e spazio. In tale prospettiva dovrà rafforzare i legami tra l?industria e la ricerca attraverso ?iniziative tecnologiche congiunte?, che combinino investimenti privati e finanziamenti pubblici.
In linea con la parte ?Persone?, nell?ambito del 7° programma di Ricerca, i Liberal Democratici propongono di aumentare sostanzialmente le risorse finanziarie per ampliare le prospettive di carriera dei ricercatori in Europa ed incentivare il coinvolgimento di giovani ricercatori di alta qualità professionale.
Sebbene la Sanità rientri essenzialmente nella competenza degli Stati membri, l?azione europea in campo sanitario così come previsto nella ?Nuova strategia in materia sanitaria per l?UE (2008-2013)? è chiamata a far fronte a sfide comuni quali l?invecchiamento della popolazione, le variazione demografiche, le pandemie e il bioterrorismo.
In riferimento alla medicina non convenzionale, si rende necessario e doveroso, per preservare come bene supremo la salute dei cittadini, una immediata e seria regolamentazione sull?accesso a queste nuove professioni sanitarie che sono ormai una consolidata realtà anche nel nostro Paese.
Infatti, la tutela dei cittadini parte proprio dalla certificazione degli operatori delle medicine non convenzionali (omeopati, osteopati, chiropratici, naturopati ecc?) che devono ricevere formazione anche in Italia attraverso specifici corsi di laurea e conseguenti registri di controllo professionale, al fine, tra l?altro, di consentire anche la loro libera circolazione in Europa con il reciproco riconoscimento dei titoli.

Le professioni

L?Italia è in ritardo nello sviluppo e nella valorizzazione dei professionisti della conoscenza. I Liberal Democratici propongono un sistema ?duale?, volto a regolare in parallelo due mondi diversi per storia e consistenza (quello che si riconosce nella struttura ordinistica e quello delle associazioni non riconosciute). Tale ipotesi duale ha negli anni fatto strada senza, però giungere ad una riforma. Tale circostanza ha impedito a molti professionisti di muoversi e di partecipare in Europa alle politiche sia formative che professionali. È, pertanto, necessario che il Governo Italiano per prima cosa riconosca le Associazioni Professionali, nuove e vecchie e, in successione, riformi gli ordini professionali, adeguandoli al quadro non solo Europeo ma anche mondiale.

Le imprese e la corsa tecnologica

La politica di investimenti deve concentrare gli sforzi in settori ad alto potenziale di crescita economica e tecnologica, (comprendendo oltre l?ambito produttivo anche i settori della Cultura e dello Sport ove innovazione significa, nel primo caso, conservare il patrimonio culturale e diffondere la conoscenza con metodi nuovi e nel secondo, sfruttare la forza evocativa dello sport e delle sue potenzialità economiche per testare nuove soluzioni tecnologiche).
Un fattore chiave in tal senso è rappresentato da una gestione più efficace dei Fondi Europei e Nazionali per lo sviluppo, favorendo il recupero di aree in difficoltà come il nostro Mezzogiorno.
Dobbiamo puntare sulle PMI, sul loro sviluppo e sulla loro capacità di adattarsi al mercato:il ruolo dei fondi stanziati dalla European Investment Bank e una gestione centralizzata di almeno una quota dei fondi strutturali per le PMI destinati all?innovazione potrebbero giocare un ruolo chiave e determinante.
In particolare, le tecnologie per il risparmio energetico e per le fonti rinnovabili offrono la possibilità di coniugare ambizioni di crescita ed elevata preparazione dei giovani, ricerca e applicazione. Sviluppare la domanda e sostenere l?offerta in questo campo deve essere una priorità: l?Europa -come noto- ha un ruolo guida con gli obbiettivi di lungo periodo imposti dal cosiddetto Pacchetto Clima.
E?, in ogni caso, indispensabile creare le condizioni per attirare gli investimenti sia su base nazionale che internazionale. Oltre ad una ragionevole durata dei processi e ad adeguati strumenti di enforcement, riteniamo utile intervenire a livello europeo nella legislazione fallimentare dei singoli Stati membri. Occorre prevedere e regolamentare procedure volte a liquidare i crediti vantati da imprese di Stati terzi in un termine massimo di dodici mesi dall?atto di declaratoria fallimentare e/o concorsuale al fine di non perdere tutte le opportunità legate proprio agli investimenti in Stati terzi.

