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Google si prepara a lasciare la Cina
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Zeus News
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MessaggioInviato: 13 Mar 2010 16:14    Oggetto: Google si prepara a lasciare la Cina Rispondi citando

Commenti all'articolo Google si prepara a lasciare la Cina
Il motore di ricerca lascerà a breve il Paese, con il 99,9% delle probabilità.



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freemind
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MessaggioInviato: 14 Mar 2010 18:22    Oggetto: Rispondi citando

Era ora!
Se tutte le aziende del mondo facessero così, lasciando la cina schifosamente sola, tutta l'economia mondiale ricomincerebbe a riprendersi.
Ovviamente questa cosa non avverrà mai per cui andrà sempre peggio.
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etabeta
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MessaggioInviato: 14 Mar 2010 19:57    Oggetto: Rispondi citando

freemind ha scritto:
Era ora!
Se tutte le aziende del mondo facessero così, lasciando la cina schifosamente sola, tutta l'economia mondiale ricomincerebbe a riprendersi.
Ovviamente questa cosa non avverrà mai per cui andrà sempre peggio.


Tu saresti disposto a pagare qualcosa di più per comprare qualcosa fatto in Italia?
Io ci sto studiando.
Anche Olidata ha mollato ed è ora che i duri cominciano a giocare!
Krueger
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freemind
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MessaggioInviato: 14 Mar 2010 20:07    Oggetto: Rispondi citando

etabeta ha scritto:
freemind ha scritto:
Era ora!
Se tutte le aziende del mondo facessero così, lasciando la cina schifosamente sola, tutta l'economia mondiale ricomincerebbe a riprendersi.
Ovviamente questa cosa non avverrà mai per cui andrà sempre peggio.


Tu saresti disposto a pagare qualcosa di più per comprare qualcosa fatto in Italia?

Se la qualità è superiore sì; è ovvio che se mi producono lo stesso schifo allora il discorso cambia.
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{paolo del bene}
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MessaggioInviato: 15 Mar 2010 00:13    Oggetto: Google e la China Rispondi citando

a parte l'Europarlamento che riguarda la Censura applicata da Google & Co, vorrei sottolineare che sono anni che mi documento a tal proposito e di documentazione ne ho quanto basta, dunque faccio fatica a credere che si tratti soltanto di una decisione fra Barack Obama & Google.
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digirun
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MessaggioInviato: 15 Mar 2010 00:46    Oggetto: Rispondi citando

Come al solito mi trovo sulla stessa linea di Freemind!

Che aspettiamo a mandare affanculo in blocco e alla grande sti cinesi, PRIMA che sia troppo tardi!
E anche quelli in itaGlia, via e di corsa!!!!
Sono troppo diversi da noi, loro vogliono sfruttare le risorse come noi facevano molti decenni fa, senza rispetto alcuno per l'essere umano e la terra che lo ospita!
NON vogliono imparare dai nostri errori, per non ripeterli...
NON hanno rispetto per i diritti umani, la vita ha poco valore per loro, sono materialisti all'eccesso, mangiano tutto quello che si muove e NON, trattano gli animali in maniera terriBBile (orsi della luna)

INSOMMA, che se ne stiano a casa loro, con le loro tradizioni di merda, e che si tengano la loro paccottiglia inutile e malfunzionante! (gia da nuova)

ETABETA: certo che sono disposto a pagare di più, io sostengo che è inutile pagare un televisore 100 euro, se poi ne serve uno ogni due anni!
Il primo Tv a colori che abbiamo avuto in casa costava qualche stipendio (era un top della Philips) ma è durato 20-VENTI anni, così il successivo Sony supertrinitron made in Germany, altri 20!!!!

A me non interessa "cambiare per cambiare" io adoro i prodotti durevoli!
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Mercuzio
Eroe in grazia degli dei
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MessaggioInviato: 15 Mar 2010 06:20    Oggetto: Rispondi citando

Quanto godrei se una buona quantita' di aziende rifiutassero di piegarsi anche loro ai despoti cinesi e li salutassero con un bel dito medio alzato..

Qui bruciano carbone estate e inverno, miliardi di tonnellate di carbone, fregandosene di ambiente e polmoni. I due fiumi principali, lo Yangtze e quello delle perle, riversano nel mare quantita' immani di merda e schifezze cinesi mentre in tutto il paese si affannano ad arricchirsi in qualsiasi modo. Non esiste riciclaggio di carta, plastica o altro.

