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GrayWolf
Dio maturo
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Residenza: ... come frontiera i confini del mondo...

MessaggioInviato: 05 Ott 2011 00:35    Oggetto: Rispondi citando

Veleno Romano ha scritto:

...
[5/10... ma non è detto]


Speriamo siano più di 10
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Veleno Romano
Eroe in grazia degli dei
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MessaggioInviato: 05 Ott 2011 00:58    Oggetto: Rispondi citando

GrayWolf ha scritto:

Speriamo siano più di 10


Shocked Embarassed Embarassed Embarassed Very Happy

Grazie del complimento ma mai stancare il lettore. Cool
Vuol dire che i personaggi che non riescono entrare in questa produzione parteciperanno alla prossima... un thriller noir con moltissima violenza insensata e ingiustificata.

Laughing Laughing Laughing
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Veleno Romano
Eroe in grazia degli dei
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MessaggioInviato: 08 Ott 2011 03:53    Oggetto: Rispondi citando

Sesto capitolo: Scoprire altarini per trovare altari.

All'interno della palestra eravamo un ventina d'individui e se vi dico individui anziché persone è perché solo la metà di noi aveva aspetto umano, gli altri erano un ampio assortimento di creature solo vagamente umanoidi.
Uno di questi aveva l'aspetto di quelli che gli appassionati di ufologia chiamavano i Grigi.
Giovanni ci aveva fatto sedere in circolo su di un tatami.
Durante la fuga avevo visto il nostro gruppo ingrossarsi di queste bizzarre creature senza che la mia ragione si ponesse quesiti nella concitazione del momento ma ora la sorpresa era al massimo.
Osservando le loro emissioni di colori notai delle sequenze comuni a tutti nell'ampia gamma di cromatismi che emettevano collettivamente.

Marsi mi rivolse la parola.
"Alberto adesso hai modo di conoscere qualche appartenente al nostro eterogeneo ma affiatato gruppo, vorrei presentarteli individualmente ma credo che possiamo soprassedere alla formalità visto che fra dieci minuti potremmo essere tutti morti."
Alla frase molti risero ma a me non faceva ridere per niente! Sbottai.
"Cazzo Marsi! Dove sono? Chi siete? Mi sembra la scena del bar di Guerre Stellari."
Esplosero tutti a ridere. Matteo diede di gomito a Luca dicendogli "Mi sa che non è il babbeo che pensavamo." Luca annuì iniziando tirare fuori il necessario per arrotolare uno spinello.
Continuavo a non vedere lati umoristici nella situazione; cosa ci facevo in mezzo a questi alieni?
Io ero una persona normale... appena un tantinello invisibile e in grado di interpretare i sentimenti di chi mi stava attorno come sequenze di colori... In quel momento capii l'umorismo della situazione e scoppiai a ridere.
Tutti risero con me e ricorderò sempre l'arcobaleno di splendidi colori che gravitava in una danza armoniosa intorno a noi. Sentii uno spirito di squadra come mai avevo provato prima, un caldo sentimento che mi accomunava a quel gruppo di strambe creature di cui anch'io facevo parte.

Giovanni riprese a parlare.
"Adesso cominci a capire. Nessuno di noi è un'umano nel senso stretto del termine, incluso te. Siamo mutazioni e alieni, creature fuori dalla norma e per questo potenzialmente pericolose agli occhi dei cosidetti normali. Ma bada, la cosa che più viene vista come pericolo non è il nostro aspetto (che per qualcuno come te te è nella norma) e non sono nemmeno le nostre particolarità che potrebbero essere benissimo assorbite e sfruttate in qualche show businnes ma il fatto di aver scelto (a volte nostro malgrado) di fare comunità fra noi abbandonando i valori e le regole dei normali."
Su queste parole la pelle e le placche ossee della sua fonte si aprirono per mostrare un terzo occhio.

Ero sbalordito.
"Molti di noi stanno in posti chiave nascondendo le loro anomalie in una rigida sceneggiatura di conformismo, rinnegando il loro essere eppure sfruttandolo. Saresti sorpreso di sapere quanti anomali insospettabili ci sono nella Cultura, nello Spettacolo e persino nella Politica. Non ti sto parlando di normali devianze come possono essere le scelte sessuali o l'uso di stupefacenti, intendo vere e proprie mutazioni genetiche come ne vedi rappresentate qui o personaggi molto in vista che la notte andando a letto spengono i loro alteratori di Realtà percepita e si mostrano nel loro essere alieni venuti da altri mondi e dimensioni."

Se prima ero sbalordito, adesso ero allibito.
"La Terra non è solo degli umani, altre creature senzienti di diversa origine la popolano. Ma non tutti i diversi sono uguali e se qualcuno si è integrato magnificamente ricavandone agi e onori, i più sono vittime dei loro simili e dei loro complici in modo interraziale. Per questo è nata la nostra comunità; noi crediamo nelle cose che ci accomunano e non in quelle che vogliono farci credere ci dividono."
Si girò verso il Grigio.
"Guarda il nostro amico Betàl, viene da Aldebaran V e ha lavorato come precario nella ricerca per 32 dei suoi anni, equivalenti a 734 dei nostri anni solari, eppure ancora non ha maturato il minimo per la pensione. Guarda quant'è diverso da te nell'aspetto eppure come la sua situazione è simile alla tua!"
Guardai Betàl che mi sorrise timidamente e gentilmente annuendo.
Cominciavo a capire chi erano veramente i mostri... e a odiarli.
Avevo ancora in mano la pistola che cominciai a sentire come un'estensione del mio corpo fino a vederla pulsare di colori che si estendevano intorno al braccio.
"No Alberto. Non è quella che hai in mano la soluzione. Quella è solo uno degli strumenti che potresti inevitabilmente e dolorosamente essere costretto ad usare. Non siamo terroristi, piuttosto potresti definirci una... Religione."

Se prima ero allibito adesso ero completamente annichilito e privo di pensieri.
"Crediamo in un fine comune e in un principio ordinatore in grado di mostrarci la sua superiore Sapienza... come ogni altra religione mai esistita. Ma qualcosa ci rende diversi da quelle... non crediamo nella centralità dell'Umana Specie (come solo qualche culto sciamanico minore diversamente afferma contro le convinzioni religiose dominanti) e abbiamo nelle nostre stesse esistenze la prova del sovrannaturale (o pittosto del supernaturale) senza la necessità di affidarci a quella cosa piuttosto nebulosa ed inconsistente che è la Fede."
Fece una lunga pausa e i presenti iniziarono a salmodiare un sommesso canto, dolce e nostalgico.
"Nei miti più antichi ci sono tracce di noi devianti, da Gilgamesh ad Ercole, passando per Centauri ed Amazzoni, arrivando alle razze più strane di altri mondi esistenti o possibili. Nel tempo siamo cresciuti di numero, ci siamo combattuti e abbiamo combattuto contro gli umani, ci siamo riconosciuti e conosciuti, ora sappiamo che è venuto il tempo della nostra unione per combattere in una Guerra Finale che non siamo noi ad aver voluto... contro gli oppressori come è scritto nella nostra Profezia."