Donne, Maternità e Impresa

Sviluppo e crescita sono inscindibilmente legati all?affermazione del ruolo della donna a livello occupazionale
Gli obiettivi previsti nella Strategia di Lisbona relativi all?occupazione delle donne in Europa (60% nel 2010), sono, purtroppo, ancora lontani dall?essere realizzati.
Le disuguaglianze sono destinate ad aggravarsi. L?incremento della concorrenza economica su scala mondiale, richiedendo più mobilità e flessibilità, finisce per penalizzare proprio le donne, a causa dell?ineguale carico di responsabilità familiari rispetto agli uomini.
I Liberal Democratici sostengono, quindi, la necessità che sia data celermente attuazione al pacchetto di proposte a sostegno delle lavoratrici per la promozione di una migliore cultura del bilanciamento tra lavoro e vita privata, quali le iniziative della Commissione che mirano a prevedere trattamenti uniformi in tutti gli stati membri in tema di congedi di maternità. Segnaliamo, in particolare la previsione di un periodo di astensione minimo dal lavoro a pieno salario e la previsione di più flessibilità nella scelta del periodo di astensione non obbligatoria.
Sul fronte occupazione, l?Unione Europea deve favorire una uguale indipendenza economica tra donne e uomini attraverso la creazione di impiego, puntando alla promozione dell?imprenditorialità femminile.
Oggi le donne costituiscono in media il 30% degli imprenditori nell?Unione europea (UE), trovandosi spesso a far fronte a maggiori difficoltà nell?accesso ai finanziamenti e alla formazione.
Per superare tale divario, i Liberal Democratici ritengono indispensabile promuovere e potenziare il lavoro dell?EWN (Eurochambres Women Network), la rete europea che riunisce i rappresentanti delle associazioni nazionali delle camere di commercio, per fornire un sostegno strutturato allo sviluppo dell?imprenditoria femminile, sostenendo, grazie alla rete dei comitati nazionali per la promozione dell?imprenditoria o della parità di genere, la partecipazione degli operatori ai programmi di finanziamento europei per l?imprenditoria femminile (PROGRESS).

Stabilizzare il sistema bancario/finanziario
e fronteggiare le spinte involutive della crisi

L?importanza di avere una ?sede europea? dalla quale gestire le fasi acute della crisi è emersa chiaramente nei mesi scorsi: le misure varate dai Governi hanno immediatamente acquistato credibilità ed efficacia quando discusse e concordate con i partner europei. Dobbiamo approfittare per rafforzare ulteriormente il ruolo dell?Europa nella supervisione delle istituzioni finanziarie e dei mercati, nei meccanismi di prevenzione e gestione delle crisi.
Le Istituzioni Europee sono chiamate a comporre un quadro di complesse esigenze e diverse situazioni, a cominciare da quelle dei paesi entrati nell?Unione più di recente.
In prospettiva, l?Europa deve svolgere un ruolo di faro e coordinamento nella predisposizione di un nuovo set di regole per il settore finanziario.
Le Istituzioni Europee saranno centrali nel definire un quadro di riferimento condiviso in materia di requisiti patrimoniali, strumenti finanziari, contabilità e remunerazione dei manager.

Un nuovo/vecchio modello di fare banca

La crisi finanziaria impone anche un ripensamento del modello bancario di riferimento.
È auspicabile che le banche siano spinte a svolgere, innanzitutto con efficienza, correttezza e trasparenza, la loro tradizionale funzione creditizia.
In questa direzione, infatti, i Liberal Democratici intendono sollecitare l?Europa al fine di creare una Centrale Rischi Europea, in modo da aumentare la trasparenza di approccio tra imprenditori/banche di vari Stati ed agevolare, in tal modo, le pratiche amministrative di accesso al credito e/o a misure agevolate.
Al tempo stesso occorre innovare sul tema afferente la segnalazione di un nominativo a sofferenza in Centrale Rischi, intervenendo, nel rispetto delle dovute garanzie, affinché detta segnalazione ricorra solo laddove vi sia, in capo al debitore, il requisito dell?insolvenza, intesa come incapacità di far fronte regolarmente alle proprie obbligazioni con il suo patrimonio, ovvero a situazioni equiparabili, quale una ?assai? rilevante difficoltà di recuperare il credito.

2. AMBIENTE

Volano della crescita

L?Unione europea e la comunità internazionale hanno spinto gli stati membri nella direzione di più alti e diffusi standard in campo ambientale.
I Liberal Democratici hanno espresso con chiarezza la convinzione secondo cui la concezione dell?ambiente quale costo, vincolo allo sviluppo e alla produzione industriale è ormai definitivamente superata. Investire, quindi, in strategie e risorse in grado di garantire la sopravvivenza e la qualità di vita del genere umano rappresenta uno straordinario volano di crescita e sviluppo non solo nel lungo periodo ma anche nel medio.