I cinesi meritano di affogare nella loro stessa cacca.
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digirun
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MessaggioInviato: 15 Mar 2010 11:45    Oggetto: Rispondi citando

Mercuzio ha scritto:
Quanto godrei se una buona quantita' di aziende rifiutassero di piegarsi anche loro ai despoti cinesi e li salutassero con un bel dito medio alzato..

Qui bruciano carbone estate e inverno, miliardi di tonnellate di carbone, fregandosene di ambiente e polmoni. I due fiumi principali, lo Yangtze e quello delle perle, riversano nel mare quantita' immani di merda e schifezze cinesi mentre in tutto il paese si affannano ad arricchirsi in qualsiasi modo. Non esiste riciclaggio di carta, plastica o altro.

I cinesi meritano di affogare nella loro stessa cacca[/size]
..


merita il grassetto....
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Roberto1960
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MessaggioInviato: 15 Mar 2010 19:14    Oggetto: Rispondi citando

La questione è un pochino più articolata.
Il problema vero è che NON E' POSSIBILE in confronto diretto tra economie dietro alle quali ci sono popoli con livelli di qualità di vita troppo differenti, come accade per Occidente e Cina.
Il problema di fondo è la GLOBALIZZAZIONE.
Fino a quando non lo avremo capito, ma veramente capito, staremo sempre al punto di partenza.
Infatti la domanda di etabeta è sensatissima:
"Tu saresti disposto a pagare qualcosa di più per comprare qualcosa fatto in Italia?"
Appunto, la risposta non può che essere "no".
Il punto è che questa "competizione" semplicemente non dovrebbe esserci.
Nel momento in cui la tolleriamo abbiamo già perso!
Noi occidentali dovremmo essere così consapevoli da imporre ai nostri governanti-fantoccio di rifiutare il paradigma della competizione globale.
Guardate che in gioco, anche se oggi ancora non sembra, c'è la nostra stessa sopravvivenza!
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digirun
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MessaggioInviato: 15 Mar 2010 21:19    Oggetto: Rispondi citando

Guarda Roberto che io l'ho capito benissimo!
Sono anni che mi sgolo per cercare di far capire queste cose, che ora come ora ci pare di esser ricchi perché ci riempiamo le case di cose (anche inutili) a "basso prezzo" perché prodotte in cina....

MA STIAMO PAGANDOLE CON I "RISPARMI DEI NOSTRI PADRI"

non essendoci più, itaGlia, una produzione di qualcosa da esportare per far entrare denaro fresco.

e una volta finiti i risparmi, anche volendo ricominciare, dopo esserci pentiti?

le fabbriche non ci sono più, men che meno i soldi per ricostruirle, le attrezzature sono state tutte svendute ai cinesi, non esistono più le professionalità necessarie, la gente si è disabituata al lavoro...

finiremo tutti schiavi dell'ex terzo mondo!

avete visto, già Jaguar e Land Rover sono completamente in mano agli indiani di tata (sottile ironia, i colonizzatori che si fanno comprare dai colonizzati)

volvo e saab andranno ai cinesi

e fin qui si parla di industrie NON necessarie, (voglio dire, in fin dei conti sono solo circa 70 anni che l'uomo usa l'automobile, se è arrivato fin qui senza, può anche tornare a usare le sue gambine...

ma quando diventeranno padroni delle terre agricole, delle multinazionali alimentari, delle centrali energetiche, dell'acqua?

potrebbero decidere loro il prezzo a cui venderci prodotti e servizi, riducendoci a vivere al limite della sussistenza.

del resto se già oggi esigessero il credito che vantano verso gli stati uniti, gli stessi dovrebbero dargli gran parte del loro territorio e commodities.

l'altra parte la esigerebbero gli arabi, altri grandi detentori di moneta verde!

a quel punto agli americani non resterebbe che dichiarare guerra al resto del mondo o soccombere passivamente. Cosa credete che farebbero (guardando ai comportamenti passati?)
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freemind
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MessaggioInviato: 15 Mar 2010 23:20    Oggetto: Rispondi citando

Mah Roberto, io ribadisco: preferisco spendere di più per avere di più e a parità di costo e qualità preferisco comperare in Italia.
Diamine, ogni due per tre (anche se in realtà lo si sa già) vengono fuori notizie di fabbriche-lager in Cina, dove la gente fa il bagno nella vasche di stagno!

