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Il dramma dei lavoratori Phonemedia
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Zeus News
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MessaggioInviato: 25 Ott 2009 15:36    Oggetto: Il dramma dei lavoratori Phonemedia Rispondi citando

Commenti all'articolo Il dramma dei lavoratori Phonemedia
Le guardie armate davanti al call center Phonemedia di Novara per sorvegliare i 600 lavoratori, da luglio senza stipendio.
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mariantonio.inter
Semidio
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MessaggioInviato: 26 Ott 2009 20:03    Oggetto: Rispondi citando

è bello sapere che per la tutela dei lavoratori, l'Italia non è ultima e che in Inghilterra si sta peggio. C'è da capire (e conoscere) chi aveva/ha l'abitudine di additare gli altri Paesi europei come fenomeni per quanto riguarda la vita dei lavoratori.
Che fine hanno fatto quelli che parlavano della Spagna, al tempo, Paese di bengodi e eden per tutti i lavoratori, vacanzieri, festioli, ecc.... ?
Estinti !!!
ciao
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Zorro
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MessaggioInviato: 27 Ott 2009 11:17    Oggetto: Rispondi citando

mariantonio.inter ha scritto:
è bello sapere ...


Riassumendo:

tutela contro i licenziamenti- comparazione europea
Citazione:
Cosa succede in Europa sui licenziamenti
Articolo 30 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea
"Art. 30 - Tutela in caso di licenziamento ingiustificato
Ogni lavoratore ha il diritto alla tutela contro ogni licenziamento ingiustificato,
conformemente al diritto comunitario e alle legislazioni e prassi nazionali."

Austria - Belgio - Danimarca - Finalndia - Francia - Germania - Gran Bretagna - Grecia - Irlanda - Lussemburgo - Olanda - Portogallo - Spagna - Svezia

La disciplina della tutela contro i licenziamenti illegittimi presenta aspetti articolati in tutti i paesi dell'Unione europea. Segue una descrizione sintetica, per inquadrare le diverse normative secondo lo schema del tipo di tutela, quella reale-reintegrativa e/o quella obbligatoria-risarcitoria, e quella con soluzioni miste.
Con uno sguardo alla tutela specifica per i rappresentanti sindacali dei lavoratori.
Si noterà che la reintegrazione nel posto di lavoro, sia pure con modalità o modulazioni diverse, costituisce un riferimento costante nei vari paesi dell?Unione europea.

La Commissione europea, nel 1999, ha presentato al Consiglio dell?Unione Europea una proposta di direttiva volta ad armonizzare le normative nazionali sulla tutela dei lavoratori in caso di licenziamenti individuali. La proposta di fondo della Commissione, mentre riafferma le ipotesi di illegittimità sancite dalle legislazioni nazionali (con il mantenimento delle norme di reintegrazione ove previste), mira ad introdurre delle procedure informative e consultive che dovranno essere osservate dall?imprenditore nei confronti dei rappresentanti sindacali dei lavoratori, con lo scopo di esaminare le forme e gli strumenti atti ad evitare il licenziamento o ad attenuarne le conseguenze.

AUSTRIA - Prevalenza della reintegrazione.

Reintegrazione al lavoro
Il Tribunale, con sentenza, ordina il mantenimento del rapporto di lavoro in caso di licenziamento nullo, o finché la controversia sia definitivamente risolta in giudizio.

Risarcimento economico
Non è previsto.

Tutela specifica dei rappresentanti sindacali
Non è prevista.



BELGIO - Prevalenza delle soluzioni risarcitorie.

Reintegrazione al lavoro
Non è prevista.

Risarcimento economico
Corrispondente almeno al periodo di preavviso, più un rimborso danni per sei mensilità.

Tutela specifica dei rappresentanti sindacali
La reintegrazione opera per i rappresentanti dei lavoratori



DANIMARCA - Prevalenza delle soluzioni risarcitorie.

Reintegrazione al lavoro
Nel 1981 l?Accordo fondamentale (un accordo interconfederale tra sindacato e imprese) prevede la possibilità, per il collegio arbitrale, di disporre la reintegrazione nel posto di lavoro a fronte di licenziamento ingiustificato.