Per le energie rinnovabili e il risparmio energetico

L?Europa, con la presentazione del nuovo Pacchetto Clima, tra le cui misure si evidenzia la radicale riforma del tetto massimo delle emissioni a livello comunitario (almeno il 20% fino ad arrivare al 30% per i gas serra) spingerà tutti i paesi membri verso tecnologie produttive pulite.
L?obiettivo della Commissione europea mira a garantire che l?innalzamento della temperatura media a livello mondiale non superi di oltre 2 gradi C° i livelli dell?era preindustriale.
Il ritardo del nostro Paese in merito all?utilizzo delle FER è sostanziale (si consideri che dovremo raggiungere il 17% sul totale dei consumi entro il 2020 partendo dal 5,2% attuale).
Noi Liberal Democratici puntiamo sulle energie rinnovabili e ci impegniamo affinché anche nel nostro Paese siano raggiunti gli obiettivi richiesti dall?Unione Europea, purché sia sempre assicurato al nostro Paese libertà e flessibilità nella scelta delle opzioni su cui puntare (biomasse, geotermico, fotovoltaico?). Per ciò che attiene l?energia eolica vanno, tuttavia, considerati sfavorevolmente gli impatti sul piano paesaggistico a fronte della ridotta potenza energetica prodotta.
Per ciò che attiene ai biocarburanti concordiamo sul loro utilizzo e diffusione ma chiediamo garanzie sulla loro sostenibilità ambientale e sulla tutela della biodiversità.
Dobbiamo puntare con decisione sul risparmio energetico, realizzando, in linea con l?obiettivo comunitario, la riduzione del 20% del consumo totale di energia entro il 2020, concentrando la nostra azione sul settore dei trasporti, edilizia e sulla maggiore efficacia nella trasmissione e distribuzione dell?elettricità.
Ciò comporterà così una riduzione delle emissioni di quasi 800 milioni di tonnellate all?anno e comporterà per i consumatori privati un riduzione dei costi energetici. Anche attraverso il risparmio energetico si stimolano gli investimenti in tecnologia e si sostiene l?occupazione.
Nel nostro Paese, con la predisposizione da parte del Governo del cd ?Piano Casa?, si è persa una preziosa opportunità per incentivare con decisione il risparmio energetico.
Infatti, I Liberal Democratici hanno sostenuto con forza la necessità che la possibilità di aumentare la cubatura di un immobile fosse imprescindibilmente legata alla prova di aver migliorato l?efficienza energetica e/o aver installato impianti per fonti energetiche rinnovabili nell?immobile stesso.

I Liberal Democratici, inoltre, auspicano che l?Unione Europea, sin dai prossimi summit internazionali (G8 e soprattutto Conferenza di Copenhagen di dicembre prossimo) rafforzi la sua azione persuasiva e di stimolo nei confronti delle grandi economie in crescita, come India e Cina, in direzione di un accordo globale su un regime multilaterale rafforzato tale da far fronte ai cambiamenti climatici che possa essere sollecitamente ratificato e messo in atto.

Rifiuti

Situazioni caratterizzate dalla straordinarietà gravità in tema di gestione e smaltimento di rifiuti quale la drammatica situazione verificatasi nel nostro Paese, segnatamente in Campania, rischiano di ripetersi non solo nel contesto italiano ma nel resto dell?Europa in virtù dell?allarmante dato della continua e costante crescita della produzione di rifiuti in tutti gli stati membri (è circa mezza tonnellata la quantità di rifiuti urbani prodotta ogni anno dai cittadini europei).
Noi Liberal Democratici riteniamo, in armonia con quanto stabilito dall?ultima direttiva sui rifiuti del giugno scorso, che la soluzione del problema vada ricercata nella prevenzione e nel contestuale sviluppo dei protocolli avanzati per la riduzione e minimizzazione del rifiuto, a partire dalla lotta all?over-packaging.
Va rifiutata con forza l?automaticità del processo ?Più crescita economica- Più prelievo di risorse- Più produzione di rifiuti?, come dimostrato anche da rilevatori ?Eurostat?.

Infrazioni in campo ambientale

Il numero totale delle procedure d?infrazione a carico dell?Italia si attesta sulla cifra, poco lusinghiera di 164.
Sappiamo inoltre che di queste 164 infrazioni ben 43 sono riferite a violazioni in campo ambientale cioè oltre il 26%.
Un dato allarmante e clamoroso rispetto al quale il nostro Governo non è stato finora in grado di porre rimedio. Ci impegneremo affinché, ad una ragionata apposizione di limiti e soglie a livello europeo in campo ambientale, corrisponda un responsabile e più celere adeguamento degli stati membri.

3. GIUSTIZIA E SICUREZZA

Un tema europeo

Le sfide che attendono l?Europa nel suo complesso implicano in ciascuno stato membro una giustizia capace di rispondere celermente ai propri cittadini.
Oggi, infatti, l?offerta di giustizia di ogni singolo stato membro concorre con quella di tutti gli altri stati partner dell?Unione Europea.
Sappiamo, infatti, che a seguito del riconoscimento a ciascun cittadino europeo del diritto di circolare e soggiornare liberamente su tutto il territorio dell?Unione, gli aspetti legati all?amministrazione della giustizia in ogni stato membro finiscono per riguardare le condizioni di legalità e sicurezza di tutti gli altri.
In quest?ottica, i Liberal Democratici ritengono fondamentale l?attività svolta da Eurojust per sviluppare la cooperazione giudiziaria in campo penale, al fine di dotarci di norme minime di procedura penale valide per tutti. Sostanziali differenze tra i sistemi penali tra gli stati membri comportano il rischio di vedere una migrazione del crimine in quei Paesi la cui disciplina penale sostanziale o procedurale risulti inadeguata o inapplicata.