- Verrà il Tempo Ultimo in cui colui in grado di vedere i Colori dell'Anima di ogni cosa esistente, si unirà a noi per liberarci da ciò che ci nasconde, rivelando le nostre Armate a coloro che non vogliono vedere l'evidenza dell'Esistente.-

Adesso il canto sarebbe stato assordante se non avesse avuto una meravigliosa armonia, le forme erano completamente sopraffatte da onde di colori come in un acquarello di Dufy.
Volevo urlare "Lasciatemi fuori. Non c'entro con queste storie. Non sono io quello che aspettate! E'uno sbaglio. Non berrò da questo amaro calice!"
Invece una voce che voleva essere sommessa ma risuonò autorevole e decisa alle mie stesse orecchie disse
"Sono pronto!"
Tutti tacquero e fissarono il loro sguardo su di me.
La voce, ora più simile alla mia abituale, aggiunse
"Però non so cosa bisogna fare, qualcuno ha dei suggerimenti?"
La risata colletiva fu epica e sugellò la mia nomina a Messia.

[6/10... con possibili estensioni ma senza esagerare]
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GrayWolf
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Residenza: ... come frontiera i confini del mondo...

MessaggioInviato: 08 Ott 2011 13:17    Oggetto: Rispondi citando

Sempre più avvincente.

Ho deciso di copia/incollarlo.

Metafore chiare che permettono alla mente di ristabilire
[non tristemente, per fortuna]
il vero contatto con ciò che ci circonda.

edit:
lo so, lo so, mi ripeto, ma che ce posso fa'?
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Veleno Romano
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MessaggioInviato: 11 Ott 2011 21:21    Oggetto: Rispondi citando

Settimo capitolo: Fare il Messia? Un mestiere come un altro.

Ormai ero abituato alle sorprese del Labirinto (lo chiamavano proprio così) e trovarmi in uno studio elegantemente ma sobriamente arredato non mi sembrò strano. Esploravo con gli occhi le belle cose che ci circondavavo.
Marsi intuì il mio pensiero visto che si sentì in bisogno di dirmi:
"Quando terminiamo un inutile totale a volte riusciamo ad acquisire qualcosa dei suoi beni."
Improvvisamente le cose mi sembrarono meno belle e piuttosto sinistre.
Andai al dunque.
"Cosa dobbiamo fare?"
Giovanni mi guardò intensamente con i suoi tre occhi per lunghi secondi.
"Speravo e speravamo lo sapessi tu."
"Ma che cazzo vuoi ne sappia! Mica ho mai fatto il Messia prima d'ora!"
"Prova ad improvvisare allora."
Improvvisare? Ero mandato da Sacre Scritture e profezie e mi si chiedeva d'improvvisare?
Ma chi accidenti aveva scritto i Sacri Testi? Un'Eterna Sapienza o un'imbecille pagato un tanto a cartella con l'obbligo di aprirsi una merda di partita IVA loffia?
Improvvisamente un'illuminazione. Avevo la risposta!
"Saliremo in superficie in massa e mostreremo le nostre particolarità come prodigi. Molti verranno uccisi, altri venerati ma comunque mostreremo che può esistere qualcosa di diverso da quello che normalmente si vede."
I tre occhi di Giovanni mi fissavano.
"Di tutte le cazzate banali che potevi dire questa è la più grossa... ma hai ragione. Non ci avevamo pensato. Non ci avevamo pensato finora. Te l'hai detto al momento giusto, questa è la differenza e questo fa di te il Messia."
S'inchinò davanti a me mentre mi rendevo conto di aver detto una pericolosa stronzata che mi metteva maledettamente in pericolo.

[...]
Rientrammo nella palestra ormai vuota a parte una presenza; una giunonica bellezza dai capelli neri che Giovanni mi indicò.
"Anche se sei il Messia un certo grado di addestramento entra tra i tuoi doveri. Dovrai imparare a difendere la tua incolumità dai tanti pericoli che incontrerai. Per questo ti affido a Giovanna detta Pantera... presto capirai perchè."
Sorrise e mi diede un buffetto sul posteriore che non seppi se interpretare come un gesto cameratesco o un'ammiccamento ambiguo. Fatto sta che la statuaria Pantera, con il suo sorriso vagamente crudele, già s'era impossessata delle mie fantasie più spinte e represse che purtroppo avrebbero presto trovato soluzione in un'addestramento durissimo.

[...]
Era l'ennesima volta che mi trovavo al tappeto; mai avrei potuto vincere anche un solo round.
Pantera conosceva mosse e contromosse con precisione assoluta.
Era un'enciclopedia vivente delle Arti Marziali.
Proposi un Time Out che venne misericordiosamente accettato e parlammo.
"Certo che per essere un Messia, sei una grandissima pippa. Non sei riuscito a mettermi al tappeto nemmeno una volta."
"Oooooh senti... sono un Messia mio malgrado, mica un olimpionico."
"Di tutte le cazzate banali che potevi dire questa è la più grossa... ma hai ragione. Non sei un olimpionico, sei un Messia. E' banale ma è la Verità; questo fa di te veramente un Messia."
Annuiva con aria di grande serietà.
Devo dire che essere il Messia a volte mi divertiva, sparavo una colossale cazzata fatta di banalità e tutti rimanevano sorpresi dalla Verità dell'Ovvio che non vedevano solo perché troppo intrippati in una complessa quanto artificiosa e personale visione delle cose.
In fondo non era difficile fare il Messia. Non feci a tempo ad autocompiacermi quel minimo dovuto alla mia autostima che mi trovai con la faccia sul tappeto. Pantera aveva deciso, senza avvisarmi, che bisognava riprendere gli esercizi.
Un'altra rapidissima mossa e tre secondi dopo ero supino con i suoi oltre 75 kg. addosso e le sue epiche tettone ad un centimetro dalla faccia.
Si, non era male fare il Messia anche se comportava qualche sacrificio.

[...]
Sartori entrò di getto nell'uffico del Colonnello Goffredo Germano De Moncler con un foglio in mano. De Moncler odiava queste mancanze di educazione ma Sartori era uno dei suoi uomini migliori e sopportò. Il Colonnello era da quasi cinque anni a capo della DiSpePSIA (Dipartimento Speciale per la Prevenzione dei Servizi Sanitari InterArma) come ufficialmente era chiamata la Polizia Sanitaria e le tante indagini condotte fra mille pericoli con la sua squadra, lo avevano portato a sviluppare una tolleranza nei confronti dei suoi uomini che era ben superiore alle sue reali possibilità umane anche sforzandosi.
"Pare che sia arrivato Colonnello. Ecco il cablo con la relazione del nostro informatore."
Goffredo Germano guardò il foglio.
"Non si capisce un cazzo. Di nuovo virus nel computer?"
"Eeeehmmm no Colonnello... è in codice." il capitano Sartori era piuttosto in imbarazzo.
"Aaaah. Uhmmm... si si si."
Guardava il foglio con uno sguardo da scanner.
"Già, certo. Un documento criptato. Dunque vediamo..."
IL lungo addestramento lo soccorse e il testo apparve nel suo contenuto. Un'espressione allibita si stampò sulla sua faccia.
"E' arrivato! E' arrivato veramente. Non può essere, sono solo storie, solo una leggenda nata su quell'assurda profezia. Di sicuro hanno trovato un'imbecille che non sa dove ha la testa e dove il culo e lo stanno spacciando per il Messia. Dietro c'è di sicuro il Marsi."
Fissò intensamente Sartori che ricambiò lo sguardo e rimasero a guardarsi per diversi minuti come due cretini.
Poi il Colonnello (qualunque cosa fosse lo era in grado superiore) ruppe il silenzio.
"Solo una cosa non capisco. Perchè nella ventottesima riga c'è scritto innaffia i gerani?"
Sartori se l'aspettava. Come al solito.
"Eeehmmm Colonnello ha decodificato male. C'è scritto altre informazioni domani."
Il Colonnello annuì e aggiunse
"Bene ma nel dubbio sorvegliate tutti i giardinieri e i fioristi."
Un'altro dei suoi ordini assurdi. Il bello era che spesso portavano a risultati incredibili.
In quasi cinque anni Sartori non aveva ancora capito se il suo capo era un genio investigativo o un imbecille con un'immenso culo.

