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Scrive su Facebook "Mi butto sotto un treno" e si suicida
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Zeus News
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MessaggioInviato: 10 Dic 2010 11:55    Oggetto: Scrive su Facebook "Mi butto sotto un treno" e si suicida Rispondi citando

Commenti all'articolo Scrive su Facebook "Mi butto sotto un treno" e si suicida
Un giovane annuncia il proprio suicidio sul social network e si toglie la vita.



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TheBigPit
Eroe in grazia degli dei
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MessaggioInviato: 10 Dic 2010 15:41    Oggetto: Rispondi citando

85 amici su FB.
Ma quali amici? Ma quali 85?
Doveva essere solo come un cane. Altra ennesima dimostrazione della 'vacuità' e 'inconsistenza' dei moderni social network.
Povero ragazzo, a 23 soli anni con una ex moglie ed un bimbo (altra vittima) che crescerà senza un padre.
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MessaggioInviato: 10 Dic 2010 21:49    Oggetto: Rispondi citando

TheBigPit ha scritto:
85 amici su FB.
Ma quali amici? Ma quali 85?
Doveva essere solo come un cane. Altra ennesima dimostrazione della 'vacuità' e 'inconsistenza' dei moderni social network.
Povero ragazzo, a 23 soli anni con una ex moglie ed un bimbo (altra vittima) che crescerà senza un padre.

Mi spiace per questo ennesimo poveraccio che ha scelto di ammazzarsi ma che cosa c'entra il fatto che lo abbia scritto e dichiarato in un network? Se invece di Twitter avesse usato un taccuino, dovremo affermare che i taccuini sono vacui e inconsistenti, sono causa di tragedie solo perché vengono usati dai suicidi per lasciare scritte le loro volontà o richieste di aiuto?

La vacuità e l'inconsistenza a me pare che ce l'abbia la gente, non i network.
Si è mai parlato di un coltello incosciente o assassino? E' la gente che usa i coltelli in modo improprio o criminale a ferire gli altri.
E' molto facile parlare male dei mezzi dimenticando gli interi. E gli interi siamo noi che li usiamo.
Spesso, siamo interamente disperati. Qualcuno di noi lo è. E compie gesti risolutivi. Una fuga esagerata, un togliersi di mezzo. Dovremmo avere pietà per costoro, ma avere pietà farebbe bene solo a noi.
Ecco perché non ne abbiamo. Perché avremmo paura di noi stessi, messi di fronte al mistero, al dolore, al senso di vuoto apparente (che è una manifestazione di anestesia emozionale autoindotta) che spinge alcuni al suicidio.
Il suicidio non è una soluzione, è un principio di rifiuto di quella che in qualche misura è accostabile alla responsabilità, al prendersi delle responsabilità verso noi stessi, dal momento che nessuno nasce con le risposte giuste. e se cominciamo ad interrogarci sul senso della vita si corre il rischio di non trovarne alcuno, almeno secondo i nostri gusti.

La fuga per alcuni è l'unica soluzione, la più facile, la più difficile. Ma nella maggior parte di questi episodi, più spesso, il suicidio è una paradossale richiesta di aiuto. E' un voler punire gli altri che non ci hanno aiutato.

Poi esistono i suicidi di fine vita. Ma questi sono ben altra cosa.
E fanno paura a chi vorrebbe comandare le altrui coscienze perché (gli impauriti dai suicidi di fine vita altrui), una personale non ce l'hanno.
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doc brown
Eroe in grazia degli dei
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MessaggioInviato: 10 Dic 2010 22:42    Oggetto: Rispondi citando

TheBigPit ha scritto:
85 amici su FB.
Ma quali amici? Ma quali 85?
Doveva essere solo come un cane. Altra ennesima dimostrazione della 'vacuità' e 'inconsistenza' dei moderni social network.
Povero ragazzo, a 23 soli anni con una ex moglie ed un bimbo (altra vittima) che crescerà senza un padre.