Un paese fuori standard europeo: le nostre carenze

Il nostro Paese si trova stretto tra tre diversi ordini di problemi che attengono al profilo giustizia/sicurezza.
Le risorse messe a disposizione del nostro Paese per la Giustizia sono del tutto insufficienti e rischiano, nel breve periodo, di condurre tale settore alla paralisi totale.
Sono state, infatti, bloccate le procedure di assunzione di personale ausiliario,
-tra cui la fondamentale figura del cancelliere- indispensabile per la celebrazione dei processi. Nonostante, alcuni interventi normativi in direzione del funzionamento del sistema giudiziario, comportanti trasferimenti d?ufficio atti a tamponare i vuoti d?organico presso le sede disagiate degli uffici giudiziari,
l?organico della magistratura rimane mal distribuito.
Ad avviso dei Liberal Democratici, è necessario, procedere ad una riforma organica dell?attuale, irrazionale, distribuzione delle sedi giudiziarie in un?ottica di ?dimensione organizzativa ottimale? .
Lo strumento d?indagine rappresentato dalle intercettazioni, mezzo di ricerca delle prove di straordinaria efficacia per la repressione dei reati, si accinge ad
essere fortemente compresso.
Il risultato è destinato ad essere rappresentato dalla paralisi della capacità investigativa dei nostri organi inquirenti, così come dal contestuale black-out del diritto di cronaca e del diritto di sapere dei cittadini, frutto della previsione di un obbligo di segretezza eccessivo e illiberale.
A causa dei drastici tagli che hanno interessato i comparti Giustizia, Interno e Difesa, le forze dell?Ordine (Polizia, Carabinieri?) non hanno più risorse per
provvedere a necessità primarie per l?espletamento delle funzioni di prevenzione e repressione dei reati. Stessa sorte interessa anche le nostre Forze Armate che,
non avendo più risorse per la formazione, l?addestramento, per l?utilizzo e la manutenzione dei loro mezzi, non saranno più, in breve tempo, in grado di assolvere alle missioni più delicate e specializzate sotto l?egida dell?Unione Europea, della Nato o dell?Onu.
Non essendo stati previsti dei piani di edilizia carceraria sufficienti, nel nostro Paese, si riaffacciano pericolose ipotesi di condono di pena destinati a riportate in libertà sul territorio italiano ed europeo pericolosi criminali.

La durata dei processi e la legge ?Pinto?

L?eccessiva durata dei processi in Italia che relega il nostro Paese al 156 ° posto di una graduatoria elaborata dalla Banca Mondiale sulla durata media di un procedimento di recupero di un credito maturato a seguito di una lite di carattere commerciale comporta, oltre ad un grave danno di immagine per il nostro Paese, anche dei gravissimi danni economici legati al risarcimento dei danni.
Il paragone con i nostri partner europei è impietoso: in Francia sono necessari 331 giorni, 394 in Germania, 316 in Giappone e 515 in Spagna contro i 1210 in Italia.
L?entità dei risarcimenti ex legge Pinto, ovvero della legge 89/2001 italiana emanata in applicazione della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell?uomo e delle libertà fondamentali per colpire i ritardi della giustizia ha raggiunto negli ultimi due anni qualcosa come oltre 80 milioni di euro effettivamente sborsati, a cui sono destinati ad aggiungersi altri 36,6 milioni dovuti ma non ancora pagati.
Inoltre va considerato l?ulteriore effetto distorsivo rappresentato dalla cd ?Pinto sulla Pinto?, ovvero i costi sostenuti dallo stato italiano nel momento in cui alla richiesta di risarcimento per il ritardo nella definizione della prima causa si aggiungono le ulteriori richieste relative anche alla causa sul ritardo.
Anche a seguito dei richiami operati dal Comitato dei Ministri del Consiglio d?Europa, è urgente, promuovere una ?amministrativizzazione? del?intero procedimento, anziché continuare a far sì che questo genere di procedimenti intasi le Corti d?Appello e la Suprema Corte.
Sono, inoltre, necessari nel nostro Paese nuovi sistemi comuni di incentivazione circa la velocizzazione dei procedimenti giudiziari consistenti nella semplificazione dei riti, delle comunicazioni e delle notificazioni. È, altresì, indispensabile adottare tutti quei correttivi che accentuino la tipicità dei motivi di impugnazione e consentano al giudice di porre a base delle proprie decisioni tutti quei fatti e circostanze contestati in modo generico da controparte.
È necessario che anche nel nostro Paese al lavoro dei magistrati si affianchi una efficace rete di istituzioni operanti nel campo della mediazione, così come già prescritto a livello europeo grazie alla direttiva 2008/52/CE.

Misure comuni per la criminalità transfrontaliera

I Liberal Democratici sostengono la necessità che siano date delle risposte al crimine transfrontaliero facendo leva su soluzioni europee.
Mentre il Governo del nostro Paese studia e mette in opera soluzioni per rendere più complesse le attività di lotta al crimine, l?Europa è chiamata a fronteggiare nuove soluzioni per favorire le indagini nei paesi membri contro la criminalità transfrontaliera.
In questa direzione si propone un ampliamento delle capacità di intervento di Eurojust, l?organo comunitario che ha il compito di sviluppare politiche comuni in tema di criminalità organizzata e cybercrime.
È noto, infatti, che le indagini finalizzate alla repressione dei reati si rivolgono, oggi, anche verso sistemi di comunicazione informatizzati che per loro natura sfuggono dai tradizionali sistemi di intercettazione come nel caso del servizio skype. ma anche con altri tipi di software che consentono di scambiarsi mail o messaggi.