[...]
Marsi come d'abitudine stava al computer e sullo schermo scorrevano le videate dei risultati dei test effettuati su Alberto. Bingo! Tombola! Beccato! Era proprio quello che aveva intuito, il profilo archetipico di Alberto era quello del profeta standard. Con una percentuale di sovrapposizionne fra modello teorico e fenomeno osservato superiore all'ottantacinque per cento. Pensò soddisfatto che averlo trovato sarebbe stato un risultato strepitoso per una creatura dotata di due occhi ma non era niente male nemmeno per una che ne aveva tre.

[...]
Le dodici dita di Paola avevano una loro rudimentale memoria autonoma e non mancarono di ricordare al corpo a cui appartenevano che c'era ancora in sospeso una questione da definire. Il reparto ospedaliero era vuoto e da un momento a l'altro sarebbe dovuto arrivare il manutentore termoidraulico. Come questi arrivò, l'infermiera lo lasciò al suo lavoro per andare verso l'area di addestramento. Entrò nella palestra giusto in tempo per vedere le tette di Giovanna che ondeggiavano ad un centimetro dalla faccia di Alberto. Non si scompose e si avviò verso il tatami, palcoscenico della scena, slacciandosi la camicetta.

[7/10... cazzo però non mi ci entra tutto in 10 puntate]

Questa settimana cambio di cadenza di pubblicazione con ben tre puntate.
Giovedì l'ottava e sabato la nona.
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Veleno Romano
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MessaggioInviato: 13 Ott 2011 20:55    Oggetto: Rispondi citando

Ottava puntata: Tutte pazze per Alberto

Mi accorsi che qualcuno era entrato dall'improviso contrarsi delle tette di Pantera, se un seno poteva avere dei bicipiti, il suo sicuramente li aveva.
Istintivamente mi girai verso la porta della palestra in tempo per vedere Paola che lanciava la blusa verso Giovanna. Valutai al volo che poteva benissimo compètere con Giovanna... quantomeno come coppa ed ebbi come l'intuizione di essere una posta in palio.
Mi rilassai pensando che non era niente male essere un Messia... ma mi sbagliavo.
Paola fronteggiò Giovanna.
"Se ti vuoi scopare Alberto fai pure ma sappi che c'è una fila da rispettare."
"Ehi bella, che cazzo dici?" Giovanna si alzò e si mise davanti Paola.
"Dico che te lo scopi dopo di me... se te ne lascio qualcosa."
La situazione si stava facendo decisamente interessante per me. Si, si. Mi piaceva fare il Messia.
Ma appunto, come dicevo poco fà, mi sbagliavo.
Pantera mi sollevò dal tappeto prendendomi per il bavero e mi lanciò verso l'infermiera; mi aspettavo di atterrare in morbide rotondità, invece Paola sollevò le mani per ripararsi e mi sembrò di sbattere contro un muro.
Mi respinse con forza verso Pantera che istintivamente si parò con una mossa della gamba che mi prese in pieno su di un rene con il ginocchio. Dolore orribile! Ma non ebbi il tempo di metabolizzarlo che Giovanna già mi respingeva con violenza verso Paola dicendo:
"Tienitelo il tuo Messia bamboccione."
Di nuovo sbattei contro le mani-muro dell'infermiera chiedendomi se c'era un kit di pronto soccorso in quella palestra. Ovviamente nel tempo di pensarlo mi trovai ancora in volo verso Giovanna che mi afferrò e buttò a terra con una certa malagrazia che aggiunse ulteriori lividi e dolori al mio corpo e profonde ferite alla mia dignità.
Da terra vidi le due signore che, liberatesi dell'abbigliamento che poteva impicciare in un combattimento, erano ormai seminude e si fronteggiavano.
"Lotta!" Disse una.
"Lotta!" Rispose l'altra e iniziò un incontro di cui ero la posta e che si sarebbe concluso per me comunque male.
Pesto e malconcio com'ero mi sarei trovato nelle mani di una pazza assatanata piena d'adrenalina e altri ormoni assortiti.
Forse fare il Messia non era piacevole come credevo. E valutai se svenire poteva danneggiare la mia immagine agli occhi delle mie due appassionate fedeli.

[...]
Mentre attendeva il momento dell'irruzione Sartori si chiedeva come era possibile. Aveva dato con riluttanza l'ordine di sorvegliare giardinieri e fioristi e appena un paio di ore dopo un informatore li aveva notiziati di una botteguccia scalcinata di fiori che poteva nascondere un'accesso al Labirinto.
Si riscosse dai suoi pensieri e guardò il cronografo, pochi secondi all'irruzione... poi il segnale d'assalto e nel negozietto si scatenò l'inferno. Meno di venti secondi dall'inizio dell'operazione e si buttavano giù per una ripida scala verso il cuore del Labirinto.

[...]
Matteo aveva appena finito di dare due tiri alla canna.
"Che palle! Hai sentito?"
Luca annuì.
"Attaccano di nuovo, questa settimana sono proprio avvelenati. Andiamo, và."
E si buttarono nel Labirinto per l'ennesima volta, a difendere quella che in qualche modo sentivano essere la loro casa.

[...]
Marsi sbuffò nel sentire le sorde eplosioni. Ancora. Questa settimana quelli della DiSpePSIA erano proprio avvelenati.
Chiuse i files, spense il computer, prelevò la micro SD e come di consuetudine si armò fino ai denti, poi prese la via del Labirinto.

[...]
Betàl al suono delle esplosioni chiuse il testo di Astrofisica che stava studiando, tirò la tenda del suo angolo di preghiera e sorridendo, nel suo tipico modo gentile e timido, si teletrasportò fuori dalla stanza.

[...]
I corridoi e gli spiazzi del Labirinto andavano riempiendosi di bizzarre creature tra cui le più strane erano proprio i nostri aggressori, bardati con un ipertecnologico corredo da combattimento. La squadra d'assalto era probabilmente composta da parecchi individui e diversi furono gli scontri fra le opposte fazioni che produssero vittime in entrambi le parti. Rimasero a lungo sulle pareti, nel tempo a seguire, macchie di sangue dei più diversi colori a testimoniare la furia di quello scontro.

[...]
Nella palestra, sul tatami, i corpi di Giovanna, Paola e il mio erano aggrovigliati... ma non per la ragione che il lettore può pensare. Nella concitazione della lotta le due pazze mi erano cadute addosso e adesso ero seppellito sotto circa 130 chili di femmine che si pestavano. Un colpo su tre di una mancava l'altra ma erano dati così bene che autonomamente decidevano che non potevano andare sprecati e allora si riversavano su di me.
Fortunatamente si sentirono le sorde eplosioni e le due s'alzarono di scatto correndo seminude come erano verso un armadietto da cui presero delle armi, poi si lanciarono verso la porta. Improvvisamente, appena sulla soglia, si fermarono e si guardarono.
"E il Messia?" disse Paola.
"E' vero! Il Messia bamboccione." rispose Giovanna.
Tornarono indietro e mi sollevarono prendendomi ognuna per un braccio, poi ancora verso la porta che si aprì improvvisamente. Era Marsi che veniva a recuperarci ma io lo seppi solo dopo, visto che l'uscio aprendosi mi colpì in piena faccia facendomi perdere i sensi.

[8/10 ? Si vabbè, mi sto appena scaldando, facciamo 15 dai]
Nella prox puntata ancora tanto sesso e tanta violenza. Imperdibile!
Stay tuned.
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Veleno Romano
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MessaggioInviato: 15 Ott 2011 22:40    Oggetto: Rispondi citando

Nona puntata: In un candido lettino d'ospedale.