Per quanto riguarda la globalizzazione: in realtà non è lei il problema ma il modo in cui la si è sfruttata!
Il concetto doveva essere quello di poter accedere alle risorse delgli altri paesi senza troppi casini. Per accedere a risorse intendo anche ai mercati.
Poi si è iniziato a sfruttare la manodopera a costo zero, il governo cinese (ma non solo) riduce la gente a schiavi e le aziende estere ci marciano sopra.
Senza arrivare alla Cina possiamo fermarci alla Polonia.
Lì la fiat paga gli operai l'equivalente di 600 euro al mese. Non so come sono le condizioni ma sicuramente il costo è nettamente inferiore a qui.
Bene, allora i dirigenti dicono: "Eh, all'estero una fabbrica mi rende il triplo che questa qui in Italia, chiudo e vado fuori dalle palle!".
Non importa se negli anni la fiat si è fottuta un sacco di soldi per la cassa integrazione, non importa se questi soldi invece di sanare i problemi economici dell'azienda sono stati usati per aprire fabbriche all'estero, importa solo portare fuori il lavoro perchè tanto la costa meno e i familiari la gente schiacciata sotto i macchinari non romperà mai le palle!

Ecco, il problema è questo.
Poi aggiungiamo il livello di interconnessioni/interdipendenze che si sono formate tra le varie economie (e sempre perchè si è voluto mangiare fino all'ultimo) e otteniamo che se chiude in America una fabbrica di vibratori, in Francia chiude una fabbrica di sciarpe!

Per tornare alla Cina: il suo atteggiamento è ostile verso ogni forma di manifestazione contro la schifosa politica dello stato (Vi ricordate quando a Milano è successo quel gran casino nel quartiere cinese? In pratica l'ambasciatore giallo ci ha detto: "Italiani, questa volta passi che fate le multe ai cinesi, però basta perchè se no non investiamo più da voi").

Poi c'è anche un altro tema a me caro ma lascio perdere perchè se no qualcuno mi denuncia per davvero...
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merlin
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MessaggioInviato: 16 Mar 2010 07:30    Oggetto: Re: Google e la China Rispondi citando

{paolo del bene} ha scritto:
a parte l'Europarlamento che riguarda la Censura applicata da Google & Co, vorrei sottolineare che sono anni che mi documento a tal proposito e di documentazione ne ho quanto basta, dunque faccio fatica a credere che si tratti soltanto di una decisione fra Barack Obama & Google.

La mia impressione è che la "censura" c'entri come il cavolo a merenda; il vero motivo potrebbe essere che le entrate dirette e indirette da pubblicità in Cina siano nulle e che pertanto sotto il profilo economica non valga la pena di mantenere un servizio che in cambio dà soltanto grane.
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digirun
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MessaggioInviato: 16 Mar 2010 10:49    Oggetto: Rispondi citando

freemind ha scritto:


Poi c'è anche un altro tema a me caro ma lascio perdere perchè se no qualcuno mi denuncia per davvero...


ma no, chi ti denuncia!
parlane senza eccedere e in modo allegorico, ma dicci dicci, siamo tutti orecchi Wink
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Roberto1960
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MessaggioInviato: 16 Mar 2010 14:35    Oggetto: Rispondi citando

freemind ha scritto:
...Mah Roberto, io ribadisco: preferisco spendere di più per avere di più e a parità di costo e qualità preferisco comperare in Italia...
...Per quanto riguarda la globalizzazione: in realtà non è lei il problema ma il modo in cui la si è sfruttata!...

Digirun, io già lo so che hai capito benissimo com'è la situazione e in effetti il mio intervento era soprattutto un commento alle posizioni come quella di freemind che riporto sopra.
Intendiamoci, non sto dicendo che hai torto freemind, sto dicendo che la tua posizione NON FA TESTO.
Tu preferirai pure spendere di più in prodotti italiani e magari altri mille penseranno come te, ma a fronte di questi ce ne saranno sempre UN MILIONE che invece risparmieranno anche un euro a qualsiasi costo.
E sinceramente, specie con i tempi che corrono, non mi sento proprio di dargli torto!
Quando parli del "modo (sbagliato) in cui si è sfruttata la globalizzazione" io ti rispondo che le "storture" che tu citi sono IMPLICITE nel modello globale: è naturale che la produzione si sposti nei paesi a basso costo, non puoi rimproverare le aziende che cercano di massimizzare i profitti!