Ti quoto in pieno ennesima prova di quanto siamo soli e che " fessbook " con i suoi pseudoamici è solo un contenitore virtuale e vuoto perchè se erano veri amici a quest'ora il ragazzo era ancora vivo.....chiudete la disgrazia di questo secolo
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merlin
Dio maturo
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MessaggioInviato: 11 Dic 2010 08:46    Oggetto: Rispondi citando

A costo di sembrare insensibile e intransigente e il dispiacere astratto per una vita che se n'è andata, dirò che la notizia in sé mi lascia del tutto indifferente.

Anche perché allo stato dei fatti non pare che il mondo abbia subito una gran perdita, neppure il figlio concepito -se l'età riportata è esatta- sui 16 anni. Perché un padre sia pure immaturo che non trova altro rimedio al suo fallimento che esibirlo in piazza nella speranza di farsi piangere addosso, oltre che un fallito nella vita era di sicuro debole di mente tanto da non saper reagire pur avendo ancora una vita davanti.
Si può blaterare sin che si vuole sul mancato sostegno di famiglia, istituzioni, amici, vicini di casa e conoscenti più o meno occasionali; tutti quanti nasciamo soli e, come ricordava De Andrè, moriamo soli. Se non siamo capaci di mettere qualcosa di valido tra le due solitudini, sono cazzi e colpa nostre, mica degli altri.

Tutti penseranno allora alla perdita subita dal figlio; beh, il semplice fatto di avergliela "imposta", questa perdita, fa pensare che forse alla fin fine le cose stanno meglio così come sono andate.
Tanto da un padre tanto egoista da lasciarlo solo, il bambino nulla di buono avrebbe avuto da sperare dal lato affettivo ed educativo e neppure della semplice compagnia di uno non troppo distante dalla sua età.

L'unica a "rimetterci" qualcosa potrebbe essere la (ex?) moglie, che vede sparire dal suo futuro una rendita economica, effettiva o solo sperata, senza aver mosso un dito per guadagnarsela. Anzi, con premesse del tutto inconsistenti, per non dire altro, visto che aveva già abbandonato a quella psicologica derivante dello stato coniugale.
Perché a litigare e separarsi siam tutti capaci, mentre pare che più nessuno da giovane abbia voglia di darsi da fare per mediare e tenere insieme i pezzi.
Perché oggi tutto si butta dopo un po', come una stoviglia sbeccata o che soltanto ci è venuta a noia perché l'abbiamo sempre sotto gli occhi.

E qui mi fermo, anche perché la frittata è fatta e navigare nel mare delle illazioni o filosofare sulle ipotetiche occasioni mancate non serve a nessuno. Certo non a chi legge, che tanto resterà comunque nelle proprie convinzioni; meno che mai ai protagonisti volontari e involontari della vicenda.
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MessaggioInviato: 11 Dic 2010 11:49    Oggetto: Rispondi citando

Bella prova ragazzi.
Ricordo a tutti che essere cinici non è un mero esercizio dialettico o concettuale-opinionistico. Ci vuole una cultura specifica per esercitare un cinismo che non sia solo superficialità di giudizio. E la cultura uno se la deve costruire con l'esperienza. Non basta leggere qua e là per farsi un'opinione adeguata agli argomenti che trattiamo.
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Zeus
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MessaggioInviato: 11 Dic 2010 14:10    Oggetto: Rispondi citando

Ne abbiamo avuto almeno uno anche qui sul forum, o no? Poi non s'è più fatto sentire...

<evil grin>
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MessaggioInviato: 11 Dic 2010 14:46    Oggetto: Rispondi citando

zeussino ha scritto:
Ne abbiamo avuto almeno uno anche qui sul forum, o no? Poi non s'è più fatto sentire...

