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MaXXX eternal tiare Dio maturo
Registrato: 18/02/09 11:13 Messaggi: 2290 Residenza: Dreamland
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Inviato: 28 Apr 2009 23:56 Oggetto: |
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Quoto e sono d'accordo con gli ultimi due post di ili07
Ma poi legalmente in italia possono ancora fare davvero la domanda:
Citazione: | lei ovviamente....non intende avere figli vero??????" |
cioè massima solidarietà con il genere femminile... con che coraggio ti vanno a fare domande del genere e pregiudizievoli.
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ili07 Dio maturo
Registrato: 29/05/07 22:58 Messaggi: 3913
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Inviato: 29 Apr 2009 00:56 Oggetto: |
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MaXXX eternal tiare ha scritto: | Quoto e sono d'accordo con gli ultimi due post di ili07
Ma poi legalmente in italia possono ancora fare davvero la domanda:
Citazione: | lei ovviamente....non intende avere figli vero??????" |
cioè massima solidarietà con il genere femminile... con che coraggio ti vanno a fare domande del genere e pregiudizievoli.
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legalmente no
ma quale donna assunta denuncierebbe mai questo ricatto morale?
e comunque diciamoci la verità....
sti ricatti ci sono perchè abbiamo imparato a tollerarli....
domani tollereremo anche di dover presentare il resoconto del nostro tempo libero con possibili decurtazioni dello stipendio che vadano a coprire una sorta di assicurazione ove uno decida di occupare il proprio w.e. con attività potenzialmente lesive per l'azienda e la propria produttività |
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nino.dago Semidio
Registrato: 06/09/07 14:59 Messaggi: 232
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Inviato: 29 Apr 2009 11:30 Oggetto: |
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Ragazzi, non ho parole per descrivere cosa provo nei confronti di questa azienda...
Sapevo che FB prima o poi sarebbe stato strumentalizzato in questo modo, ma non pensavo così presto...
Qui ho letto posizioni schierate a difesa dell'azienda... Ma ci siamo dimenticati che il lavoratore è sempre da tutelare? Il contratto di lavoro, nella disciplina del diritto del lavoro, è per definizione un contratto anomalo, in quanto è un accordo tra una parte "forte" (il datore di lavoro) e una "debole" (il dipendente), quindi non regola rapporti paritari come in tutte le altre tipologie di contratto.
Per questo, ad esempio, in Italia si tutela, in teoria, il lavoratore.
Ovviamente posso analizzare questa storia solo alla luce delle leggi italiane.
Fatto questo preambolo, andiamo al punto.
Se un dipendente afferma di stare in malattia, le cose sono due: o dice il vero, o no. L'azienda può verificare tale posizione inviando un medico presso il domicilio del dipendente. Questo è quanto, punto. Non ha il diritto di spiare, non ha il diritto di farsi i fatti che non sono suoi... Non sono diritti scritti in alcun contratto! Mi dispiace, ma la posizione dell'azienda, dal mio punto di vista, è indifendibile.
Tanto più che stiamo parlando di quel "mostro" di FB, che è quanto meno veritiero esista sulla faccia della terra in merito alle identità individuali. Traduco: solo un cretino può farsi idea di chi sono tramite FB, o quantomeno solo un cretino può prendere sul serio tutto quello che dico o che faccio su FB.
C'è anche da fare un discorso tecnico, già accennato: a meno che l'azienda non abbia cimici, microspie o telecamere posizionate a casa del dipendente, che sicurezza ha che si sia collegata lei e non il fratello, lo zio, il padre, il ragazzo, il marito, ecc..?
In pratica tu mi licenzi perché qualcuno su Internet ha un profilo con i miei dati e lo usa nel giorno in cui sto a casa per malattia? Assurdo.
Attaccarsi al discorso della tipologia della malattia è ridicolo. L'emicrania, come malattia, include forme diverse, per durata, sintomi e zone di dolore, di mal di testa. Pertanto, da un punto di vista puramente medico non credo che si possa affermare, al di là di ogni ragionevole dubbio, che chi sta in malattia per emicrania non possa navigare su internet per alcuni minuti o qualche ora, magari ad intermittenza.
Vogliamo per caso parlare di quelle aziende (e vi giuro che ci sono) che quando stai a casa con l'influenza ti "costringono" a fare dei lavori di telelavoro? In quel caso l'attività contraria alla malattia non conterebbe, vero?