Allora ribadisco: il problema non è il "modo", è proprio il modello di economia IN QUANTO TALE. Un modello di economia di questo tipo o lo si governa in maniera molto stretta o inevitabilmente ci strangola.
Spero di aver chiarito il mio punto di vista.
Soprattutto spero che questa consapevolezza cominci a farsi strada, perché continuare a puntare il dito contro i "cattivi imprenditori" ci fa solamente perdere tempo, nel frattempo scendiamo sempre più dentro queste mortali sabbie mobili che chiamiamo GLOBALIZZAZIONE.
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{Bollazzi Gianni}
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MessaggioInviato: 17 Mar 2010 09:30    Oggetto: Rispondi citando

penso che strategicamente sia corretto, da parte di Google lasciare la Cina, cosi' come anche le nostre industrie dovrebbero farlo per non subire ricatti vergognosi. Il 98% dei prodotti tessili inportati dalla Cisa sono fatti con coloranti tossici non a norma CE. Non dobbiamo inventarci dazi, ritorsioni od altro solo verificare la conformita' del prodotto e poi rispedirlo al mittente. Se nessuno controlla significa che non c'e' volonta politica di farlo e quindi a qualcuno va bene cosi'. Non sono cosi' ingenuo da non sapere che il peso economico e politico della Cina ci metterebbe in croce ma forse al punto in cui siamo varrebbe la pena rischiare almeno per orgoglio nazionale.
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freemind
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MessaggioInviato: 17 Mar 2010 19:45    Oggetto: Rispondi citando

Roberto, il tuo intervento è interessante e qui ti rispondo con mie considerazioni.
E' ovvio che la mia posizione non faccia testo, però io posso parlare per me e non per gli altri.
Sicuramente è come dici tu: sono più quelli che preferiscono spendere poco che quelli che vogliono invece la qualità.
Fino a qui, non c'è molto da dire: è così.

Però hai toccato il punto dolente del discorso.
Roberto1960 ha scritto:

Quando parli del "modo (sbagliato) in cui si è sfruttata la globalizzazione" io ti rispondo che le "storture" che tu citi sono IMPLICITE nel modello globale: è naturale che la produzione si sposti nei paesi a basso costo, non puoi rimproverare le aziende che cercano di massimizzare i profitti!

NON è sbagliato massimizzare il profitto, anzi, è l'unica cosa che ha senso però un conto è massimizzare il profitto perchè io azienda lavoro bene e la tecnologia che uso è migliore della tua per il fatto che o ho più esperienza, sono più bravo etc... insomma, se io sono più bravo di te otterrò i tuoi risultati con costi minori perchè la tecnologia che uso (anche a costi superiori di materiale) mi permette o di produrre meglio al tuo costo oppure di produrre di più a parità di qualità.
Esempio. Dove lavoro io (uno studio informatico) se vieni a chiedere un programma su misura per la gestione di una qualsiasi classifica, avrai una spesa di un certo tipo: relativamente bassa.
Se vieni invece a chiederci un gestionale allora o ti segnaliamo ad altri collaboratori oppure se insisti per lavorare con noi dovrai spendere molto di più rispetto ad un software anche su misura scritto da uno che di mestiere programma gestionali.
Magari poi la qualità è la stessa ma noi sicuramente avremmo un investimento enorme per svilupparlo: il know how da tirare su, le prove andate male etc...
La globalizzazione però serve a permettere (sempre con il mio esempio) a noi di accedere eventualmente a risorse esterne senza troppe menate.

Quello che voglio dire è che se l'azienda ha costi bassi perchè è appunto esperta in quel campo, è la benvenuta, anche se è cinese.
Ma se i costi bassi sono dovuti solo al fatto che fai crepare i dipendenti sotto le macchine allora il gioco si rompe.

Come si fa a vincere la concorrenza sleale?
Avevo tempo fa fatto un esempio sullo stagno per saldare.