<evil grin>
Sì, lo ricordo. O lo ha fatto (e non credo) o trollava.
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Ermengarda Categna
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MessaggioInviato: 12 Dic 2010 15:25    Oggetto: Rispondi citando

Credo che parlare d i suicidio in generale qui sia OT, perciò mi soffermerei sul fatto di annunciarlo su FB. E' fuorviante chiamare FRIENDS i contatti. Di solito si dovrebbe saper distinguere tra conoscenti e amici: chi avesse passato momenti in cui c'era bisogna di aiuto, lo sa. Si arriva al punto in cui le persone si contano, tra quelle che non sanno fare di meglio che girare la testa per non vedere i tuoi guai, quelle che fanno la predica ("ah, ma se fossi io...") e non vanno oltre e quelli, e per fortuna ci sono, che come minimo offrono empatia: magari non ti risolvono i guai, ma almeno ti ascoltano e aiutano a condividere lo scoramento che ai guai si acompagnano. Non é niente sul piano pratico, ma lo é su quello emotivo, e anche quello conta, a volte conta moltissimo. (in ultimo, qualcuno si tira su le maniche e dà un sostegno concreto: esistono anche persone così. Ma non tutti hanno la possibilità di farlo).

Il giovane sventurato di questa storia non ha trovato nessuno che sapesse fare un passo verso di lui? I suoi amici FB erano, evidentemente, solo contatti. Del resto, l'errore di fondo credo stia nel credere che il social network possa sostituire gli altri tipi di relazioni. La società é sopravvissuta per ere intere senza la tecnologia attuale, ma con valori umani. Non ci possiamo aspettare che delle applicazioni elettroniche li posseggano, al più possono rendere più agevole scambiare risorse (affettive, economiche, di informazione, di status). Ma non si scambia quello che non c'é: forse il grande inganno, involontario ma non meno pericoloso, sta proprio nel pensare che si crei dal nulla quello che manca, solo perché c'é il modo di scambiarlo. Posso avere un cellulare dell'ultima generazione, ma non sarà quello a far sì che io abbia qualcosa da dire. Purtroppo.
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merlin
Dio maturo
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Residenza: Kingdom of Camelot

MessaggioInviato: 13 Dic 2010 21:56    Oggetto: Rispondi

Silent Runner ha scritto:
Bella prova ragazzi.
Ricordo a tutti che essere cinici non è un mero esercizio dialettico o concettuale-opinionistico. Ci vuole una cultura specifica per esercitare un cinismo che non sia solo superficialità di giudizio. E la cultura uno se la deve costruire con l'esperienza. Non basta leggere qua e là per farsi un'opinione adeguata agli argomenti che trattiamo.

Non esiste nulla di terribile nella vita per chi davvero sappia che nulla c'è da temere nel non vivere più. Perciò è sciocco chi sostiene di aver paura della morte, non tanto perché il suo arrivo lo farà soffrire, ma in quanto l'affligge la sua continua attesa. Ciò che una volta presente non ci turba, stoltamente atteso ci fa impazzire. La morte, il più atroce dunque di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi. Non è nulla né per i vivi né per i morti. Per i vivi non c'è, i morti non sono più. Invece la gente ora fugge la morte come il peggior male, ora la invoca come requie ai mali che vive.
Il vero saggio, come non gli dispiace vivere, così non teme di non vivere più. La vita per lui non è un male, né è un male il non vivere.


Boh, io ogni tanto mi rileggo il "breviario" e poi ci dormo su serenamente.
Perciò la scelta di vivere o morire in sé mi lascia del tutto indifferente, perché sono scelte individuali e privatissime.

Consegue che non ho nessunissima compassione per quelli che mettono gli affari propri in piazza, sia pure nel tentativo patetico di strappare una postuma lacrimuccia a coronamento della propria esibizione. (e scrivere su FB può anche essere solo un modo popolar-tecnologico di urlare nelle orecchie del prossimo).
Se poi discutiamo sul fatto che magari doveva essere istituzionalizzato perché debole di mente, allora è tutta un'altra storia. Ma non credo, posso sbagliare ma a mio giudizio rimane attore e vittima inconsapevole di un evento "con il quale o senza il quale tutto rimane tale e quale"
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