Risarcimento economico
Ma nell'esperienza pratica prevalgono ancora soluzioni di tipo economico. Il risarcimento è limitato a un anno di retribuzione (in caso di lunghi rapporti di lavoro).

Tutela specifica dei rappresentanti sindacali
Non è prevista.



FINLANDIA - Prevalenza delle soluzioni risarcitorie.

Reintegrazione al lavoro
Il giudice può ordinare la reintegrazione che ha effetto solo con il consenso del datore di lavoro.

Risarcimento economico
Non è previsto.

Tutela specifica dei rappresentanti sindacali
Non è prevista.



FRANCIA - Compresenza di soluzioni miste. Il sistema francese di tutela della c.d. job security prevede regole severe in materia di licenziamenti collettivi. Le imprese, oltre al rispetto della procedura di informazione e consultazione della direttiva comunitaria, hanno anche l'obbligo di predisporre un piano sociale atto ad attenuare le conseguenze del licenziamento per i lavoratori coinvolti.

Reintegrazione al lavoro
La reintegrazione opera in tutti i casi di licenziamenti discriminatori. L' obbligo alla reintegrazione è previsto, inoltre, in caso di violazione di diritti fondamentali e di "libertà pubbliche". Negli altri casi il licenziamento privo di giustificato motivo comporta l'applicazione di una sanzione di tipo risarcitorio.

Risarcimento economico
Indennità compensativa per un minimo di sei mensilità (in alcuni casi fino a 24 e più) per i dipendenti con almeno due anni di anzianità e assunti da imprese con più di 11 addetti. Per chi ha meno di due anni di servizio e/o lavora in imprese con meno di 11 dipendenti, il giudice può imporre un'indennità in base al danno subito. Il lavoratore ha diritto alla riparazione integrale del danno subito a seguito di un licenziamento ingiustificato, potendo ottenere in giudizio la condanna del datore di lavoro al pagamento di importi anche assai elevati.

Tutela specifica dei rappresentanti sindacali
In caso di licenziamento discriminatorio contro il sindacato opera la reintegrazione al lavoro.



GERMANIA - Prevalenza della reintegrazione. La legge di tutela per i licenziamenti individuali risale al 1951 ed è imperniata su criteri simili a quelli della normativa italiana. li licenziamento deve essere motivato o da inadempienze del lavoratore o da ragioni di tipo tecnico-economiche dell?azienda. La legge assume il criterio del licenziamento come misura estrema (extrema ratio).

Reintegrazione al lavoro
Il tribunale, con sentenza, ordina il mantenimento del rapporto di lavoro in caso di licenziamento nullo, o ingiustificato. Durante il processo il lavoratore ha il diritto di continuare a prestare la propria attività lavorativa. La normativa tedesca si applica a tutti i lavoratori con anzianità di servizio di almeno sei mesi ed a tutte le imprese che superino la soglia dei cinque addetti.

Risarcimento economico
Sono previste, nei casi in cui non opera la reintegrazione, Indennità per almeno 12 mensilità in base all'anzianità di servizio (15 per chi ha più di 50 anni, 18 oltre i 55 anni). In alcuni casi c'è una quota aggiuntiva per la retribuzione spettante dalla data di licenziamento alla decisione del giudice.

Tutela specifica dei rappresentanti sindacali
La legge impone al datore di lavoro di consultare il consiglio d'azienda prima di intimare qualsiasi licenziamento. Se il consiglio d'azienda si oppone al licenziamento, il lavoratore ha diritto di mantenere il posto di lavoro sino alla fine della controversia giudiziaria.



GRAN BRETAGNA - Prevalenza della reintegrazione. E' in vigore dal 1978 (Employment Protection Consolidation Act) la legge che sancisce il principio della reintegrazione nel posto di lavoro di fronte al licenziamento considerato illegittimo.