Parliamoci chiaro: più andiamo avanti e più nel lavoro serpeggia il far-west. Troppe aziende pensano di poter decidere la vita e la morte dei dipendenti, e questo non mi va giù.
Se poi dobbiamo calare la testa al solito cliché "i dipendenti sono sempre furbi e vogliono sempre il male dell'azienda", continuiamolo a fare.
Saluti
Nino |
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Roberto1960 Dio maturo
Registrato: 21/01/08 00:39 Messaggi: 1168 Residenza: Roma
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Inviato: 29 Apr 2009 16:20 Oggetto: |
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Inizio con un plauso agli interventi di ili07 e nino.dago.
Almeno qualcuno col cervello acceso c'è...
Per quanto riguarda gli ulteriori interventi degli altri che hanno ancora inopinatamente preso le parti di questa indifendibile azienda svizzera, devo dire sinceramente che rimango sconcertato.
Come si fa a difendere una posizione così assurda è per me proprio un mistero. Ma ci avete riflettuto su un attimo?
Comunque a parte la vicenda in sé, io vorrei invitare la gente ad una riflessione un po' più ampia.
Lo capiamo o no che noi lavoratori abbiamo un solo modo per far valere i nostri diritti e non essere schiacciati dalle aziende, mille volte più forti di noi?
Questo modo si chiama essenzialmente solidarietà.
Quando un lavoratore viene colpito nei principi della tutela della sua dignità, dobbiamo tutti compattamente rifiutare questa vessazione.
Voglio dire chiaramente che il problema se quella donna svizzera abbia fatto la furba o meno è assolutamente irrilevante. Tra l'altro non siamo in grado di deciderlo né noi né l'azienda né alcun altro a parte lei stessa.
Il punto chiave è che l'azienda ha violato la privacy della lavoratrice, ha presunto che la persona su Facebook fosse effettivamente lei, illazione del tutto gratuita, ha ritenuto che la lavoratrice non stesse effettivamente male, cosa che richiede senz'altro una verifica medica, e ha ritenuto unilateralmente di licenziare in tronco la dipendente senza neppure un richiamo!
Ma, dico, stiamo scherzando?
Non c'è da discutere se la donna era malata o meno, c'è da rifiutare a priori la decisione dell'azienda in quanto assolutamente inaccettabile in linea di principio.
Quando riusciremo a capire che se non riusciamo a fare fronte comune alla crescente aggressione delle aziende verso i lavoratori finiremo schiacciati tornando ad una condizione di schiavitù di fatto?
Quando riusciremo a capire che per ottenere questo bisogna essere compatti e solidali con i lavoratori perseguitati?
Quando riusciremo a capire che bisogna difendere il principio di dignità del lavoratore, e che questo va fatto aldilà e oltre la valutazione del singolo lavoratore che in certi casi potrebbe anche essere almeno parzialmente in torto.
Ragazzi se non vi svegliate finite a fare le bestie da soma... |
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al_pacino Dio maturo
Registrato: 13/04/05 14:16 Messaggi: 1331 Residenza: Versilia
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Inviato: 29 Apr 2009 18:30 Oggetto: |
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ili07 ha scritto: | sapete che in alcune aziende il mobbing arriva fino al punto di inibire le normali attività quotidiane???
noi donne ci siamo abituate quando al colloquio di assunzione ci sbattono davanti il ricatto morale "lei ovviamente....non intende avere figli vero??????"
ma ci sono anche casi in cui l'azienda sì premunisce di sapere che il futuro assunto non pratichi sport pericolosi (sciare), o non conduca una vita troppo "spericolata"
ci chiederanno anche gli esami del sangue tra pochi anni???
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ricatto morale ? e allore menti a quella domanda, e quando vorrai averlo lo farai... e l'azienda si metterà il cuore in pace. mica vorrai dar retta all azionda su tutto quello che ti chiede sul tuo futuro, vero?! una volta assunta non possono certo licenziarti, se rispetterai la legge e i giorni indicati.
non sarebbe male quella degli esami del sangue.. tra l'altro per alcuni lavori importanti credo che sia una cosa comune chiedere gli esami del sangue (autisti di pullman, macchinisti di treni, ecc) anche se ovviamente per alcuni lavori è superfluo e sarebbe davvero troppo...
però per posti di rilevanza, ci potrebbe pure stare.. istighiamo la gente a farsi meno del male così (alcol, droghe e perchè no, presenza di grasso nel corpo, che peggiora sempre la vita di chi ne ha troppo) .