Al risveglio mi trovai nell'ambiente familiare del reparto ospedaliero.
E maledissi il ritorno alla coscienza per il concerto di dolori che lo accompagnò.
La prima cosa che percepii non furono immagini, che faticarono a farsi strada nella nebbia in cui erano immersi i miei occhi, ma dei toni di grigio che esprimevano mortificazione intorno a me.
Dopo qualche secondo a quei colori si associarono le forme di Giovanna, Marsi e Paola.
Giovanna e Paola mi guardavano mortificate e preoccupate.
"Scusa Alberto." disse Giovanna.
"Si, scusa." ribadì Paola aggiungendo "Non volevamo farti male ma sai..."
Le guardai torvo. Intanto giovanni stava mettendo dei fiori in un vaso sul comodino che stava accanto al letto nel quale giacevo.
"Dai che ti ha detto bene. Questi fiori potevano stare in una corona funebre, invece in un paio di settimane sarai come nuovo. A parte la frattura del setto nasale, sette costole incrinate, una piccola lesione alla milza ed escoriazioni e contusioni varie, stai benissimo."
Guardai male anche lui. Adesso i loro colori viravano sul rosa-imbarazzo a prova della loro sincerità.
Ma nelle condizioni in cui ero, le loro sincere scuse non valevano un millesimo di un buon antidolorifico.
Si guardarono con imbarazzo e dalle loro onde cromatiche capii che Giovanni era stato silenziosamente delegato ad una risposta.
"Alberto, esaminando i risultati dei test a cui sei stato sottoposto ho scoperto che hai un'altra particolarità..."
Lo guardai malissimo. Arrivava un'altro guaio.
"Hai un incredibile parametro di sex appeal. Per un Messia è una virtù meravigliosa."
Se avessi potuto muovere anche poco un braccio gli avrei tirato in faccia il suo vaso di fiori.
Marsi lo capì e i suoi tre occhi assunsero un'espressione di circostanza... bastardo!"
"Non prendertela con me. Io analizzo i dati solamente."
Non avevo voce, faticavo a respirare attraverso il sondino inserito nel naso rotto, altrimenti lo avrei mandato in culo di cuore."
"Veramente Alberto. Sono dispiaciuto e..."
Non potè finire la frase, la porta si aprì di scatto e comparve una di quelle teste di cuoio che ormai avevo capito essere i nostri predatori naturali nell'ordine universale delle cose.

[...]
"Fermi tutti, immobili, non buttate niente e faccia a terra!"
Disse il militare puntandoci un mitragliatore e dimostrando un'ottimo addestramento e un'incapacità di valutazione delle situazioni che sconfinava nella cretineria pura.
Cosa dovevo buttare? Una delle tante flebo che m'intubavano? E come avrei potuto mettermi faccia a terra se nemmeno ero in grado di darmi una grattata alle chiappe?
Stavo per recuperare il poco fiato residuo per mandarlo affanculo come meritava, quando davanti a lui si materializzò Betàl. L'alieno scansò verso terra la canna dell'arma con quel suo sorriso gentile e timido.
Il militare lo guardò sorpreso. E la sua sorpresa aumentò qualche frazione di secondo dopo, quando sentì una mano che attraversando pelle e carne, insinuandosi fra le costole, gli afferrava il cuore per strapparglielo con mossa secca.
Qualche secondo dopo il corpo del soldato era a terra senza vita e Betàl ci mostrava il cuore nella mano con quel suo sorriso gentile e timido.
Perché negli ultimi tempi, ogni volta che dovevo assistere a scene del genere non mi trovavo in condizione di poter vomitare liberamente?

[...]
Sei giorni dopo stavo decisamente meglio, anche perché mi stavano tutti saggiamente alla larga fatto salvo di quanto strettamente indispensabile. Il settimo giorno l'ingresso del dottor Marsi mi fece intuire che la pace era finita.
"Allegro Alberto, stiamo per portarti un nuovo amico." disse cordialmente.
"Un amico che mi strapazzerà come?" gli risposi.
"Stai tranquillo, nessuno ti farà del male. Durante lo scontro della settimana scorsa abbiamo ferito e fatto prigioniero quello che pensiamo essere un ufficiale della DiSpePSIA. Ovviamente non speriamo minimamente di ottenere risultati da un interrogatorio, quindi lo porteremo qui per la convalescenza e forse grazie alle tue particolarità riuscirai a ottenere informazioni."
"Aaaah come no. Bella idea. Così appena sta meglio mi ammazza e scappa."
"No stai tranquillo ti ho detto, ho pensato a tutto. Si trasferirà qui anche Betàl il Grigio. Può passare intere settimane da insonne senza risentirne."
Marsi non aspettò la mia replica, premette il pulsante di un piccolo telecomando e dopo pochi minuti entrarono Luca e Matteo spingendo una carrozzella su cui stava un tizio dall'aria dura e dall'aspetto massiccio. Li seguiva il Grigio.

[...]
Giovani era uno stronzo ma i suoi tre occhi ci vedevano benissimo. Dopo appena 24 ore il prigioniero iniziò a parlarmi. E continuò a parlarmi. E parlava, parlava, parlava senza interruzione da ormai tre giorni. Non ne potevo più. Mi aveva raccontato tutta la sua vita per grandi linee nel secondo giorno. Il terzo giorno scese in dettagli e nel quarto stava nell'anedottica più noiosa e generatrice di emicrania. A questo bisogna aggiungere che Betàl appena entrato nella stanza, si era messo in una sedia accanto al letto e mi aveva preso una mano per tenerla fra le sue, guardandomi con quei giganteschi occhi dall'aria un pò triste e da questa posizione non si era più mosso. Durante la convalescenza avevo letto che i Grigi avevano cinque sessi contemporaneamente e che l'equivalente del lato femminile umano aveva uno spiccato senso materno anche se l'incesto veniva praticato normalmente. Le storie sui rapimenti di umani a scopo scientifico perpetrati dalla sua razza erano pura leggenda. Era vero che rapivano umani ma solo per farne animaletti da compagnia utilizzabili anche sessualmente.
Intanto il prigioniero (tale Vilfredo Sartori capitano della DiSpePSIA) continuava a parlare.
"E allora fu a otto anni che mi decisi che non potevo essere vittima di bullismo e mi feci iscrivere dai miei genitori ad una palestra di karate... Alberto ma mi stai ascoltando?"
Annuii per semplice abitudine alla gentilezza.
Vilfredo si avvicinò, sorrise e mi carezzò dolcemente una guancia.
"Sai che sei molto caro? Mi piace starti vicino."
Mi guardava languidamente, nello stesso momento sentii le mani di Betàl iniziare a carezzarmi il braccio...
Fare il Messia dotato di grande sex appeal mi piaceva sempre meno.