Reintegrazione al lavoro
Il giudice può disporre un ordine di reintegrazione oppure può condannare il datore di lavoro a riassumere il lavoratore ingiustamente licenziato in un posto diverso, purché comparabile a quello in cui il lavoratore era occupato prima dei licenziamento. Il sistema britannico riconosce però una certa discrezionalità al giudice rispetto all'emanazione di un ordine di reintegrazione nelle forme indicate, tenendo conto della domanda del lavoratore licenziato, le circostanze in cui è maturato il licenziamento, la praticabilità di un eventuale ordine di reintegrazione. Il sistema è valido per tutte le imprese e tutti i lavoratori, esclusi quelli con anzianità di servizio inferiore a due anni (è in discussione l?eventualità di ripristinare il termine di un anno vigente in precedenza)

Risarcimento economico
Se il giudice ritiene non praticabile l'emanazione di un ordine di reintegrazione, opterà per una sanzione di tipo risarcitorio. La stessa sanzione, con una speciale maggiorazione, viene applicata al datore di lavoro inadempiente all'ordine di reintegrazione. L'indennità può comprendere più elementi: un rimborso base (a partire da 6.600 sterline); un importo compensatorio (da 12mila sterline); importi speciali. Non ci sono limiti in presenza di discriminazioni per sesso, razza o handicap.

Tutela specifica dei rappresentanti sindacali
E? prevista una tutela rafforzata, sia dal punto di vista processuale, sia rispetto alla misura dell'eventuale risarcimento, nel caso di licenziamento discriminatorio per ragioni di carattere sindacale.



GRECIA - Prevalenza della reintegrazione.

Reintegrazione al lavoro
L'obbligo alla reintegrazione è previsto per legge.

Risarcimento economico
Non è previsto.

Tutela specifica dei rappresentanti sindacali
Non è prevista.



IRLANDA - Prevalenza della reintegrazione.

Reintegrazione al lavoro
Un obbligo alla reintegrazione è previsto in caso di licenziamento nullo.

Risarcimento economico
Non è previsto.

Tutela specifica dei rappresentanti sindacali
Non è prevista.



LUSSEMBURGO - Prevalenza delle soluzioni risarcitorie.

Reintegrazione al lavoro
Il giudice può ordinare la reintegrazione che però ha effetto solo con il consenso del datore di lavoro.

Risarcimento economico
E' possibilie chiedere davanti al tribunale ed ottenere dal datore di lavoro risarcimenti in caso di licenziamento senza giusta causa.

Tutela specifica dei rappresentanti sindacali
Non è prevista.



OLANDA - Prevalenza della reintegrazione. Dal 1945 il licenziamento è condizionato dalla necessità di ottenere un'autorizzazione amministrativa da parte della pubblica autorità competente, chiamata a valutare le ragioni addotte dal datore di lavoro. Il sistema di autorizzazione amministrativa preventiva ha funzionato efficacemente, fungendo da deterrente contro i comportamenti arbitrari dell'impresa.

Reintegrazione al lavoro
In caso di licenziamento manifestamente ingiustificato è previsto l?obbligo alla reintegrazione.
L?imprenditore è tenuto a richiedere l?autorizzazione dell?organo amministrativo preposto prima di effettuare un licenziamento. Qualora l'autorizzazione venga negata, l'eventuale licenziamento è considerato nullo. Il rapporto di lavoro prosegue, con l?obbligo per il datore di lavoro di continuare a pagare in ogni caso la retribuzione al lavoratore.

Risarcimento economico
Non è previsto.

Tutela specifica dei rappresentanti sindacali
Non è prevista.



PORTOGALLO - Prevalenza della reintegrazione.

Reintegrazione al lavoro
Contro il licenziamento ingiustificato è previsto per legge l?obbligo alla reintegrazione, con il pagamento delle retribuzioni arretrate dalla data di licenziamento.

Risarcimento economico
Il dipendente può optare per una indennità compensatoria pari a un mese di retribuzione per ogni anno di servizio (importo minimo di tre mensilità).

Tutela specifica dei rappresentanti sindacali
Non è prevista.



SPAGNA - Prevalenza delle soluzioni risarcitorie

Reintegrazione al lavoro
A fronte di un licenziamento riconosciuto illegittimo, il lavoratore ha diritto di richiedere la reintegrazione. Ma il datore può opporre un rifiuto motivato corrispondendogli l?indennità risarcitoria.

Risarcimento economico
Il datore di lavoro è tenuto al pagamento di una somma di denaro a titolo di risarcimento del danno. L?'indennità è pari a 45 giornate lavorative per ogni anno di anzianità (fino a 42 mensilità), salvo eventuali indennità aggiuntive che il giudice dovesse fissare per la mancata reintegrazione.