l'altro lato della medaglia è l'abuso dei test che si potrebbe fare (es scoprire qualche malattia ereditaria e in tal modo scartare possibili candidati che risultano idonei per il resto) e qui non so che dire..
poi chiaro, concordo con roberto che l'azienda ha palesemente violato la privacy.. ho infatti detto: ingenua la lavoratrice , che doveva stare più attenta
Citazione: |
e se mi fossi stata a casa per un attacco di reflusso gastroesofageo (che parte in tromba con dolori lancinanti neanche fosse un attacco di peritonite, e nemmeno ti permette di girare, ma se preso sul tempo poche ore dopo con i medicinali giusti è passato), il medico avrebbe il diritto di segnalare che quando mi è venuto a trovare mi stavo mangiando uno degli alimenti che viene sconsigliato in caso di reflusso???? | ora non esaltiamo questo piccolo caso come fosse una tragedia greca... un problema di salute che non riguarda internet sarà difficilmente diagnosticabile come stato di inadempienza alla legge.
però diciamo che se la sera prima sei stata fino alle 4 a ballare e ti sei ubriacata, non sei giustificata dal chiedere lo stato di malattia.. spero di essermi spiegato |
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utonto_medio Dio maturo
Registrato: 09/02/08 14:28 Messaggi: 1012
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Inviato: 29 Apr 2009 19:04 Oggetto: |
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che dire... da noi un agente di polizia in malattia per un polso rotto o qualcosa di simile è stato beccato in settimana bianca: secondo i giudici aveva il diritto di farlo se non ricordo bene.
e i nostri cari politici... mentre sono li sulle loro belle poltrone rosse... si divertono su facebook... ma è già tanto che siano li eh...
e noi paghiamo... |
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cisco Dio minore
Registrato: 25/09/08 18:41 Messaggi: 779
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Inviato: 29 Apr 2009 20:14 Oggetto: |
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Roberto1960 ha scritto: | Inizio con un plauso agli interventi di ili07 e nino.dago.
Almeno qualcuno col cervello acceso c'è... |
Prima di tutto, qui si sta civilmente discutendo. Puoi non essere d'accordo, ma non puoi assurgerti ad intelligentone di turno.
Se ritieni che qualcuno di noi non sia della tua levatura, puoi tranquillamente non risponderci.
Roberto1960 ha scritto: | Per quanto riguarda gli ulteriori interventi degli altri che hanno ancora inopinatamente preso le parti di questa indifendibile azienda svizzera, devo dire sinceramente che rimango sconcertato. |
Io non ho difeso l'azienda sul licenziamento in tronco. Sicuramente c'erano altri motivi pregressi che hanno spinto ad una decisione così drastica.
Ribadisco che secondo me la signora è stata perlomeno poco lungimirante.
Roberto1960 ha scritto: | Voglio dire chiaramente che il problema se quella donna svizzera abbia fatto la furba o meno è assolutamente irrilevante. |
Per me è invece il nocciolo della questione. Se io vado in malattia perché non mi sento in grado di usare il pc (emicrania), e poi vengo scoperto che lo uso a casa 'per svago', questo io lo chiamerei "inganno" verso il mio datore di lavoro. Un giudice direbbe che è venuta meno la fiducia tra azienda e dipendente, forse indispensabile per questo lavoro.
Roberto1960 ha scritto: | ... l'azienda ha violato la privacy della lavoratrice, ha presunto che la persona su Facebook fosse effettivamente lei, illazione del tutto gratuita... |
L'azienda, a mio parere, non ha violato alcuna privacy.
Facebook permette a chiunque, previa registrazione anche con nomi non reali, di cercare un nome e cognome e vedere se è in linea, cosa ha scritto e con chi ha stretto "amicizia". Semmai prenditela con Facebook e la sua privacy "a groviera". I dati di login, come da regolamento di FB, sono strettamente privati e se la signora li ha ceduti ad altri sono affari suoi. Dovrà provare che non era lei, e non penso sarà tanto facile.
Roberto1960 ha scritto: | Quando riusciremo a capire che per ottenere questo bisogna essere compatti e solidali con i lavoratori perseguitati? |
Ripeto, non sono d'accordo con il licenziamento in tronco. L'azienda è però privata e, per giusta causa, può licenziare chiunque. E "barare" sulla malattia è un giusta causa.
Forse dimentichiamo che lì sono in Svizzera, e questa bugia della dipendente, che a noi fa sorridere, lì è molto grave.