[9/10 - No dai abbiamo detto quindici - 9/15]
E allora? Vi aspettavate uno storia di "tute bianche" pregna di contenuti politici e ora vi trovate in una novella erotica polisessuale transrazziale? Delusi? Contenti? Non prendete mai niente per quello che sembra! La storia va avanti con mille nuove sorprese... l'avventura è uno stato mentale.
E soprattutto non fate la cazzata di perdere la prossima violenta, sconvolgente puntata.
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Veleno Romano
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MessaggioInviato: 18 Ott 2011 23:11    Oggetto: Rispondi citando

Decima puntata: I figli sono pezzi di cuore

[...]
Il colonnello De Moncler parcheggiò piuttosto lontano dalla sua destinazione ultima. Si avviò a piedi verso un cortiletto che si apriva davanti all'ingrsso indipendente di un piccolo appartamento a piano terra in un grande condòminio.
Suonò alla porta e venne ad aprirgli una bellezza vistosa e piuttosto volgare in cui riconobbe Samantha.
Lei si scostò per farlo entrare. Goffredo Germano conosceva benissimo la strada verso la camera da letto ma finse di farsi guidare. Quando furono nella camera, seduti sulle opposte sponde del letto Goffredo esordì:
"Non possiamo continuare a vederci in questo modo, se si venisse a sapere sarebbe uno scandalo."
"Questa è la mia copertura e ci ho lavorato molto; funziona e tanto deve bastare." replicò Samantha.
"Ma proprio una copertura da puttana dovevi sceglierti?"
"Certo! Giustifica il via vai di persone, soprattutto uomini, che come sai spesso sono informatori e ufficiali della DiSpePSIA. Inoltre intercetto anch'io molte confidenze."
Era logico, pensò De Moncler, però ugualmente era imbarazzante visto che Samantha incassava bei soldini dagli incontri.
"Non dovresti guadagnarci sopra Samantha." disse paternamente.
"Cosa? Una prostituta che non si fa pagare? Ti sembrerebbe credibile? E poi diciamoci la verità... non abbiamo un'aumento di stipendio da anni, gli straordinari sono una miseria e arrivano dopo mesi e ci dobbiamo pagare da noi la divisa. Almeno arrotondo."
"Sai che tua madre non ne è contenta e se la prende con me."
"Uffa ancora questa storia della mamma? Dille una volta per tutte di non rompere se non conosce alternative. Chiaro papà?"
Il colonnello guardò la ragazza che era anche suo agente sotto copertura e sua figlia, sospirando pensò che non aveva tutti i torti.

[...]
Betàl, Vilfredo ed io avevamo trovato un feeeling... andavamo matti tutti e tre per la Scala Quaranta. Stavamo tranquillamente giocando quando la porta si aprì di scatto. Comparve l'ennesima testa di cuoio ma questo aveva nel suo sguardo la luce di una folle determinazione che mi venne confermata dai suoi colori.
"Messia sei finito!"
L'ultima sillaba coincise con la percezione del buco nero della canna del suo fucile d'assalto puntato sulla mia faccia e pensai che l'avventura da Messia era finita.
Da quel momento furono secoli di fotogrammi visti alla moviola. Vilfredo si lanciò per farmi da scudo e si prese la raffica che mi era destinata ricadendo al suolo, mentre Betàl si materializzava davanti all'aggressore in tempo per ricevere la granata termica, di cui ero bersaglio, che lo incenerì istantaneamente.
Il tempo rallentò ulteriormente e vidi la mia mano prendere il vaso di fiori sul comodino per lanciarlo verso il militare assassino; ci mise mesi per arrivare ma impattò con il suo punto più duro sul punto più tenero della sua fronte. Con lentezza burocratica una ferita si aprì nella sua fronte mentre mi guardavo volare fuori dal letto verso di lui con il pugno teso. Qualche frazione di secondo dopo, che furono anni di tempo percepito, ero su di lui frantumando a mani nude il suo osso frontale mentre materia cerebrale e sangue mi schizzavano sulla faccia e i suoi colori confermavano il terrore ed il dolore che i suoi occhi sbarrati mostravano. Solo quando mi resi conto che stavo colpendo una poltiglia indistinta e che non ne provavo nausea ma piacere, mi fermai per guardare i miei amici.
Betàl ridotto ad un mucchietto di cenere e Vilfredo agonizzante con l'addome squarciato, mostrando le interiora come in un atlante d'anatomia e con l'aria di chi aveva ormai pochi secondi di Vita da sprecare.
Mi avvicinai a lui sapendo dalla percezione dei suoi colori che non gli restava molto.
Dalla sua bocca le parole uscirono immerse nel sangue.
"Alberto vuoi fare un'ultima cosa per me?"
"Certo." dissi con un filo di voce.
"Allora baciami."
Il bacio coincise con i suoi colori che si spensero nel nero.
Scattai verso il cadavere di quella testa di cazzo di testa di cuoio venduta di merda e gli strappai l'arma sputando sul suo cadavere schifoso. Bagnai le dita nel sangue di Vilfredo e mi tracciai dei segni sulla faccia e sopra ci appiccicai cenere di Betàl, poi mi buttai nel Labirinto con tutti gli intenti di vendetta che erano mai stati immaginati, meditati e applicati nella storia dell'Umanità.

[...]
Samantha aveva salutato il Colonnello suo padre e atteso per un ragionevole lasso di tempo. Attivò i jammers radio che non avrebbe potuto avere se non comprandoli da se grazie ai suoi arrotondamenti allo stipendio e entrò in bagno.
Nascosto sul fondo di un flacone di detergente per l'igiene intima un micro-pulsante che prememette. Nel pavimento si aprì una botola che per una ripida scala portava nel Labirinto. Scese e percorse corridoi per parecchi minuti fino ad arrivare ad una porta con serratura a combinazione. Digitò il codice. Ebbe il passi per l'accesso. Entrò. Si trovò in un'ampia stanza che era un efficiente micro appartamento; seduta ad un tavolo Pantera che vedendola sorrise e si alzò per andare velocemente verso di lei. Poco dopo erano strette in un appassionato bacio.

[...]
Alberto aveva perso cognizione di sè stesso e vagava senza senso nel Labirinto. Non gl'importava dove andava, voleva prede e basta. Le trovò.
Tre soldati improvvisamente apparvero davanti a lui. Alzò il fucile verso di loro con calma fottendosene se i loro visori ottici ultrabanda erano in grado di renderlo visibile nonostante la sua capacità d'invisibilità. Dal loro atteggiamento capì che non lo vedevano. Li trucidò tutti e tre e loro non capirono nemmeno cosa li aveva uccisi.
Questo per la rabbia di Alberto non bastava. Voleva altre prede. E le voleva uccidere in modo lento e doloroso e magari anche simbolico. Continuò sulla strada della vendetta tra scale e corridoi del Labirinto. Ripensando all'accaduto si rese conto che non potevano vederlo con i sofisticati sensori di cui erano dotati e questo gli diede un piacevole senso d'onnipotenza.

[...]
Pantera accese la sigaretta a Samantha stesa nel letto, al suo fianco e nuda come anche lei era.
Iniziò a carezzarla sul pube folto di pelo ispido e le chiese:
"Com'è andato lo scambio?"
Samantha, il cui vero nome era banalmente Maria, rispose carezzando il seno di Giovanna
"Perfetto. Quel coglione dell'ingegnere non si è reso conto della sostituzione del progetto... era troppo impegnato a riprendere contatto con se stesso dopo il lavoretto che gli ho fatto per accorgersi dello scambio. Adesso 5000 visori ultrasonori ottici difettosi e inutili sono in dotazione alle forze d'assalto della DiSpePSIA."
Pantera rise.
"Adesso i super maschi delle forze speciali si ridimensioneranno."
Samantha rise di risposta.
"Avranno qualche vittima ma cosa importa?"
Poi affondò la faccia nell'immenso seno di Giovanna.

[10/15 circa]
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Veleno Romano
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MessaggioInviato: 23 Ott 2011 04:55    Oggetto: Rispondi citando

Avviso ai miei fan. Cool
Ho calcolato a spanna che ho almeno un centinaio di lettori affezionatissimi che ringrazio anche se dubito della loro sanità mentale visto che seguono fedelmente le mie stupidaggini. Laughing

Per motivi personali (appartengo alla fascia debole della Società) non ho trovato il tempo di revisionare la nuova puntata; d'altra parte dopo la necessità di avere un tetto sopra la testa e quelle di mangiare qualcosa e di avere un pò di vino e sigarette, la seguente immediata priorità siete proprio voi miei folli, deliziosi lettori.