?Principio di disponibilità? e banca dati DNA

Contro il terrorismo è necessaria una risposta globale e un?impostazione coerente ed integrata così come stabilito sin dal programma dell?Aja del 2004.
I Liberal Democratici sono favorevoli ad una implementazione dei canali per lo scambio di informazioni, anche nella direzione del consolidamento del principio di disponibilità in virtù del quale gli stati membri si obbligano a fornire alle autorità competenti omologhe degli altri Stati membri e a Europol, preferibilmente con accesso diretto on-line, le informazioni necessarie all?assolvimento dei loro compiti in materia di prevenzione, individuazione e investigazione dei reati.
Al fine di rendere più efficace l?attività di prevenzione e repressione dei reati, i Liberal Democratici seguiranno con attenzione le procedure per l?istituzione di una banca dati per la raccolta delle impronte dattiloscopiche, del dna e delle targhe dei veicoli, così come stabilito nel trattato di Prum, vigilando affinché sia tutelata la dignità della persona, il diritto alla difesa e il principio di proporzionalità così come stabilito dal Comitato dei ministri del Consiglio d?Europa del 10 febbraio 1992.

Lotta alla tratta degli esseri umani
e allo sfruttamento sessuale dei bambini

La tratta degli esseri umani e lo sfruttamento sessuale dei bambini sono pratiche barbariche che non solo non state ancora superate ma che addirittura sono
in aumento.
I Liberal Democratici ritengono indispensabile, in linea con quanto già previsto dalla Commissione Europea, che, al più presto, si operi un ravvicinamento delle disposizioni legislative nazionali in materia penale e di diritto processuale penale per colpire il fenomeno.
Tali dossier, che per la loro stessa natura, non hanno confini nazionali, costituiscono una piaga per l?Europa intera e si possono combattere efficacemente solo attraverso strategie di carattere europeo e globale.

Le nuove ?insidie? connesse al web:
lotta alla pedopornografia e all?id-theft (furto d?identità )

È necessario che l?Ue renda al più presto operative le strutture in grado di contrastare il grave fenomeno della pedopornografia su Internet.
Le nuove insidie legate alla diffusione della rete web impongono infatti alla Ue di programmare una strategia comune per combattere la distribuzione commerciale di immagini pedopornografiche, per proteggere le vittime, per localizzare e arrestare i pedofili e quanti traggono profitto dalla vendita delle immagini.
Un ruolo fondamentale in questa azione contro la pedopornografia deve essere svolta da tutti gli stati membri assicurando lo stanziamento di fondi e risorse umane per l?identificazione delle vittime di tali violenze al fine di fornire ad essi adeguata assistenza terapeutica.
In questa direzione, va sviluppato il piano di lotta alla pedopornografia su internet basato sul nuovo organismo finanziato dalla Commissione Europea che vede una alleanza tra Europol, gestori di carte di credito e organi di polizia degli stati membri, in linea con la Decisione quadro 2004/68/GAI relativa alla lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pornografia infantile.

Il furto d?identità che si verifica ogni qualvolta un?informazione individuale, relativa ad una persona fisica o ad un?azienda è ottenuta in modo fraudolento da un criminale con l?intento di assumerne l?identità per compiere atti illeciti è un problema crescente nell?Unione europea. Ciò mina alla base la regolarità degli scambi di informazioni commerciali e personali in tutta la Ue.
I Liberal Democratici si impegneranno affinché a livello europeo siano emanate disposizioni per l?armonizzazione della disciplina penale sul tema, introducendo anche obbligatoriamente una nuova fattispecie di reato comune in tutti gli stati membri.

4. POLITICHE PER L?IMMIGRAZIONE

Un possibile fattore di crescita

I Liberal Democratici considerano l?immigrazione un fattore importante per lo sviluppo della strategia di Lisbona sui temi della crescita e dell?occupazione.
Una efficiente governance dell?immigrazione economica è un elemento essenziale della competitività dell?UE, così come recentemente riaffermato anche dal Consiglio europeo.
È altresì fondamentale che, a fronte del rilevante flusso migratorio che interessa l?Unione Europea, l?integrità dello spazio Schengen, aperto e senza controlli alle frontiere interne, vada conservata e migliorata.
I Liberal Democratici si impegnano a perseguire con determinazione i tre cardini sui cui ruota la strategia per l?immigrazione proposta dalla Commissione Europea: prosperità, solidarietà e sicurezza.