Ancora una volta: è la dipendente che è ha commesso una leggerezza ed è stata punita, sicuramente molto pesantemente.
Dispiace, certo, ma se provate ad andare a lavorare all'estero, queste cose non si possono fare (e forse nemmeno pensare).
E poi: la vogliamo capire che mettere i propri dati anagrafici su Facebook (ed in qualunque altro posto nel web) può essere pericoloso? |
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freemind Supervisor sezione Programmazione
Registrato: 04/04/07 20:28 Messaggi: 4643 Residenza: Internet
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Inviato: 29 Apr 2009 23:08 Oggetto: |
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Non mi sento di prendere posizioni nè per l'azianda nè per la tizia licenziata.
Voglio solo e senza polemica far notare una cosa sull'uso del pc.
Io faccio il programmatore e a volte ho mal di testa.
Normalmente riesco a fare il mio lavoro lo stesso ma alcune volte mi è davvero impossibile ma il mio mal di testa non è causato dal terminale.
Se studio il problema può anche capitare di non stare davanti al monitor ma il cervello è a regime.
Ora, se un giorno mi sveglio con una cefalea micidiale e decido di mettermi in malattia, lo faccio perchè se andassi al lavoro non produrrei nulla vista la mia condizione in quanto un programmatore che non pensa non serve a nulla.
Però ciò non implica che se vengo scoperto su fb (rete a cui non sono comunque iscritto) non significa che essendo al pc allora posso lavorare.
Se però il problema è proprio il terminale allora il discorso cambia. La signora però mi pare di aver capito che era connessa con un dispositivo mobile quindi con un cosino che non porta comunque a mal di testa vista la dimensione del display e quindi secondo me compatibile con lo stato di malattia.
Se il caso fosse proprio quello ipotizzato credo che il licenziamento (se fosse solo questo particolare episodio a creare problemi) mi sembra eccessivo.
In generale però se uno dichiara di non poter lavorare perchè non riesce a star davanti ad un monitor e poi lo beccano in rete allora si arrangi e paghi le conseguenze delle sue azioni.
Discorso cattivo: se uno si iscrive a un social network qualunque non ha poi diritto di rompere sulla privacy, hai dato nome e cognome quindi ti attacchi!
Oggi si è sempre pronti a tirar in ballo la privacy tranne quando serve veramente... |
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steverm Semidio
Registrato: 15/02/07 12:33 Messaggi: 209
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Inviato: 01 Mag 2009 18:52 Oggetto: |
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in Italia il datore di lavoro non deve sapere il motivo della malattia, quindi il licenziamento non sarebbe stato giusto. Inoltre da noi basta essere a casa nelle ore canoniche per evitare di svolgere un secondo lavoro (che poi si potrebbe fare via internet questo è il solito "buco" di una legislazione vecchia come il resto")
Diciamo che probabilmente hanno cercato l'escamotage (utilizzando le leggi svizzere) per buttarla fuori per altri motivi (o perchè non era una persona gradita o perchè il datore di lavoro aveva bisogno di tagliare le spese) |
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mauro_mbf1948 Dio minore
Registrato: 18/03/08 05:06 Messaggi: 742 Residenza: genova
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Inviato: 25 Mar 2010 04:28 Oggetto: Re: Chi la fà l'aspetti |
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naturuzzu ha scritto: | Questa storia e' talmente assurda che non trovo le parole per postare un commento! |
Sono d'accordo con te, Zeross, perchè la signora non ha addotto altri malesseri, mal di stomaco o mal di pancia, ha proprio detto che guardare il monitor le era impossibile, doveva restare al buio ed aveva una forte emicrania.-
Allora se vado su Facebook come su qualsiasi altra pagina di internet sono sicuramente in grado di navigare e leggere. Se poi il terminale era piccolo perchè dispositivo mobile, allora il mal di testa ti viene gia da solo specie se devi leggere dei caratteri microscopici come sono quelli sul portale wap dei telefonini.-
