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Quei lavoratori della conoscenza felici e sfruttati
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Autore Messaggio
Zeus News
Ospite





MessaggioInviato: 03 Mag 2011 23:00    Oggetto: Quei lavoratori della conoscenza felici e sfruttati Rispondi citando

Commenti all'articolo Quei lavoratori della conoscenza felici e sfruttati
L'ultimo saggio di Carlo Formenti contro le false retoriche della liberazione tramite web.


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Roberto1960
Dio maturo
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Registrato: 21/01/08 00:39
Messaggi: 1168
Residenza: Roma

MessaggioInviato: 08 Mag 2011 19:19    Oggetto: Rispondi citando

Uno che scrive
Citazione:
...Se mai ci sarà un cambiamento questo verrà dalle lotte sindacali che in Cina stanno cominciando ad aumentare il costo del lavoro nelle megafabbriche dove si producono i nostri tablet...

evidentemente è tra i pochi che sono già arrivati al cuore del problema.

Un libro da leggere, direi.
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Zorro
Dio maturo
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Registrato: 23/08/05 08:56
Messaggi: 1111
Residenza: Torino

MessaggioInviato: 09 Mag 2011 10:48    Oggetto: Tecnologia non coincide con democrazia. Rispondi citando

Trovo che il riassunto di Tolardo questa volta sia perfetto, tanto che non è più necessario acquistare il libro. Wink

Quando si trovano esposti in bell'ordine dei concetti a cui si è giunti da sè, in modo magari sconclusionato e"non organico", non puoi non concordare.

Sono curioso di sentire il parere dei pasdaran della rete, per schematizzare: quelli che dicono più internet = più democrazia, e inorridiscono se ad esempio si afferma più social network = più solitudine .Sad

Old
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{zecchino}
Ospite





MessaggioInviato: 09 Mag 2011 14:10    Oggetto: Rispondi citando

Trovo questi concetti in risonanza con quello che capisco e conosco.
Vorrei aggiungere che chiunque abbia studiato economia sa che, senza ulteriori sviluppi (per questo esiste il marketing) i costi di produzione di un bene tendono a pareggiare il prezzo di vendita eliminando il guadagno.
Inoltre nei Paesi dove il costo della mano d'opera è basso, questo tende a salire per effetto della spesa privata: semplificando non poco, i lavoratori guadagnano e spendono nei negozi, i negozianti guadagnano e aumentano i prezzi provocando, insieme ad altri fattori, le lotte salariali con i "padroni" e tutte le storie che conosciamo perché le abbiamo già vissute.
Per questo si creano le divisioni politiche e si fomentano quelle etnico/religiose che poi originano le guerre in Paesi accuratamente scelti fra quelli instabili, dalle lobby economico-politiche: in questo modo i salari restano bassi e le risorse locali vengono depauperate senza che ci sia alcuna protesta da parte del popolo che, ignorante e diviso, non capisce neanche cosa accade.
Anche nei Paesi "sviluppati", in forma molto più sottile, con l'illusione che la tecnologia significhi progresso, si sta verificando la stessa cosa.
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mda
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Registrato: 01/11/06 09:39
Messaggi: 6648
Residenza: Figonia

MessaggioInviato: 09 Mag 2011 20:59    Oggetto: Rispondi

Roberto1960 ha scritto:
Uno che scrive
Citazione:
...Se mai ci sarà un cambiamento questo verrà dalle lotte sindacali che in Cina stanno cominciando ad aumentare il costo del lavoro nelle mega-fabbriche dove si producono i nostri tablet...

evidentemente è tra i pochi che sono già arrivati al cuore del problema.

Un libro da leggere, direi.


Ma uscito vecchio! In quanto in Cina come in altri Paesi il costo dell'operaio o del tecnico o altro già si alza. Infatti mancano gli operai :

Citazione:
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il colosso economico cinese, che guida l'ingresso dell'Asia nei mercati internazionali, si ritrova con un problema inaspettato: non ha più operai o dirigenti qualificati.

Il problema, che per ora mantiene dimensioni controllabili, diverrà preoccupante entro 15 anni: la popolazione invecchia e quella che dovrebbe essere la classe dirigente ha una preparazione sempre peggiore. Di conseguenza, gli investitori stranieri iniziano a guardare altrove.
(..)
Le industrie cinesi sono state costrette ad aumentare le paghe minime del 30 %, arrivando ad un prezzo pari a 75/85 dollari al mese: questa cifra rappresenta 3 mesi di salario per un operaio bangladeshi.


Dato che oggi le fabbriche sono fortemente automatizzate servono operai giovani, colti e specializzati che ovviamente vengono pagati fin 75$ in Cina ovvero il corrispondente in Italia di 5000euro mese. Quelli vecchi e senza una specializzazione vengono usati sfruttati come "carne da cannone".

Anche se non si sente in Cina e in altre parti stanno già protestando e facendo sindacati loro.

In Italia invece si cerca di copiare l'economia indiana che prevede lo schiavismo di tutti i lavoratori.

Ciao
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