Tutela specifica dei rappresentanti sindacali
A fronte di un licenziamento illegittimo che colpisca un rappresentante sindacale dei lavoratori nell'impresa, l?azienda è tenuta alla reintegrazione. Con la corresponsione delle spettanze retributive in caso di inadempienza all?ordine di reintegro, sino alla reintegrazione effettiva al lavoro.



SVEZIA - Prevalenza della reintegrazione. Il sistema svedese è particolarmente preciso e severo. La legge risale al 1974, e richiede l'esistenza di un giustificato motivo per legittimare un licenziamento. Prevedendo in caso contrario la reintegrazione nel posto di lavoro.

Reintegrazione al lavoro
Il giudice può imporre il reintegro o il risarcimento dei danni, più il pagamento delle retribuzioni arretrate dal licenziamento alla conclusione del caso. Qualora il datore di lavoro si rifiuti di dar corso all'ordine di reintegrazione, il datore andrà incontro a pesantissime sanzioni economiche, potendo essere chiamato al versamento di una somma ulteriore a titolo risarcitorio. La norma sul reintegro è applicabile alla generalità dei casi, fatta eccezione per le imprese di piccolissima dimensione, ove ciò si rivelasse impraticabile.

Risarcimento economico
Se l?imprenditore nega il reintegro, oltre alle sanzioni citate, deve corrispondere un'indennità che varia da 16 a 48 mensilità a seconda dell'età e dell'anzianità di servizio.

Tutela specifica dei rappresentanti sindacali
Non è prevista.


Assistenza ai lavoratori licenziati e normativa di tutela dei lavoratori in generale (sempre comparazione europea)
Citazione:
Indennità di disoccupazione

Tutte le persone che esercitano un?attività lucrativa in Svizzera e che non hanno ancora raggiunto l?età del pensionamento sono obbligatoriamente assicurate contro il rischio di disoccupazione. I contributi all?assicurazione disoccupazione (AD) sono corrisposti per metà dal datore di lavoro e per metà dal lavoratore. Per aver diritto all?indennità di disoccupazione, l?assicurato deve soddisfare le seguenti condizioni: deve aver esercitato un?attività soggetta a contribuzione per almeno 12 mesi nel corso degli ultimi due anni precedenti alla disoccupazione, mettersi a disposizione del servizio del lavoro per il collocamento pur continuando a cercare lavoro e, infine, essere disposto e in grado di accettare un lavoro.

Se avete lasciato il vostro lavoro senza un motivo valido rischiate di perdere il diritto all?indennità per un certo periodo di tempo. Lo stesso vale se non vi impegnate sufficientemente a cercare un lavoro o se rifiutate un?occupazione assegnatavi dall?ufficio del lavoro.

L?indennità di disoccupazione ammonta al 70% del salario medio soggetto a contribuzione percepito negli ultimi 6 mesi. Gli assicurati con figli a carico o la cui indennità di disoccupazione non raggiunge un determinato importo minimo ricevono l?80% dell?ultimo salario soggetto a contribuzione. La prestazione di disoccupazione è versata sotto forma di indennità giornaliera (5 a settimana). Il diritto all?indennità inizia dopo un periodo di attesa di cinque giorni di disoccupazione controllata e dura due anni dalla data di iscrizione alla disoccupazione e all?ufficio del lavoro. In questo periodo di tempo avete diritto al massimo a 400 indennità giornaliere se avete meno di 55 anni o a 520 indennità giornaliere se avete 55 anni o più e avete versato contributi per almeno 18 mesi. Se appartenete alla categoria di disoccupati il cui collocamento è difficile per motivi legati al mercato del lavoro, potete partecipare, con il consenso dell?ufficio del lavoro, a misure di perfezionamento professionale o di reinserimento pagate dall?assicurazione disoccupazione pur continuando a ricevere le indennità giornaliere.