Integrazione e occupazione

Nell?ottica della prosperità, le migrazioni internazionali rappresentano un?opportunità, rappresentando un fattore di scambio culturale, umano, sociale ed economico. I Liberal Democratici ritengono che i benefici della migrazione siano massimi quando si tiene conto delle esigenze economiche della società ospite, senza per questo escludere altre forme di migrazione che non siano a scopi occupazionali.
Solidarietà dell?Unione Europea

In un?Europa aperta priva di frontiere interne, nessuno Stato membro può gestire da solo il tema dell?immigrazione. Il nostro Paese che in virtù della propria collocazione geografica è esposto ad un maggior afflusso migratorio deve essere necessariamente supportato e assistito a livello finanziario dall?Unione Europea per realizzare gli obiettivi strategici della politica d?immigrazione comune.
In tale ottica, è altresì necessario rafforzare la cooperazione degli Stati membri e dell?intera Unione europea con i Paesi di origine dei cittadini immigrati, al fine di combattere il fenomeno dell?immigrazione clandestina.

Gestione intergrata delle frontiere e lotta
all?immigrazione clandestina

I Liberal Democratici ritengono indispensabile rilanciare il principio della gestione intergrata delle frontiere, accompagnando però le misure di contenimento e difesa alla contestuale lotta al traffico di migranti e alla tratta di persone in tutte le sue fattispecie.
È necessario puntare sullo sviluppo di nuove tecnologie per consentire operazioni di verifica e scambio di informazioni veloce e sicuro sul tema im migrazione tra Stati membri.
In tema di immigrazione clandestina, come dimostrato dalle attuali difficoltà del nostro Paese, è necessario predisporre misure realmente efficaci per il sollecito rimpatrio dei clandestini, attingendo a fondi comunitari.

5. POLITICA ESTERA E COOPERAZIONE

La Politica Estera della UE

Noi Liberal Democratici crediamo fortemente nel processo di unificazione ed integrazione dell?Europa. In tale prospettiva va inquadrata l?assoluta necessità di una politica estera comune in maniera tale che gli Stati membri possano trarne beneficio. In particolare, bisognerebbe aumentare la capacità della Ue di gestire le crisi internazionali, interagendo con gli Organismi multilaterali preposti. La vocazione al multilateralismo è una vocazione insita nel dna della UE e noi vogliamo coglierne tutti gli aspetti positivi per la costruzione di un mondo più giusto, libero e democratico. La Ue deve assumere un ruolo di protagonista sano sulla scena internazionale, portando la propria esperienza storica di integrazione che ha permesso il superamento delle crisi interne. Allo stesso tempo è importante basare la propria azione di politica estera sul rispetto e la promozione dei diritti umani in tutti i Paesi del mondo. Tale impegno porterà effetti pratici sul piano della sicurezza, della lotta al terrorismo internazionale, e quindi al rafforzamento di tutto ciò che concorre alla difesa comune.
L?Europa dovrebbe esprimersi con una sola voce tramite l?Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune. Sarebbe davvero opportuno, e non per sterili opportunismi nazionali, che la UE fosse rappresentata con un seggio in maniera permanente nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Il nostro Paese farebbe bene a spingere con forza su questo punto della politica estera comune, cercando di essere fedele al proprio ruolo di fondatore delle prime Comunità europee, evitando pericolose fughe in avanti che non solo non ci portano da nessuna parte, ma che rischiano di isolarci in Europa.

La prospettiva di una difesa comune

I Liberal Democratici auspicano che la politica europea della sicurezza e della difesa sia rafforzata ed ampliata, a tale fine riunendo le risorse e le capacità europee inerenti alla difesa.
L?Unione europea dovrà essere in grado di provvedere da sola alla propria difesa militare e dovrà essere pronta ad intervenire, anche in scenari internazionali per tutelare la sicurezza globale e rispondere alle emergenze umanitarie.

La Cooperazione Internazionale

La cooperazione internazionale, che dovrebbe esprimere l?alto valore europeo della solidarietà e della giustizia per il rispetto dei diritti politici, civili, economici, culturali e sociali di tutti gli esseri umani, è anche uno strumento importante per costruire pacifiche e fruttuose relazioni internazionali.
La UE dovrà impegnarsi concretamente su diversi punti:
1) gestire in maniera più efficiente ed efficace le risorse a disposizione della Commissione;
2) far in modo che gli Stati membri arrivino entro il 2010 allo 0,33% di APS (Aiuti Pubblici allo Sviluppo), per poi puntare allo 0,7 per il 2015;
3) fare in modo che gli Stati membri possano collaborare maggiormente tra di loro per trovare nuovi metodi e approcci per un lavoro sinergico, soprattutto nelle aree di crisi umanitarie;
4) promuovere, in tutte le sedi opportune, la difesa dei diritti umani e della democrazia come punto d?arrivo delle azioni cooperative.
Il nostro Paese, fanalino di coda tra i Paesi Ocse-Dac per quantità di risorse messe a disposizione, è in questo settore allo sbando. Non vi è alcuna traccia nell?agenda politica del Governo di un serio rilancio della Cooperazione Internazionale: questa è una evidente e palese miopia politica, essendo anche il nostro un Paese frontaliero della Ue.
Noi Liberal Democratici ci batteremo affinché sia in Italia che in Europa ci sia una vera e concreta attenzione alla Cooperazione Internazionale verso i Paesi in via di sviluppo, con particolare riguardo ai Paesi del Mediterraneo e al Continente africano.
Crediamo che il modello di integrazione europea (basato sulla cooperazione tra Stati membri) possa costituire, anche per altri contesti geografici, un riferimento importante per uscire dalle situazioni di sottosviluppo, povertà, instabilità regionale, insicurezza e violazione dei diritti umani.
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MessaggioInviato: 04 Giu 2009 13:49    Oggetto: Rispondi citando