Non per niente , se devo proprio andare in internet con il telefonino ci vado in solo web, perchè il browser incorporato di Mini Opera oltre che essere velocissimo visualizza un piccolo puntatore e comunque ingrandisce moltissimo la zona inquadrata, a tal punto da avere una lettura simile al classico portale su Internet.-
Se la è proprio cercata, visto che forse anche la collega che la ha notata (anche lei su Facebook in orario di lavoro) non vedeva l'ora di fregarla e fare delazione.-
Mauro |
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mauro_mbf1948 Dio minore
Registrato: 18/03/08 05:06 Messaggi: 742 Residenza: genova
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Inviato: 25 Mar 2010 04:35 Oggetto: |
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steverm ha scritto: | in Italia il datore di lavoro non deve sapere il motivo della malattia, quindi il licenziamento non sarebbe stato giusto. Inoltre da noi basta essere a casa nelle ore canoniche per evitare di svolgere un secondo lavoro (che poi si potrebbe fare via internet questo è il solito "buco" di una legislazione vecchia come il resto")
Diciamo che probabilmente hanno cercato l'escamotage (utilizzando le leggi svizzere) per buttarla fuori per altri motivi (o perchè non era una persona gradita o perchè il datore di lavoro aveva bisogno di tagliare le spese) |
Allora se la signora voleva soltanto starsene a casa, avrebbe dovuto presentare un certificato medico, con qualsiasi altra patologia, non un mal di testa, od almeno COMPATIBILE con l'uso di un pc.-
Non posso dire al mio datore di lavoro che ho l'artrite che mi impedisce di ussare il pc perchè ho le dita semiparalizzate e poi vede che non solo navigo, ma digito anche con la tastiera.-
E non potrei neppoure dire che avevo attivato la tastiera su schermo, che va usata con il mouse, ed altro che mal di testa mi farebbe venire.-
Poteva forse essere giustificabile se avesse fatto audiochat, o videochat, anzichè digitare, dato che l'audio chat si può fare anche ad occhi chiusi. ma su Facebook non è ancora previsto. Ci sarebbero forse parecchi profili falsi in meno.-
mauro |
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mauro_mbf1948 Dio minore
Registrato: 18/03/08 05:06 Messaggi: 742 Residenza: genova
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Inviato: 25 Mar 2010 04:49 Oggetto: Licenziamento in tronco e privacy |
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cisco ha scritto: | E poi: la vogliamo capire che mettere i propri dati anagrafici su Facebook (ed in qualunque altro posto nel web) può essere pericoloso? |
Probabilmente vengono chiesti i dati anagrafici, in modo che si possa capire che chi si iscrive non sia minorenne od almeno autorizzato da un genitore o di chi ne fa le veci.-
Mi sembra che per potersi iscrivere ad un sito occorra essere maggiorenne in ogni caso.
Serve per evitare abusi e per tutelare i minori, almeno dovrebbe essere così.-
Purtroppo, però:
Se un ragazzino/a, accede al suo computer, crea un falso profilo, mettendo i dati del fratello o della sorella maggiorenne, dati che sicuramente conosce, non c'è possibilità di controllo. Nè da Facebook nè in altro modo.
Tranne forse nell'espressione dei contenuti dei post in cui si può capire se vengano da un ragazzino/a minorenne, o persona adulta.-
Ma non si può essere sicuri.-
Mauro |
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Rakkietto Eroe in grazia degli dei
Registrato: 19/05/05 08:23 Messaggi: 133 Residenza: Italia, dolce Italia (fiscalmente CH)
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Inviato: 25 Mar 2010 17:26 Oggetto: |
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Un breve commento... ma come facciamo ad esprimerci SE non sappiamo:
a) TIPOLOGIA DI LAVORO DEL DIPENDENTE: ci sono dei lavori anche in Italia dove il rapporto fiduciario è preponderante. Se quello cade (per un qualunque motivo) si ha il licenziamento
b) NORMATIVA SVIZZERA IN MATERIA: a quanto ne sappiamo noi (o perlomeno io) ci sono alcuni buchi:
1) solo il medico può controllare lo stato di salute? O può essere provato in altro modo?
2) chi dice che il licenziamento sia stato per giusta causa? Posso anche licenziarti e decidere di pagarne le conseguenze no?
c) PERIODO E TERMINI DI ACCESSO SU INTERNET: è ovvio che se c'è stato un log solo e limitato la buona fede (in Italia perlomeno) prevarrebbe. Se si ha un ingresso ed attività frenetica per ore, decisamente meno.