Quindi metterò impegno adeguato per darvi entro 48 ore la nuova puntata.
Vi prego di scusarmi per il ritardo che spero di poter compensare con i nuovi sorprendenti colpi di scena dell'avventura del nostro sfigatissimo Messia Alberto. Cool
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GrayWolf
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MessaggioInviato: 23 Ott 2011 08:54    Oggetto: Rispondi citando

Veleno Romano ha scritto:

...
anche se dubito della loro sanità mentale visto che seguono fedelmente le mie stupidaggini. Laughing


Dipende dai punti di vista:
infatti per me, l'insegna "manicomio" è posta all'interno del cancello [con il fronte verso il cortile, per intenderci]


Veleno Romano ha scritto:

...
Quindi metterò impegno adeguato per darvi entro 48 ore la nuova puntata.


Attendiamo... Smile
Più lunga l'attesa, più bella la sorpresa


Veleno Romano ha scritto:

Vi prego di scusarmi per il ritardo che spero di poter compensare con i nuovi sorprendenti colpi di scena dell'avventura del nostro sfigatissimo Messia Alberto. Cool


Per la sopravvivenza non servono scuse e...
pazienza e fiducia sono qualità rare
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{Ugo Boccaccio}
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MessaggioInviato: 24 Ott 2011 10:52    Oggetto: Rispondi citando

Follia Pura , Megalomania alla ennesima potenza

Hi !
avevo smesso di leggere le Tue farneticazioni , per il fatto che a mio avviso rappresentano una mediocre interpretazione di racconti e visioni fantascientifiche giá create negli anni da terze persone .
Tutto questo tuo mondo di virtualitá estrema , puó incantare gli utonti senza cervello e senza carattere che non vedono l´ora di rifugiarsi in qualche cosa che sia diverso dalla loro meschina realtá quotidiana ...ma ora parlare di " Messia " e usare immagini sacre per alcuni credo religiosi , proprio è di cattivissimo gusto e denota alcuni aspetti inquietanti del tuo carattere che forse non conosci nemmeno tu .
Caro Romano , come diceva una battuta di un film di Mr.Bean ...una cura psichiatrica non ti farebbe male !
Concludo precisando per i soliti fans che non sanno leggere fra le righe , che ho letto questa ennesima puntata di deliranti racconti , unicamente per cercare di scoprire fra le righe , quali possano essere le motivazioni che hanno spinto l´autore a scriverLe .

Sono dispiaciuto che il dono della intelligenza venga adoperato per tali stupidaggini , diseducative e totalmente inutili , che peró devono essere lette da chi ancora possiede il buon senso per comprendere meglio in quale direzione stá andando il mondo !

Mala Tempora Currunt .........

Dammi retta ...utilizza il tuo tempo per stare in compagnia ! Fai come me che leggo e scrivo al computer ...mai da solo e sempre in tandem con la mia ragazza !

Bona Ugo !
( Per chi non lo sapesse , Bona Ugo è un saluto goliardico e non offensivo della terra di bischeride! )
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Veleno Romano
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MessaggioInviato: 25 Ott 2011 05:47    Oggetto: Rispondi citando

Caro Ugo (bona lì) innanzitutto ti prego chiamami per nome Veleno o non per cognome Romano visto che anche te sei un mio fan che mi segue con costanza e passione... Ma non mi cadere per favore nelle trappole dozzinali che sbatto nei miei raccontini tanto per divertirmi immaginando le facce dei lettori e per sbertucciare l'intero baraccone dell'informazione, dello spettacolo, delle istituzioni incluse le religioni che nonostante le belle parole non hanno mai migliorato di una virgola la delirante, dolorosa condizione dell'Umano. Leggi con maggiore attenzione, non saltare pezzi e non affrettarti in conclusioni di comodo conformismo, vedrai che sono uno che i Vangeli se li è letti e riletti bene e con piacere.
La Parola mi piace, i cardinali e la Curia no!
In quanto all'originalità dei testi non ti voglio mettere in difficoltà parlandoti di storie archetipiche ma ti consiglio più semplicemente di leggere Virtual/Mente dove esprimo piuttosto chiaramente il concetto che il Creatore è Uno... tutto il resto è replica.
Leggiti anche la nuova puntata del Diario di un Invisibile e vedrai come si evolve...
Cerca la cronistoria dei miei post e vedrai che per essermi dichiarato apertamente credente mi sono sentito dire che ho la "sindrome dell'amichetto immaginario"... che come battuta mi è anche piaciuta e serenamente l'ho accettata senza cadere in polemiche inutili.
Continuo a portare avanti il mio punto di vista nei miei modi che rifuggono dalla pedanteria noiosa, sterile (come il fico maledetto - Luca 13,6-9) e conformista ed interessata come i mercanti nel tempio presi a calci in culo dal buon Gesù.
Adesso porta i tuoi frutti, i tuoi talenti messi a frutto (Matteo 25,14-30 e Luca 19, 12-27) o taci per sempre.

Todo modo para buscar la voluntad de Dios.
(Ignazio di Loyola)
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Veleno Romano
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MessaggioInviato: 25 Ott 2011 05:57    Oggetto: Rispondi citando

Undicesima puntata: I Buoni e i Cattivi

[...]
Il colonnello De Moncler era nel suo ufficio. Con disappunto lesse sullo schermo del computer che era arrivato ultimo nel torneo di Tetris online. Sospirò scoraggiato e decise di tornare al lavoro. Puntò verso YouTube e cercò i video del sedicente profeta. Erano decine e andavano dalla dottrina pura ai toni più esagitati dell'arruffapopoli di mestiere.
Un ottimo lavoro, bisognava dire e a giudicare dal numero di visualizzazioni di ogni video, si poteva immaginare che Google inconsapevolmente stava finanziando con milioni di dollari l'organizzazione del Popolo del Labirinto con gli AdSense. Ottimo lavoro veramente. E Goffredo Germano si autocompiacque.
Nessuno si era accorto del fatto che dietro questo successo c'era anche il suo lavoro.
Immediatamente si mise in stato di attenzione viglile, portando istintivamente la mano alla pistola.
Si stava aprendo il passaggio segreto di cui solo in due erano a conoscenza...

[...]
Paola, Matteo e Luca stavano vicini nel buio. I loro corpi si sfioravano e i loro cuori davano il ritmo alla stessa musica; respiravano quasi all'unisono. La tensione del momento portava i loro sensi allo spasimo.
La voce di Luca ruppe il silenzio.
"Paola dove vuoi che te lo metto?"
"Attaccalo allo zainetto tattico legato bene." rispose Paola.
Luca fissò il contenitore termico allo zaino di Paola.
Poi gli diede un colpetto cameratesco sulla spalla.
Quindi si girò verso Matteo "Tu ci sei?"
"Certo che ci sono." disse Matteo porgendo a Luca un inutile mozzicone di spinello.
Luca lo prese provando a dare un altrettanto inutile tiro e lo buttò.
"Allora andiamo."
E tutti e tre si avviarono nel Labirinto armati fino ai denti e con un preciso obiettivo.

[...]
Il passaggio segreto si stava aprendo e De Moncler immaginava chi sarebbe apparso, nondimeno teneva il dito in tensione sul grilletto della pistola. Vide l'intruso e si alzò di scatto. Pochi secondi dopo erano strettamente abbracciati. Per tre volte si abbracciarono e separarono, per tre volte si baciarono sulle guance, per tre volte si chiamarono reciprocamente fratello.