Lista Bonino-Pannella

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Movimento Sociale - Fiamma Tricolore

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MessaggioInviato: 04 Giu 2009 13:53    Oggetto: Rispondi citando

Partito Comunista dei Lavoratori

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Movimento per le Autonomie

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MessaggioInviato: 04 Giu 2009 13:57    Oggetto: Rispondi citando

Forza Nuova

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Il programma elettorale di FORZA NUOVA per le elezioni europee 2009 si articola fondamentalmente su 5 punti:

1) Forza Nuova è contro l?ingresso della Turchia in Europa perché:
a) crea un enorme enclave mussulmana che potenzialmente si estenderebbe sino alle repubbliche asiatiche turcofone che vantano un diritto inalienabile ad essere turche e quindi, nel caso di una sciagurata entrata della Turchia in Europa, europee.
b) tradizionalmente la Turchia è stata sempre alleata dei nemici d?Europa ed oggi vanta una stretta amicizia con USA e Israele. Gli Usa spingono per l?ingresso della Turchia nell?Unione, interessati ad avere un alleato-complice in qualità di fattore destabilizzante per il rafforzamento politico del vecchio continente.
c) l?arrivo della Turchia rappresenterebbe la fine dell?Europa per come l?abbiamo conosciuta negli ultimi 3mila anni. Dal punto di vista del mercato del lavoro e delle strutture sociali, in questo particolare momento di crisi (attualmente, 76 milioni di cittadini UE vivono al di sotto della soglia di povertà e 36 milioni di persone sono a rischio di povertà) la Turchia danneggerebbe lo stato già molto precario della nostra economia e delle nostre garanzie sociali.
Solo Forza Nuova dice NO ALLA TURCHIA IN EUROPA: Pdl e Pd sono favorevoli.

2) Forza Nuova vuole il recupero di un? Europa Cristiana nella sua visione del mondo e nella sua concezione della vita e del destino degli uomini. Romana per la concezione giuridica e nella sua visione delle relazioni fra i popoli, Greca nella formazione del pensiero e nella ricerca della verità. Pertanto rigetta la visione agnostica, laicista o massonica, che il nostro continente ha sempre ripudiato e che la lobby oligarchica composta dai vertici dell?Ue promuove quotidianamente. Inoltre Forza Nuova ritiene che l?Europa debba divenire custode dei valori tradizionali legati alla famiglia, alla difesa della vita ed alla promozione di uno stato sociale che riduca le distanze fra più ricchi e più poveri e difenda corpi sociali, imprese e famiglie, oggi assediati da banche e burocrazie.

3) L?attuale maggioranza politica nell?Unione Europea sostiene una globalizzazione economica di stampo neoliberista, la quale ha prodotto un forte incremento delle diseguaglianze sociali e della povertà, con parallela retromarcia delle forme di assistenza sociale per i cittadini indigenti.
Forza Nuova ritiene che in questo momento di grande crisi socio economica si debba dare una risposta forte e radicale partendo da:
a) emissione del denaro non più dalle banche e a debito, ma da parte degli Stati europei e a credito. L´emissione del denaro è una delle più importanti espressioni di Sovranità: dobbiamo riapproppiarcene.
b) Innalzamento delle dogane per tutti quei beni che vengono già prodotti in Europa. Protezione dell´agricoltura e delle piccole imprese.
c) rilancio dell?agricoltura in un nuova impostazione dell?economia europea, che vada in direzione della totale autosufficienza alimentare del popolo italiano e dei popoli europei.
d) A partire dalla stipula del trattato di Maastricht, le condizioni lavorative dei popoli europei sono peggiorate: precarietà, salari bassi, orari di lavoro insostenibili, disoccupazione. Il dumping sociale e la precarietà vanno combattuti. Vanno rilanciate l?occupazione e la vera economia. in special modo quella legata alle prime necessità della vita (agricoltura, edilizia e manifatturiero): e va eliminata una volta per tutte l´idea di una economia finanziaria astratta e usuraia, che sostituisce il duro lavoro e la sana creatività. Va creata in Europa una soglia di sussistenza, in linea con quei principi sociali che hanno reso giusta e forte la nostra Civiltà. Una soglia che permetta a tutte le famiglie di non vivere nell´indigenza, a tutti i malati di potersi curare e a tutti i bambini di poter usufruire di una buona educazione scolastica.