Poi una mia domanda personale.. ma su FB come in altri siti non devo registrarmi e sono responsabile di quanto dichiaro e della tutela del mio account? |
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mauro_mbf1948 Dio minore
Registrato: 18/03/08 05:06 Messaggi: 742 Residenza: genova
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Inviato: 25 Mar 2010 18:02 Oggetto: |
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Rakkietto ha scritto: | Poi una mia domanda personale.. ma su FB come in altri siti non devo registrarmi e sono responsabile di quanto dichiaro e della tutela del mio account? |
Per questa ultima domanda appunto ti rimando a quello che ho scritto sui "ragazzini precoci e furbi" ossia profilo falso con iudati di un adulto vero, e di famiglia che sicuramente anche se lo scoprisse, non lo denuncerebbe, o addirittura consenziente in quanto c'è l'impunità di solito.-!
Quello che della signora non si è detto se era abitudinaria in questi comportamenti e se navigava dall'ufficio con il computer della ditta su Facebook per affari suoi privati, sottraendo tempo e denaro all'azienda.
Di questo non se ne parla.-
Mauro |
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ulisse Dio maturo
Registrato: 02/03/05 01:09 Messaggi: 1531 Residenza: Bagnone (MS)
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Inviato: 29 Mar 2010 15:43 Oggetto: |
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al_pacino ha scritto: | ili07 ha scritto: | noi donne ci siamo abituate quando al colloquio di assunzione ci sbattono davanti il ricatto morale "lei ovviamente....non intende avere figli vero??????"
ma ci sono anche casi in cui l'azienda sì premunisce di sapere che il futuro assunto non pratichi sport pericolosi (sciare), o non conduca una vita troppo "spericolata" |
ricatto morale ? e allore menti a quella domanda, e quando vorrai averlo lo farai... e l'azienda si metterà il cuore in pace. mica vorrai dar retta all azionda su tutto quello che ti chiede sul tuo futuro, vero?! una volta assunta non possono certo licenziarti, se rispetterai la legge e i giorni indicati.
non sarebbe male quella degli esami del sangue... |
Vi vedo impreparati
Tanto per non fare nomi, all'Andersen Consulting (questa era la ragione sociale con la quale conobbi l'azienda) chiedono il test dell'AIDS per l'assunzione.
Illegale, ti dicono, ma è così. O fai il test o non puoi nemmeno ambire al colloquio...
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In Italia non si vive per lavorare ma si lavora per vivere?
L'articolo della Costituzione sul diritto al lavoro, nato per sancire una libertà estremamente sentita nel secolo scorso, ora mostra tutte le sue limitazioni.
1) il concetto di "lavoro" è stato storpiato fino a ridurlo ad uno dei suoi effetti marginali: il "profitto"
Infatti anche il più modesto dei lavoratori, un sudamericano immigrato qui perché nel suo paese non c'è lavoro, è pronto a insultarmi citando la costituzione italiana e arrogandosi il diritto di mettere a repentaglio la mia vita perché lui sta "lavorando" mentre io, invece, sono in giro col mio cane a cazzeggiare.
Questo perché, introducendo così il secondo punto,
2) Roberto1960 ha scritto: | chi non lavora e quindi non produce (per scelta, non per circostanza) non può considerarsi a pieno titolo "cittadino" |
Ciò che recita la costituzione è chiaro, anzi chiarissimo.
Nel secolo scorso era sentito il bisogno di produrre. Ovvio. Dopo una guerra si rendono disponibili risorse aggiuntive. Risorse che portano benessere, se ci si dedica alla produzione.
Ora risorse in eccesso non ce ne sono più. Ora non c'è bisogno di produrre ma di reperire risorse. Ecco che il concetto di "lavoro" inteso come "produzione" diventa obsoleto. Invece serve "profitto".
Ecco quindi che chi non è "profittevole" non ha più nemmeno il diritto di essere chiamato cittadino.
Ebbene, se così stanno le cose - e, purtroppo, così stanno - significa che le persone come me che tutto hanno in testa tranne che il profitto non hanno più diritti civili?
Significa che le persone che come me vogliono PERDERE PROFITTO per investire in natura e salute sono costrette ai margini della società bollati come parassiti improduttivi?
Domande retoriche, ovviamente, perché la risposta è scontata e, ahimè, affermativa.
La risposta è "Sì. Per la gente così non c'è spazio."
MA questo è già un problema di applicazione che però rende evidente l'urgenza di una revisione della costituzione.
Non è possibile che la nostra costituzione lasci uno spazio così ampio di interpretazione su concetti così basilari come il diritto all'esistenza!
Concordo con pierpa:
pierpa ha scritto: | (...) con il preambolo della costituzione americana, più vecchia ma più umana che parte dal risultato, ovvero dalla garanzia del benessere, non dallo strumento, il lavoro:
"allo scopo di [...] promuovere il benessere generale e di salvaguardare per noi stessi e per i nostri posteri il dono della libertà, decretiamo e stabiliamo questa Costituzione"
altro che "repubblica fondata sul lavoro": ma che palle.
