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La fotocamera con l'autofocus dopo lo scatto
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Autore Messaggio
Zeus News
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MessaggioInviato: 23 Giu 2011 14:08    Oggetto: La fotocamera con l'autofocus dopo lo scatto Rispondi citando

Commenti all'articolo La fotocamera con l'autofocus dopo lo scatto
Non serve più mettere a fuoco prima di scattare: la fotocamera di Lytro cattura tutta la luce.



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ioSOLOio
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MessaggioInviato: 23 Giu 2011 16:32    Oggetto: Rispondi citando

notevole...come avere foto davvero complete e..interattive...
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Stx
Dio minore
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Messaggi: 730
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MessaggioInviato: 23 Giu 2011 17:29    Oggetto: Rispondi citando

dal sito ufficiale:

Citazione:

Recording light fields requires an innovative, entirely new kind of sensor called a light field sensor. The light field sensor captures the color, intensity and vector direction of the rays of light. This directional information is completely lost with traditional camera sensors, which simply add up all the light rays and record them as a single amount of light.


Ammesso che lo facciano realmente, cosa cambia registrando anche "la direzione vettoriale del raggio di luce"? Come si fa a cambiare il punto di fuoco della foto?
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{Bernardo}
Ospite





MessaggioInviato: 24 Giu 2011 09:17    Oggetto: Rispondi citando

Dopo 40 anni di fotografia, mi permetto di manifestare il mio scetticismo. Se pur con il supporto digitale, la focheggiatura di ogni obiettivo deve rispondere a legggi ottiche (vedasi fenomeni come il foro stenopeico) che non mi sembra possibile bypassare. Magari si tratta di una nitidezza indotta via software che non può essere paragonata ad una messa a fuoco effettuata nel rispetto delle leggi fisiche!
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Stx
Dio minore
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Residenza: In coda sulla Tangenziale Est

MessaggioInviato: 24 Giu 2011 10:22    Oggetto: Rispondi citando

{Bernardo} ha scritto:
Dopo 40 anni di fotografia, mi permetto di manifestare il mio scetticismo. Se pur con il supporto digitale, la focheggiatura di ogni obiettivo deve rispondere a legggi ottiche (vedasi fenomeni come il foro stenopeico) che non mi sembra possibile bypassare.


Questa tecnologia NON userebbe alcun foro stenopeico. Vedi la pagina 3 di "the science inside" del sito. Una rivoluzione dopo quasi 200 anni di fotografia. E infatti sono scettico anch'io. Think

Mi pare anche abbastanza ovvio che le foto "demo" del sito sono ottenute scattando con tecniche tradizionali diverse foto della stessa scena, con punti di messa a fuoco distinti. Poi, quando clicchi su un punto, ti viene mostrata la foto che ha il fuoco in quel punto.
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QC
Mortale devoto
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Residenza: Parigi

MessaggioInviato: 24 Giu 2011 11:05    Oggetto: Rispondi citando

Per gli scettici: fate una semplice ricerca su Google con "Adobe Light Field" oppure "Plenoptic camera".
La tecnologia c'è e funziona, peccato che costa(va) un botto.
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Silent Runner
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°


Registrato: 16/05/05 10:17
Messaggi: 24078
Residenza: Pianeta Terra

MessaggioInviato: 24 Giu 2011 11:31    Oggetto: Rispondi citando

L'impatto visivo è molto affascinante anche se in effetti la risoluzione è piuttosto bassa ma tant'é...

Bernardo ha scritto:

Dopo 40 anni di fotografia, mi permetto di manifestare il mio scetticismo. Se pur con il supporto digitale, la focheggiatura di ogni obiettivo deve rispondere a legggi ottiche (vedasi fenomeni come il foro stenopeico) che non mi sembra possibile bypassare. Magari si tratta di una nitidezza indotta via software che non può essere paragonata ad una messa a fuoco effettuata nel rispetto delle leggi fisiche!
Scetticismo legittimo ma dopo 50 anni di fotografia posso dire che niente di quanto siamo abituati a vedere è tutto quello che potremo mai vedere perché niente altro può essere al di fuori di questo.
Le leggi dell'ottica nono ben solide, lavoriamo nel campo delle leggi di Newton e non c'è bisogno di scomodare la meccanica quantistica ma la realtà di cui facciamo parte è assai più complessa di quanto normalmente crediamo che sia.
Il punto è che questo tipo di "fotografia" trascende le tecniche classiche per operare in campi paralleli alla fotografia statica su pellicola piana o sensore ottico.
Basta googlare "Light Field" e dare un'occhiata su Wikipedia per comprendere quanto è diverso l'approccio per ottenere un'immagine simile (che comunque per essere visualizzata in modo dinamico e interattivo ha bisogno del supporto di Flash, almeno se utilizziamo un browser normalmente impiegato per navigare nel web). Per fare un paragone, potremmo considerare questo salto di qualità tecnico-percettivo (il riconoscimento delle immagini come oggetti, animali, piante o persone è frutto di una competenza evolutiva che delega la cervello il compito di trasformare parti chiare e scure presenti su una superficie piana in forme, persone, soggetti, ecc...) in qualche modo vicino al grande salto tecnologico-espressivo che consentì di passare dalla fotografia piana ed immobile al cinema con immagini in movimento, con l'aggiunta di spostamenti soggettivi del punto di osservazione rispetto alla scena iniziale (cosa che la fotografia statica non consente, l'immagine è una e una soltanto e non si può cambiare l'angolo di osservazione una volta scattata la foto.
Ovviamente, questo movimento è illusorio, le immagini sono e restano statiche, congelate sulla gelatina al momento dello scatto.
Siamo noi ad intervenire (o meglio è il nostro cervello a ricomporre sequenzialmente in termini temporali) per completare la funzione e ottenere la percezione del movimento.
Siamo come ascoltatori di una narrazione: ci adeguiamo al contesto narrativo e ne riconosciamo le simbologie e i personaggi, gli eventi in sequenza di accadimento. Interagendo con la foto (cliccando per spostare la messa a fuoco) ci poniamo in una posizione diversa, una sorta limitata di post produzione su modelli e scene già girate.