[...]
Alberto ormai lontanissimo da sé continuava, come posseduto da un démone, a trucidare qualunque vivente o simbolo che anche solo lontanamente gli ricordasse la DiSpePSIA. Il massacro era anche un suo personale calvario e una delle stazioni fu il passare davanti la porta di un vano per retrocedere immediatamente dopo pochi passi per entrare. Aveva visto uno specchio e dentro a questo, qualcosa che lo riportò a se stesso.

[...]
Quello che mi aveva fortunosamente risvegliato dal mio incubo era dentro lo specchio. Vedevo abiti zuppi di sangue su di un corpo che non c'era; segni tribali sospesi nel vuoto, armi tenute da invisibili mani votate ad un massacro inutile. Sotto questo niente. La faccia, il corpo che ero abituato a vedere erano scomparsi lasciando il nulla.
Questo scomparire alla mia stessa percezione mi diede il senso dell'inutilità della ribellione cieca che stavo portando avanti. E mi fermai cercandomi negli angoli dello specchio.

[...]
Marsi e De Moncler erano veramente fratelli biologici, separati piccolissimi e adottati da famiglie diverse avevevano preso strade dissimii ma destinate a ricongiungersi per uno scherzo del Destino.
Dieci anni prima erano entrati nell'organizzazione per separate vie e incontrandosi avevano trovato affinità che li misero in una condizione di confidenza che li portò alla scoperta del legame esistente fra loro.
E per dieci anni avevano lavorato nascostamente, ognuno nel suo ambito, per l'Organizzazione che da decenni cercava di ottenere il controllo totale della Società.

[...]
Paola, Matteo e Luca si muovevano rapidi lungo il Labirinto, arrivarono alla botola che portava sotto alla sede della DiSpePSIA. Entrarono nell'edificio e continuarono il loro percorso trucidando guardie e superando gli sbarramenti delle porte blindate con serrature a controllo retinico, utilizzando i bulbi oculari congelati che portavano nel contenitore termico.

[...]
E nello specchio mi ritrovai pur senza vedermi. Ritrovai me stesso e trovai tutte le risposte.
La Malattia dell'Invisibilità nasceva dalla perdita della propria identità personale in favore di quella pubblica.
C'era chi vendeva la sua immagine e chi ne veniva derubato... io ero stato derubato; qualcuno stava usando la mia immagine senza nemmeno riconoscermi i diritti legali. E sapevo anche chi era il ladro! Qualcuno che mi conosceva benissimo perchè mi aveva rivoltato come un calzino con i suoi test. Adesso dovevo solo trovarlo per riprendere quello che era mio per diritto naturale.

[...]
Pantera e Samantha avevano indossato le tute da combattimento ed opportunamente armate percorrevano il passaggio che portava all'edificio della DiSpePSIA; con sorpresa videro che qualcuno era passato poco prima eliminando le difese e aprendo i varchi.

[...]
Giovanni e Germano stavano osservando un video in cui si vedeva Alberto arringare la folla.
"Siete Forza pura desiderosa di scatenarsi, finora prigioniera delle sbarre che da voi stessi avete costruito, pagando di tasca vostra per i materiali di cui sono fatte. E il diritto inalienabile che avete su queste sbarre, vi rendeno capaci di disintegrarle in un istante senza sforzo. Ma se non sentite l'Energia scorrere in Voi, in questo momento, vi invito a fermarvi. Questo non fa per voi. Tornate alle vostre occupazioni, continuate a donare la vostra Vita a chi non lo merita, nascondetevi nella vostra buca ignorando la Vita e sperando che la Vita ignori voi. Ma se volete spezzare l'accerchiamento che ci assedia, tentare la sortita liberatoria o almeno cadere con dignità, seguitemi. Non sarò il vostro Maestro, il vostro Messia, la Verità fatta carne. Sarò solo il vostro sergente addestratore, vi insegnerò tutto quello che so, vi addestrerò, vi armerò. Vi armerò e non vi amerò perchè chi ti ama in realtà vuole avere del possesso su di te; ti dà qualcosa di sé per averne un corrispettivo con gli interessi. Nessuno ti ama per quello che sei ma per quello che vorrebbe che tu fossi. Io non voglio che siate niente se non sinceramente voi stessi."
La folla andò in delirio a queste parole.
De Moncler sorrise e abbassò il volume.
"La sezione propaganda ha fatto un lavoro straordinario. Sembra vero."
Giovanni annuì.
"Abbiamo tutti i suoi parametri, farne un perfetto modello virtuale è stato complesso ma non difficile. Questi video stanno girando nel Web con milioni di visualizzazioni e ben presto scateneranno dei disordini che bisognerà contenere e reprimere... ma sicuramente l'Organizzazione saprà, tramite i suoi elementi, consigliare la linea giusta per mantenere l'ordine."
Si guardarono; il Grande Piano era finalmente prossimo al suo compimento.

[Uuuuhmmm 11/tot... sono disciplinato ma non troppo controllabile ]
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{Ugo Boccaccio}
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MessaggioInviato: 25 Ott 2011 08:51    Oggetto: Rispondi citando

Shalom e Pax Tecum .

Credo che sia giunto il momento di chiedere scusa in modo ufficiale sia a te personalmente che ai lettori del post per i miei commenti taglienti , redatti con chiara intenzione di stimolare un diretto scambio di opinioni e senza alcuna finalitá di critica a senso unico.
Probabilmente il metodo da me usato è fin troppo spartano , ma poiché provengo da una terra ove si dicono in faccia le cose senza tanti fronzoli ... sono convinto della comprensione di queste mie sincere affermazioni ( tardive , chiarificatorie ma non ipocrite ! ) .
Devo comunque precisare che la mia intenzione di stimolare , in modo molto diretto e pungente , una tua reazione per meglio comprendere gli ideali e le convinzioni che ti spingono nella narrazione di queste vicende , hanno dato l´esito che sinceramente mi aspettavo .
Una cosa ti vá riconosciuta ...l´arte dello scrivere non ti manca !
Ma credo che tu convenga con me , che al giorno di oggi in troppi abusano della fantasia narrativa , creando storie ( a volte poco originali ) solo per una momentanea risonanza mediatica.
Concordo pienamente con te che la fede religiosa non puó dipendere dalle direttive emanate da dei burocrati travestiti , che per ragioni immaginabili continuano a predicare bene ...e razzolare male.
Queste mie affermazioni sono basate non sul copia incolla o sul classico sentito dire da terzi ...ma su molti anni di esperienza personale in ambito professionale dato rapporti di lavoro con quel piccolo staterello con sede a Roma , ove ho potuto toccare con mano come S.Tommaso ...la ipocrisia della fiera quotidiana della vanitá che viene interpretata da centinaia di persone con diversi ruoli , che solo dietro le quinte ( nei corridoi dei palazzi ove vi sono le abitazioni private dei burocrati ..) mostrano le vere intenzioni ed il deprecabile motto " nessuno fá niente per niente ".