Per far valere il vostro diritto all?indennità dovete presentarvi all?ufficio del lavoro del vostro luogo di domicilio al più tardi il primo giorno di disoccupazione. In seguito dovrete recarvi al competente ufficio regionale di collocamento (URC), in genere una volta al mese, per un colloquio di consulenza e di controllo. L?indennità di disoccupazione è versata dalla cassa di disoccupazione scelta al momento dell?iscrizione all?ufficio del lavoro. Il giorno dell?iscrizione riceverete informazioni dettagliate in merito.
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mariantonio.inter
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MessaggioInviato: 27 Ott 2009 12:31    Oggetto: Rispondi citando

grazie Zorro. Ottimo link il primo per farsi un'idea sul lavoro in Europa. Però....però..... manca l'Italia: come faccio fare il raffronto? Dai, un ultimo sforzo: avrai il merito di avermi reso meno ignorante in materia! ciao
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MessaggioInviato: 27 Ott 2009 13:28    Oggetto: Rispondi citando

ma scusate, la vera questione, secondo me è:

Un call center, PRODUCE qualcosa? o solo chiacchere inutili e magari qualche truffa?

Fare l'operatore di call center si può considerare un lavoro?

Lavoro, a mio parere, è quello che produce qualcosa di fisico, o anche di immateriale, come un software, un progetto ecc... ma FINALIZZATO a qualche cosa di concreto!

I call center li ha inventati la "finanza creativa" per fare un po' di ELEMOSINA a tutte le persone che lasciava a casa dopo aver spostato il LAVORO VERO, quello delle fabbriche, in cina romania o quant'altro... e anche per vedere di spremere, truffaldinamente, gli ultimi spiccioli dalle tasche degli UTONTI contattati.

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MessaggioInviato: 27 Ott 2009 15:42    Oggetto: Rispondi citando

Mariantonio.inter ha scritto:
Però....però..... manca l'Italia...



Forse non ha citato l'Italia perchè la situazione pessima è sotto gli occhi di tutti: però è anche vero che il fatto che gli altri stanno male non ci autorizza a far schifo!!!


Digirun ha scritto:
Fare l'operatore di call center si può considerare un lavoro?



Se sia un vero lavoro non lo so, ma proprio stamattina ho chiamato un call-center: Non Ti dico cosa ho pensato, (ma solo perchè non è educato nei confronti degli utenti che leggono)... mi hanno detto che dovevo richiamare perchè il terminale era guasto!!!!! Pietà di me! Lasciamo perdere, sono educata, ma immagini le giaculatorie che ho pensato

Ciao
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Yargo
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MessaggioInviato: 27 Ott 2009 18:30    Oggetto: grazie... Rispondi citando

digirun ha scritto:
ma scusate, la vera questione, secondo me è:

Un call center, PRODUCE qualcosa? o solo chiacchere inutili e magari qualche truffa?

Fare l'operatore di call center si può considerare un lavoro?

Lavoro, a mio parere, è quello che produce qualcosa di fisico, o anche di immateriale, come un software, un progetto ecc... ma FINALIZZATO a qualche cosa di concreto!

I call center li ha inventati la "finanza creativa" per fare un po' di ELEMOSINA a tutte le persone che lasciava a casa dopo aver spostato il LAVORO VERO, quello delle fabbriche, in cina romania o quant'altro... e anche per vedere di spremere, truffaldinamente, gli ultimi spiccioli dalle tasche degli UTONTI contattati.

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...complimenti per la franchezza...buon per te che hai lavoro "vero" e remunerato...e che consideri i lavoratori di call-center alla stregua di truffatori/perditempo...ti auguro di non essere mai nei panni della mia ragazza che, lavorando lì, non prende lo stipendio da luglio...né padre di famiglia senza sapere come arrivare a fine mese...i call center qualcosa producono altrimenti non si comprenderebbe come mai i lavoratori siano in migliaia...servono anche per prenotare le visite in ospedale...per attivare le promozioni sui cellulari...per parlare con l'operatore dell'energia elettrica o della fornitura del gas/acqua...un conto sono le "strutture" che ospitano l'attività, i lavoratori...e un conto sono le aziende che si servono dei call-center per gabbare le persone con attivazioni di contratti non richiesti (Telecom, un esempio per tutti)...mi fa piacere che esistano ancora persone così piene di ottimismo da ritenere che nella vita sia o tutto bianco o tutto nero... Crying or Very sad
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MessaggioInviato: 28 Ott 2009 12:50    Oggetto: Rispondi citando