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Vorrei anch'io una costituzione che come prima cosa sancisca il diritto al benessere di tutti i cittadini e non solo di quelli che contribuiscono al profitto!
E, tanto per non essere completamente OT, concordo con la posizione di Roberto1960 (peraltro mio coetaneo... sei vecchio e al limite della produttività, ti stai preparando all'emarginazione?)
Roberto1960 ha scritto: | Questo modo si chiama essenzialmente solidarietà.
Quando un lavoratore viene colpito nei principi della tutela della sua dignità, dobbiamo tutti compattamente rifiutare questa vessazione.
Voglio dire chiaramente che il problema se quella donna svizzera abbia fatto la furba o meno è assolutamente irrilevante. Tra l'altro non siamo in grado di deciderlo né noi né l'azienda né alcun altro a parte lei stessa.
Il punto chiave è che l'azienda ha violato la privacy della lavoratrice, ha presunto che la persona su Facebook fosse effettivamente lei, illazione del tutto gratuita, ha ritenuto che la lavoratrice non stesse effettivamente male, cosa che richiede senz'altro una verifica medica, e ha ritenuto unilateralmente di licenziare in tronco la dipendente senza neppure un richiamo!
Ma, dico, stiamo scherzando? |
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Rakkietto Eroe in grazia degli dei
Registrato: 19/05/05 08:23 Messaggi: 133 Residenza: Italia, dolce Italia (fiscalmente CH)
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Inviato: 29 Mar 2010 20:35 Oggetto: |
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ulisse ha scritto: |
Vi vedo impreparati
Tanto per non fare nomi, all'Andersen Consulting (questa era la ragione sociale con la quale conobbi l'azienda) chiedono il test dell'AIDS per l'assunzione.
Illegale, ti dicono, ma è così. O fai il test o non puoi nemmeno ambire al colloquio... |
Su questo non saprei... ma se dovesse accadere così io la situazione la denuncerei
ulisse ha scritto: |
L'articolo della Costituzione sul diritto al lavoro, nato per sancire una libertà estremamente sentita nel secolo scorso, ora mostra tutte le sue limitazioni. |
Non è l'articolo ad essere limitato, è la sua applicazione. L'articolo sancisce i principi della repubblica, della democrazia, del diritto al lavoro e della preminenza della Costituzione. Difficilmente potrei trovare qualche base migliore. E, giuridicamente parlando, la ns. costituzione è considerata una delle migliori al mondo.
ulisse ha scritto: | Infatti anche il più modesto dei lavoratori, un sudamericano immigrato qui perché nel suo paese non c'è lavoro, è pronto a insultarmi citando la costituzione italiana e arrogandosi il diritto di mettere a repentaglio la mia vita perché lui sta "lavorando" mentre io, invece, sono in giro col mio cane a cazzeggiare. |
Non ho capito... cosa intendevi?
Roberto1960 ha scritto: | chi non lavora e quindi non produce (per scelta, non per circostanza) non può considerarsi a pieno titolo "cittadino" |
Scusate ma questo cosa vorrebbe dire? L'articolo, nell'interpretazione pacifica della Corte Costituzionale e di ogni tribunale italiano vuol dire che si ha diritto ad avere un lavoro dignitoso, retribuito ed adeguato alle proprie possibilità, esigenze e capacità. Posso essere d'accordo sul fatto che purtroppo non sia rispettato, ma da dove deriva che chi non produce sia un cittadino di serie B?
Roberto1960 ha scritto: | Ciò che recita la costituzione è chiaro, anzi chiarissimo. Nel secolo scorso era sentito il bisogno di produrre. Ovvio. Dopo una guerra si rendono disponibili risorse aggiuntive. Risorse che portano benessere, se ci si dedica alla produzione. Ora risorse in eccesso non ce ne sono più. Ora non c'è bisogno di produrre ma di reperire risorse. Ecco che il concetto di "lavoro" inteso come "produzione" diventa obsoleto. Invece serve "profitto". Ecco quindi che chi non è "profittevole" non ha più nemmeno il diritto di essere chiamato cittadino. Ebbene, se così stanno le cose - e, purtroppo, così stanno - significa che le persone come me che tutto hanno in testa tranne che il profitto non hanno più diritti civili? Significa che le persone che come me vogliono PERDERE PROFITTO per investire in natura e salute sono costrette ai margini della società bollati come parassiti improduttivi? Domande retoriche, ovviamente, perché la risposta è scontata e, ahimè, affermativa.