Prima lo stagno usato per saldare le schede elettroniche era a base piombo; costi bassi, facile da gestire etc...
Poi la comunità europea ha deciso che questo tipo di stagno fa male perchè le micro molecole rilasciate durante la saldatura sono dannose (e non metto in dubbio la cosa nè) e quindi ha detto: "ok, da qui in poi se vuoi saldare usa lo stagno a base argento, in europa non potrà più essere prodotta una scheda con lo stagno a base piombo".
Lo stagno a base argento richiede saldatori diversi, succhiastagno diversi e più cari rispetto agli altri (oddio, si può anche usare i vecchi facendo più fatica).
Il problema dov'è? Facile! Non si può produrre in europa ma si può vendere.
Risultato? Che i produttori esteri come quelli cinesi usano lo stagno a base piombo e poi vendono qui da noi; i produttori europei invece devono usare l'altro se voglio vendere ma per forza di cose devono alzare i prezzi e quindi il cliente dove andrà a far fare le schede?

Sicuramente se avessero vietato pure la vendita di schede saldate a base piombo le cose non sarebbero cambiate molto ma almeno i nostri produttori non sarebbero stati costretti ad alzare i prezzi.
Questo con la globalizzazione non ha nulla a che fare; se poi aggiungi che siamo nel mercato globale sempre e solo quando gli altri vendono da noi e non il viceversa capisci che le storpiature di cui parli in realtà non sono tali ma bensì delle fregature messe in piedi ad hoc per via di qualche gioco infame che sta sotto.
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MessaggioInviato: 18 Mar 2010 14:06    Oggetto: Rispondi citando

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fulmine
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MessaggioInviato: 18 Mar 2010 21:14    Oggetto: Rispondi citando

Quello che mi fa rabbia è che anche se i nostri industriali connazionali vanno in cina non fanno altro che contribuire allo sfruttamento dei poveri cinesi che si fanno il mazzo per produrre a basso costo e come già detto usando materiali spesso non controllati, sottopagati e sfruttati fino all'osso per quattro soldi e contribuiscono all'arricchimento di quei pochi che un giorno si crederanno padroni del mondo come già si sentono adesso. Damn!
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MessaggioInviato: 19 Mar 2010 10:38    Oggetto: Rispondi

freemind ha scritto:
Roberto, il tuo intervento è interessante e qui ti rispondo con mie considerazioni...

Le tue considerazione sono in larga parte condivisibili, però peccano (come anche altri punti di vista) di un certo "manicheismo", la tendenza cioè a fare una divisione in "buoni e cattivi" che, a mio avviso, oscura il nocciolo vero della questione.

Supponi per un attimo che le storture di cui parli tu fossero magicamente eliminate.
Supponiamo cioè che si riuscisse ad avere una economia globale "ripulita" dagli sfruttamenti, dalle speculazioni, dagli intrallazzi, dalla corruzione.
Sembrerebbe dalle tue argomentazioni che allora saremmo a posto.

Invece io credo che sarebbe esattamente lo stesso.
E' il sistema "globalizzazione" che non funziona.
E non funziona perché si confrontano economie sottese da società, anzi civiltà, fondamentalmente diverse, in cui il livello di benessere dei cittadini è sostanzialmente differente e molto lontano.
Il dato di fatto è questo: il costo del lavoro in Cina è un terzo che in Occidente. E questo non dipende dal "far crepare i dipendenti sotto le macchine", ma proprio da una società e una cultura lontanissima dalle nostre.
Da questo dato di fatto viene una conseguenza inevitabile: la produzione si sposta massicciamente e sistematicamente verso i paesi a basso costo.
In Occidente restano elevati livelli di domanda di benessere, mentre in pari tempo si perdono posti di lavoro, in quantità crescente.
Questo contesto è esplosivo e fonte di povertà, discriminazioni, tensioni sociali. Così non si va avanti.
E questo meccanismo è reazionato positivamente, cioè si amplifica e peggiora di anno in anno, perché nel frattempo la Cina (parliamo di un miliardo e mezzo di persone, non dimentichiamolo) si attrezza per produrre sempre di più, togliendo sempre più lavoro all'Occidente.
Non si vede una fine differente dal collasso per un tale film!

Io non voglio convincere né te né nessun altro.
Vorrei solo che questo punto di vista venisse preso in maggior considerazione, che la gente pensasse di più a quello che sta succedendo.
Soprattutto vorrei che ci pensasse qualcuno nelle nostre classi dirigenti.
A tratti ho avuto l'impressione che il tanto vituperato (anche da me) ministro Tremonti avesse in mente qualcosa del genere, però a queste considerazioni non è mai seguito alcun barlume di azione...
L'idea che mi angoscia è che stiamo preparando per i nostri figli un futuro in cui il lavoro (quello "buono": che consente una vita dignitosa e di metter su famiglia) sarà una chimera molto più che oggi.
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