Yargo, occorre fare una distinzione tra i poveri cristi dei lavoratori e le aziende che gestiscono i call-center! Telecom ? decisamente la peggiore, e su questo hai ragione in pieno, per? il vero nodo, che non ? s o l o di Phonemedia, ? il fatto che le regole economiche non vengono rispettate, che si tratti di old o new economy comunque le conseguenze sono pesanti, poi dopo non meravigliarTi se capitano certe cose
RicordaTi che il paese di Bengodi non esiste da nessuna parte, chi fa questa affermazioni o ? disinformato o ? in mala fede
Ciao
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MessaggioInviato: 29 Ott 2009 20:27    Oggetto: Rispondi citando

Io sono solidale con i lavoratori.
L'unico appunto è che io avrei prima ammazzato qualcuno per far capire che facevo sul serio.
I soldi per gli inutili manager ci sono sempre, per le piccole imprese, i lavoratori e tutti quelli che non hanno milioni da spendere in puttane invece no.
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MessaggioInviato: 02 Nov 2009 18:01    Oggetto: Rispondi citando

Freemind, la violenza non serve, capisco i Tuoi sentimenti, ma non è il metodo migliore. Una soluzione potrebbe essere creare delle cooperative di dipendenti che prendendo in appalto il lavoro= nuovi posti e quindi nuova ricchezza
Ciao
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MessaggioInviato: 02 Nov 2009 20:34    Oggetto: Rispondi citando

celestia ha scritto:
Freemind, la violenza non serve, capisco i Tuoi sentimenti, ma non è il metodo migliore. Una soluzione potrebbe essere creare delle cooperative di dipendenti che prendendo in appalto il lavoro= nuovi posti e quindi nuova ricchezza
Ciao

No, perchè le cooperative sono un male.
Ho amici che hanno lavorato in cooperativa e oltre a sgobbare come porci e a cacciar pure del grano non avevano neppure le tutele minime.
Fanculo!

Bisogna formare il fronte di liberazione del sistema e andarci giù pesante!
Qui si parla di gente che lavora e non prende i soldi da 6 mesi ma i manager questi problemi non li hanno, perchè? Se non ci sono i soldi non ci sono!

Hanno rotto i coglioni, li hanno rotti punto e basta!
Le piccole aziende lo prendono in culo, i lavoratori pure e questi bastardi mentecatti (chi sa fare fa, chi non sa fare insegna chi non sa insegnare amministra) viaggiano con l'aereo privato!
Io non sono uno di quelli che ce la su con chi ha più grano di lui: se il grano è VERAMENTE meritato bene ma qui i soldi non li meritano, non meritano nulla!

Quelli della stessa razza del tronchetto della felicità devono sparire.
Bisogna lasciare il posto a chi vuole (per ora) far veramente del bene, poi quando questi saranno corrotti, si ricomincia coi fucili e il ciclo riparte!

Ho le mie ragioni per esser incazzato, ho ragione IO e d'ora in poi tutti i discorsi che si distaccano,anche di poco, da: "bisogna farli sparire tutti" mi vedranno in opposizione.

Tutti a menarla a silvio, ma la nostra opposizione queste cose non le vede?
Che proposte sta facendo?
Ah già, ora c'è l'influenza sulla cresta dell'onda...


Citazione:
REVOLUTION!!!!

Fuoco e fiamme!
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MessaggioInviato: 04 Nov 2009 18:49    Oggetto: Rispondi

celestia ha scritto:
Mariantonio.inter ha scritto:
Però....però..... manca l'Italia...



Forse non ha citato l'Italia perchè la situazione pessima è sotto gli occhi di tutti: però è anche vero che il fatto che gli altri stanno male non ci autorizza a far schifo!!!


ma infatti se si può l'attuale governo punta a fare ancora più schifo stravolgendo lo statuto dei lavoratori che rimane lo zoccolo duro contro cui combattere per avere finalmente un paese di marionette lavoranti schivizzate fino al midollo e tornare indietro di 200 anni...

solo che tra i processi di Berlusconi, la Lega che grida i suoi proclami, l'influenza A che deve far guadagnare soldi alle case farmaceutiche, le mazzette ai mafiosi, le puttane e la cocaina, ancora non son riusciti ad intervenire ma mi aspetto che facciano le ore piccole nei prossimi mesi votandosi i Dlgs da soli alle 2 del mattino...
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