4) Forza Nuova ritiene che sia vitale per Italia e per l? Europa il blocco dell? immigrazione. I bassi tassi demografici dei popoli europei, la continua invasione di clandestini e non, la forza di penetrazione tipica dell? immigrazione mussulmana impongono all?Italia ed alla Europa, i seguenti straordinari passi:
a) blocco delle quote regolari, che in una fase di crisi economica non hanno alcun senso
b) introduzione nel corpo legislativo del reato di Immigrazione clandestina, punibile ( non con un?ammenda come prevede il ddl del governo Berlusconi) ma con il fermo fino ad espulsione.
c) visto l? allarme causato da gravissimi episodi di violenza perpetrati contro donne ed anziani da immigrati recidivi, Forza Nuova richiede che tutti gli immigrati che si trovano sul suolo Italiano e che hanno commesso nel passato qualsivoglia reato, vengano fermati fino ad espulsione
d) sospensione del Trattato di Schengen che ha permesso l?entrata in Italia nel solo ultimo anno di 250 mila rumeni ( fra i quali moltissimi Rom). La libera circolazione può avvenire solamente fra quegli Stati Europei che per situazione economica e sociale non differiscano fortemente dall? Italia.
Inoltre Forza Nuova crede che la crisi immigratoria non potrà essere risolta se gli Europei non metteranno mano alla situazione del continente africano, sempre più devastato da guerre, aids e fame.
Gli Europei ed in particolar modo gli Italiani devono dar forza alle loro missioni religiose, mandare agronomi, tecnici e militari capaci di ristabilire un ordine economico e sociale e di sfruttare a beneficio dei popoli quelle straordinarie risorse naturali presenti nel continente nero.

5) Forza Nuova ritiene che Italia ed Europa debbano combattere con energia le mafie criminali che avvelenano con le droghe la nostra gioventù, costruiscono veri e propri imperi economici del male, frustrano le sane capacità imprenditoriali e condizionano fortemente i poteri politici. Vista il diffondersi di queste strutture criminali
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MessaggioInviato: 04 Giu 2009 16:53    Oggetto: Rispondi citando

Ciao Bdoriano
Tralasciando i partiti folkloristici, che più che altro sono macchiette, belle sì ma inutili, un nodo comune destra e sinistra comunque lo hanno: l'Italia paga fior di quattrini con gli accordi con la Libia per evitare sul nascere il problema dell'immigrazione clandestina, ma i problemi anzichè diminuire aumentano a prescindere dal governo in carica... Sarebbe interessante chiedere ai 2 maggiori contendenti perchè certi problemi, che entrambi affermano di voler affrontare, sono ormai divenuti cronici come quelli degli anziani... forse non per caso!
Ciò che manca in questo paese non sono le scartoffie dei programmi, belli da leggere per passare qualche ora, ma qualcuno che mette IN ATTO!!! quei programmi, dove si trovano? nell'ISOLACHENONC'E? Forse sì
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MessaggioInviato: 04 Giu 2009 17:07    Oggetto: Rispondi citando

celestia ha scritto:
Ciao Bdoriano
Tralasciando i partiti folkloristici, che più che altro sono macchiette, belle sì ma inutili...


Perchè inutili? Solo perchè nessuno li vota?
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MessaggioInviato: 04 Giu 2009 17:17    Oggetto: Rispondi citando

Personalmente, comincio a ritenere più affidabili i cosiddetti partiti folkloristici che i partitoni magnoni come PD e PDL.
Infatti, non voterò per nessuno dei 2 big (se così vogliamo chiamarli). Twisted Evil
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MessaggioInviato: 04 Giu 2009 17:19    Oggetto: Rispondi citando

Ciao Er_Kratos
Non è facile districarsi nella miriade di sigle dei partitini, spesso sono solo modi per polverizzare i voti togliendoli ai maggiori partiti che così potrebbero governare più facilmente. Ho visto sigle assurde, di tutto, gente che sembra avere come unico scopo la ricerca della visibilità fine a se stessa, o il folklore, che per carità sarà divertente, ma in politica una maggior serietà aiuta
Ciao con simpatia
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MessaggioInviato: 04 Giu 2009 17:20    Oggetto: Rispondi citando

Io non voterò per niente, perchè non ho 18 anni Laughing Laughing
però saprei chi votare....e si tratta di un partito "folkloristico"....il problema che i partiti con il passare del tempo perdono le caratteristiche e gli ideali originali per passare ad una politica "commerciale" in cui l'unica cosa che conta è guadagnare e ricevere voti.....e quindi imho i partiti più affidabili sono quelli minori...
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MessaggioInviato: 04 Giu 2009 17:23    Oggetto: Rispondi

celestia ha scritto:
Ciao Er_Kratos
Non è facile districarsi nella miriade di sigle dei partitini, spesso sono solo modi per polverizzare i voti togliendoli ai maggiori partiti che così potrebbero governare più facilmente. Ho visto sigle assurde, di tutto, gente che sembra avere come unico scopo la ricerca della visibilità fine a se stessa, o il folklore, che per carità sarà divertente, ma in politica una maggior serietà aiuta
Ciao con simpatia
Celestia


In parte condivido il tuo parere, però secondo me sono proprio alcuni di quei piccoli partiti da dove dovrebbe ripartire l'economia. Poi va beh, io sono di parte, quindi è una visione tutt'altro che oggettiva Wink
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