La risposta è "Sì. Per la gente così non c'è spazio." |
Ammesso e non concesso che il "reperimento di risorse" non sia un lavoro, dove hai trovato che chi non produce non ha più diritti civili? Questa proprio non l'ho capita...
Roberto1960 ha scritto: | MA questo è già un problema di applicazione che però rende evidente l'urgenza di una revisione della costituzione.
Non è possibile che la nostra costituzione lasci uno spazio così ampio di interpretazione su concetti così basilari come il diritto all'esistenza!
Concordo con pierpa:
pierpa ha scritto: | (...) con il preambolo della costituzione americana, più vecchia ma più umana che parte dal risultato, ovvero dalla garanzia del benessere, non dallo strumento, il lavoro:
"allo scopo di [...] promuovere il benessere generale e di salvaguardare per noi stessi e per i nostri posteri il dono della libertà, decretiamo e stabiliamo questa Costituzione"
altro che "repubblica fondata sul lavoro": ma che palle.
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Vorrei anch'io una costituzione che come prima cosa sancisca il diritto al benessere di tutti i cittadini e non solo di quelli che contribuiscono al profitto! |
Lo ripeto e lo ripeterò fino allo sfinimento, perchè apprezzo la Costituzione della Repubblica Italiana, ma dove si vede che il benessere ricade solamente solo su chi ha profitto?!?
Ma vogliamo parlare della sanità che è un diritto di tutti, anche di chi non ha un lavoro? (mentre in america senza assicurazione muori per strada?) vogliamo parlare dell'università che ci stanno sfasciando ma che è comunque ancora fra le migliori al mondo? E non migliore perchè fa guadagnare di più a chi la frequenta (come quelle americane) ma perchè ti fornisce un'apertura mentale elevata, ti da capacità critica e di giudizio e una cultura generale che in molti altri paesi sognano e basta...
Roberto1960 ha scritto: | Questo modo si chiama essenzialmente solidarietà. Quando un lavoratore viene colpito nei principi della tutela della sua dignità, dobbiamo tutti compattamente rifiutare questa vessazione. Voglio dire chiaramente che il problema se quella donna svizzera abbia fatto la furba o meno è assolutamente irrilevante. Tra l'altro non siamo in grado di deciderlo né noi né l'azienda né alcun altro a parte lei stessa. Il punto chiave è che l'azienda ha violato la privacy della lavoratrice, ha presunto che la persona su Facebook fosse effettivamente lei, illazione del tutto gratuita, ha ritenuto che la lavoratrice non stesse effettivamente male, cosa che richiede senz'altro una verifica medica, e ha ritenuto unilateralmente di licenziare in tronco la dipendente senza neppure un richiamo!
Ma, dico, stiamo scherzando? |
a) d'accordo sulla solidarietà purchè sia meritata. Sono d'accordo sul fatto che il lavoratore debba essere più tutelato in quanto parte debole ma non parto da presunzioni di colpevolezza per nessuno.
b) è irrilevante se qualcuno cerca di approfittare della situazione o meno? non credo proprio, anzi il fatto che qualcuno ne approfitti limita l'intera comunità. E comunque, non possiamo deciderno noi, non l'azienda, ma i giudici si, se fosse il caso.
c) l'azienda ha violato la privacy in modo molto dubbio - non so come sia la normativa svizzera ma qua in Italia non lo darei per scontato; quanto al fatto che fosse effettivamente lei può essere illazione ma non credo sia gratuita. Se un mio contatto di FB mi scrive, credo sia lui, non parto sempre con un terzo grado per accertarne l'identità no?
d) non sempre è necessaria una verifica medica. A volte anche da noi in Italia (e ritengo sia così anche in Svizzera) ci sono situazioni dove l'onere della prova è capovolto. Se io dico che non posso alzarmi dal letto e poi il mio principale mi becca a lavorare al supermercato dove sto svolgendo una seconda attività, pensi davvero che serva un medico?
e) come ripeto nell'altro post, non sappiamo che rapporto ci fosse. Se era un rapporto fiduciario o se il contratto lo prevedeva, l'azienda era nel suo pieno diritto. Ripeto, ho detto SE... io non lo so, ma credo neanche voi. |
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