Esiste in realtà una specie di simulazione dello scatto unico che consenta una carrellata all'interno della scena, anche con spostamenti complessi del punto di osservazione: se ne possono vedere gli esempi in alcune pubblicità televisive che qui non posso citare per non fare pubblicità al prodotto.
Possiamo cioè osservare lo scatto singolo "girando" intorno ai soggetti inquadrati in una lunga carrellata al rallenty. In realtà lo scatto che osserviamo come filmato al rallentatore è il prodotto del montaggio di una serie di scatti singoli contemporanei realizzati attraverso fotocamere ravvicinate poste su una sorta di binario che segue l'andamento e il percorso scelto dall'operatore. Il risultato è impressionante perché riunisce entrambe le sue tecniche conosciute oggi: la fotografia statica e il cinema in movimento: questo però non ha niente a che fare con una fotografia esplorabile in 3D. Per fare questo, per poter cioè girare intorno ad un soggetto statico fotografato è necessario ricorrere alla tecnica olografica.

Tutto questo per dire che, per mantenere un minimo di curiosità dovremmo tenere aperta qualche porta alle potenzialità tecniche e inventive della nostra specie, così ben adattata alla realtà e alla meccanica classica, all'ottica, alla cinematica e via discorrendo.
Ho visto il mondo crescere a dismisura e la tecnologia passare dai relé elettromeccanici ai semiconduttori e agli attuali processori per PC. Un uomo dell'ottocento avrebbe trovato impensabile l'enormità dello sviluppo tecnologico e delle scoperte scientifiche che ci hanno mostrato aspetti della realtà da noi impensati, cosa che, unita alla nostra capacità di mettere insieme principi e strutture al'apparenza non collegabili in alcun modo, abbiamo creato una realtà composita ed integrata, fatta di elementi compositi e tutto questo facendo interagire principi fisici e chimici per ottenere (anche con grande spreco di risorse), tutto quello di cui oggi ci serviamo e riteniamo ormai irrinunciabile.
Sì, mi spiace di non poter più trovare la vecchia Ektachrome infrared dal rivenditore dal quale mi rifornivo, Mi spiace di aver abbandonato le mie vecchie Mamya RB67, la vecchia Rolleyflex, L'allora supertecnologica Minolta Dynax 7000i, la stramaledettatmente malfunzionante fotocamera panoramica russa "Horizon" più molte altre, gloriosissime amiche dei miei scatti, così come ho lasciato da una parte la mia vecchia videocamera a spalla Super VHS i miei ingranditori e lo sviluppo negativi/positivi in casa... ma allo stesso modo ho rinunciato ai miei giocattoli di bambino per diventare quello che sono oggi.

...Un bischero! Mr. Green
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Semidio
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MessaggioInviato: 24 Giu 2011 13:32    Oggetto: Rispondi citando

ROTFL Sbonk
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MessaggioInviato: 24 Giu 2011 17:09    Oggetto: Rispondi citando

QC ha scritto:
Per gli scettici: fate una semplice ricerca su Google con "Adobe Light Field" oppure "Plenoptic camera".
La tecnologia c'è e funziona, peccato che costa(va) un botto.


Grazie mille, credo di aver capito piu' o meno come funziona -e perche' costi un botto! Mi permetto di postare questi tre link. Il primo spiega come funziona.


Oppure, senza leggere tanto, il primo video di questa pagina e' molto chiaro.

Citazione:

Yes, you read that correctly. The fevered dreams of crime scene investigators up and down the country are being brought to reality by Adobe, with just a single extra lens and some crafty software knowhow. Basically, a plenoptic lens is composed of a litany of tiny "sub-lenses," which allow those precious photons you're capturing to be recorded from multiple perspectives. The result is that you get a bunch more data in your image and an "infinite" depth of field, meaning you can toggle at what distance you want your image to be focused after the act of taking it. These plenoptic lenses are inserted between your shooter's usual lens and its sensor, though commercialization is sadly said to still be a fair distance away. Never fear, you can get hold of a video demo much sooner than that -- you know where it's at.







Quest'ultimo link chiarisce cosa faceva nel 2005 l'attuale CEO della Lytro, Ren NG (quasi una istruzione valida in basic).
http://graphics.stanford.edu/papers/lfcamera/

Sono uscito dal tunnel dello scetticismo, grazie ancora! Evviva
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MessaggioInviato: 29 Giu 2011 22:47    Oggetto: Rispondi

Silent Runner ha scritto:
ma allo stesso modo ho rinunciato ai miei giocattoli di bambino per diventare quello che sono oggi.

...Un bischero! Mr. Green

hahah Stupendo questo intervento Very Happy

Cmq a parte gli scherzi e le battute sono d'accordo lo sviluppo tecnologico non si sa mai cosa possa cambiare e dove possa arrivare, sicuramente questa tecnologia e molto interessante è chissà quanto passerà (magari meno di quello che crediamo) perchè si affianchi al digitale tradizione e alla pellicola (che resiste per fortuna per certe cose e per gli amatori Smile )
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