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Rozzemilio Dio maturo


Registrato: 23/10/06 15:38 Messaggi: 1762 Residenza: Rozz(|)... a sud di Mil(|)
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Inviato: 14 Apr 2011 08:45 Oggetto: |
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H5N1 ha scritto: | A questo punto è necessario qualche link a queste proteste.
Voglio proprio vedere chi è che protesta. |
Hanno inventato Google apposta. Fatti una ricerca... |
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H5N1 Semidio

Registrato: 18/08/09 01:06 Messaggi: 201
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Inviato: 14 Apr 2011 09:05 Oggetto: |
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Rozzemilio ha scritto: | H5N1 ha scritto: | A questo punto è necessario qualche link a queste proteste.
Voglio proprio vedere chi è che protesta. |
Hanno inventato Google apposta. Fatti una ricerca... |
Credo che tu debba apprendere, prima di rispondere, il significato di "provocazione" e le varie accezioni che questo termine può assumere.
So bene che, tra quanti hanno criticato la trasmissione, vi sono
- giornalisti di "seconda mano"
- blogger dell'ultim'ora
- facabook dipendenti
- urlatori di "tweet"
Finora, però, non ho trovato alcuna critica che prendesse seriamente in considerazione i fatti. Perlopiù sono stati criticati i toni e la superficialità.
Anni fa scrissi riguardo il pericolo di una "Rete per tutti" paragonandola ad un'autostrada percorsa da veicoli troppo veloci con alla guida gente senza patente.
Ecco a voi i risultati:
- Alzate di testa senza cognizione di causa
- "sviluppatori" Joomla e Wordpress improvvisati
- webmaster reinventatisi
- "urlatori" ignoranti
- errori grammaticali e sms-style blogger
- diffamazioni
- aumento del controllo da parte dei Signori delle stanze dei Bottoni
- Facebook dipendenti (a qualcuno dice niente il termine IAD?)
- email con in chiaro centinaia di destinatari
- violazioni non solo della netiquette, ma del buonsenso in generale
- pubblicazione di foto, citazioni e materiali altrui senza consenso alcuno e, soprattutto, senza la percezione che questo sia quantomeno lesivo del diritto dell'individuo
Basta stronzate.
[modifica dell'ultimo momento]
Guardate qui:
Citazione: | A nostro avviso, l’errore principale è stato quello di dare per scontato che il target di Report fosse per lo più composto da “apocalittici” e da “ingenuotti”; vale a dire: da un lato, da persone che vedono Internet come una sorta di Grande Fratello in embrione, un “diavolo vestito a festa”, qualcosa da cui guardarsi con sospetto ed infinita cautela e, dall’altro, da persone che si servono del web senza avere la benché minima idea di come esso funzioni, di quali siano le sue regole (seppure vaghe ed indeterminate), le sue storture, le sue peculiarità, e che avrebbero inorridito di fronte alla scoperta che Facebook e Google utilizzano i dati personali degli utenti per cucire loro addosso le pubblicità più appropriate e venderli agli inserzionisti come fossero un prodotto. Ma la verità è che la stragrande maggioranza del pubblico di Report non appartiene a nessuna di queste due categorie, anzi, quello di Report è un pubblico che conosce Internet; in molti casi (come nel nostro) ci lavora, ed è pienamente consapevole dei rischi e delle opportunità che offre.
In sostanza, il problema è che, ieri, Report ci ha trattati come degli idioti. Sappiamo che non erano queste le intenzioni, ma è così che ci siamo sentiti: come se qualcuno volesse farci una bella lezioncina su quanto siamo stati fessi a condividere le nostre informazioni in rete, su quanto siamo stati ingenui ad aver creduto che il web fosse un luogo di libertà e riscatto, su come abbiamo potuto non considerare che lo scopo ultimo dei colossi del web fosse quello di venderci qualcosa tirando su vagonate di soldi, su come ci siamo fatti prendere in giro dallo sventolio di qualche servizio gratuito senza neppure chiederci se, in qualche modo, avremmo comunque pagato un prezzo per ciò che ottenevamo. Ma la verità è che non siamo degli idioti, tutto quello che ci avete raccontato lo sapevamo già, e il problema vero è che -caso più unico che raro- stavolta ne sapevamo molto più di voi. |
Non posso inserire un commento se non ho Facebook?
Non ho diritto di parola se non sono un drogato?
Datevi una letta alle affermazionii di Tim Berners-Lee
Citazione: | “The web evolved into a powerful, ubiquitous tool because it was built on egalitarian principles and because thousands of individuals, universities and companies have worked, both independently and together as part of the World Wide Web Consortium, to expand its capabilities based on those principles.” |
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