Qualcuno potrebbe trovare una incongruenza di tipo temporale , nelle mie affermazioni ..dato che in precedenza ho dichiarato e confermo di stare al computer sempre in compagnia della mia ragazza ...che anche se ha oltre 40 anni è pur sempre e lo rimarrá in eterno ..la ma mia ragazza .
Giunti a questo punto , avendo riletto con un diverso metro di interpretazione i tuoi scritti , ..concludo con una semplice citazione che non è farina del mio sacco ma che è famosa in terra di bischeride :
" Troppo spesso occupiamo il nostro tempo a raddrizzare le cose storte fatte dagli altri " ...ed un buon inizio è quello di contribuire a stimolare le riflessioni nelle persone , attraverso la narrazione ed i racconti ove obbligatoriamente si deve sempre cercare di non esagerare nella libertá espressiva per non condurre il lettore all´interno di mondi surreali e fantasiosi ove il confine con la realtà troppo spesso è indefinito ..
Chi vuol essere lieto sia ...
Saluti da Ugo , abitante temporaneo di Bischeride !
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Veleno Romano
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MessaggioInviato: 31 Ott 2011 02:27    Oggetto: Rispondi citando

Dodicesima puntata: Una risata vi seppellirà!

Ma mentre gli eroi della nostra storia si agitano spasmodicamente negli angusti e claustrofobici spazi del Labirinto e negli interni in cui si consumano le loro vicende da protagonisti, il mondo reale fatto di non protagonisti si disgregava in frammenti per una crisi la cui responsabilità, in misura maggiore o minore era di tutti; dove non era per pensieri od atti consapevoli e mirati, era per omissioni, per indifferenza, paura, pigrizia, piccoli interessi meschini.
Stava per succedere qualcosa di terribile e oscuro; qualcuno iniziando a prenderne coscienza iniziò spontaneamente ad organizzarsi per cercare di fermare la discesa nel vortice. E chi meglio di una voce narrante presa dal grande numero dei veri invisibili può riportarvene una cronaca? Noi che passiamo facilmente e con comodità nella cruna d'ago evangelica, noi candidati a quel Regno dei Cieli lottizzato da millenni da sacerdoti, sciamani, stregoni e persino parlamentari. Noi che cadevamo spesso nella trappola della guerra fra pezzenti e ci sbranavamo per un osso spolpato da qualche inutile troppo visibile. Noi che a volte tiravamo rabbiosamente un sasso verso un innocente la cui unica colpa era di essere un idiota che sbagliava credendo che Legge e Giustizia coincidono. Noi stupidi ed insignificanti... che piano piano ci rendevamo conto che l'unica cosa che veramente avevamo da perdere era l'oggi perchè il domani già l'avevamo perso da un pezzo.
Prigionieri di catene che ci bloccavano la mente prima del corpo.

Esiste un Dio? Esiste il Fato? Non so. Ma se esiste sicuramente ha un grande senso dell'umorismo, specie quello assurdo, e muove i fili dei nostri destini con un meraviglioso gusto per il colpo di scena.
L'organizzazione a cui appartenevano Marsi e De Moncler per decenni aveva tramato, inserito suoi adepti in posti chiave, preparato strategie, pianificato, programmato, corrotto, minacciato senza sapere che ogni suo atto era una palata di terra che veniva scavata per la sua stessa fossa.

[...]
"L'hai visto l'ultimo video del Messia?"
"Si. A primo acchitto sembra convincente ma c'è qualcosa che mi sfugge. Fammelo vedere un attimo al rallentatore. Sembra come... falso, sintetico."
Decine di migliaia di attenti osservatori iniziarono a fare reverse engineering dei video di Alberto o meglio del suo clone digitale, riappropiandosi di concetti, parole, modi e rielaborandoli sulle loro reali necessità.
E trovarono la vera parte del messaggio che il nostro sfigatissimo protagonista, Messia suo malgrado, era riuscito a contrabbandare come un virus informatico nell'elaborato progetto di Marsi senza averne coscienza.
Da qui alla nascita di una rete neuronale di piccole organizzazioni indipendenti in continua mutazione il passo fu breve. Una struttura rivoluzionaria elastica, fluida, fondata non su ideologie ma su valori e necessità.
Il muro della Società si trovò sottoposto all'azione disgregatrice del fluido, che erodendo il già eroso legante dei suoi mattoni, cominciò a cadere in pezzi sotto il suo stesso peso.

[...]
Il Direttore Pizzolini era riuscito a confettare ogni genere di notizia ma stavolta stava nella merda forte.
Quello che succedeva era inconcepibile; un immenso "blob" si stava appropriando di tutti gli spazi possibili per ritirarsi immediatamente dopo occupando altri spazi aldilà di ogni previsione in modo assolutamente pacifico eppure invadente e in grado di interferire, senza bloccarle, nelle normali attività. I provocatori violenti infiltrati (tanto cari all'Organizzazione per la manodopera gratuita e volontaria che prestavano) venivano isolati e resi identificabili in modo privo di equivoci e in massa si segnalavano tramite cellulare alle forze dell'ordine che non potevano così cadere in equivoci più o meno voluti, più o meno pilotati dagli interessi dei criminali occulti che davano gli ordini. Le stesse segnalazioni venivano riprese in video in modo da testimoniare le omissioni di atti dovuti, costringendo chi le faceva a rivelarne l'origine gerarchica o a prendersene diretta responsabilità. E questa era solo una delle tante tattiche che venivano spontaneamente applicate. Insomma era un grande incruento casino d'immensa rilevanza sociale e quindi mediatica ma totalmente ingestibile con le tecniche di comunicazione che pure un vecchio mestierante come lui aveva.

Rassegnato fece cenno alla regia di mandare lo speaker per l'intro ai fatti. Era quell'idiota di Songino, scelto come conduttore per la sua fedele ottusità.
"Piazze e strade invase da manifestanti che operano secondo le tecniche del flash mob; non si hanno i numeri degli organizzatori ma le Questure parlano di centinaia di migliaia in tutto il territorio nazionale. Colleghiamoci con i nostro inviato Bartolomeo Mosca in piazza Mazzini a Roma. Bartolomeo ci sei?"
La regia commutò sulle immagini dalla piazza che inquadravano Mosca mentre stava prendendo a calci nei reni il solito innocuo rompicoglioni Paolini. Accorgendosi del collegamento in atto Mosca smise di malmenare il simpatico, fastidioso, imbecillotto e si ricompose.
"Si Songino eccomi. Non sappiamo cosa sta succedendo ma cerchiamo di riportarvene la cronaca. Sembra una specie di pazzia collettiva che stia dilagando. All'inizio poche migliaia di persone erano scese in piazza in una specie di parata da circo, poi non sappiamo cos'è successo ma si è innescato un meccanismo di follia collettiva per cui la gente ha cominciato a scendere nelle strade così come era in quel momento facendo le cose più assurde e ridicole in una specie di gigantesco Carnevale..."
Mosca si dovette interrompere perchè un anziano gli sparò 120 decibel in un'orecchio con una trombetta da stadio.
Le immagini divennero mosse, qualcuno stava calando i calzoni all'operatore video che con le mani impegnate dalla videocamera e preso dal suo dovere di zelante precario speranzoso in un contratto a tempo indeterminato, si trovò a culo di fuori e ciondoli all'aria. Gli operatori delle altre TV si affrettarono a riprendere la scena con tanta solerzia che non gli fece nemmeno rendere conto che dopo pochi secondi anche le loro chiappe erano esposte ai venti e le braghe calate gli impedivano di muovere un solo passo.
Fra le forze di polizia qualcuno iniziò a sghignazzare e lanciò via lo scudo come un frisbee che andò ad atterrare ai piedi dei suoi superiori; poi iniziò a togliere caschi e protezioni ai suoi commilitoni e insieme si gettarono nell'orgia allegra dei manifestanti. Dalle case scendeva gente con bombolette di panna e spray da barba spruzzando chiunque veniva a tiro e le vittime dello scherzo anzichè arrabbiarsi si divertivano ed entravano in gioco anche loro.
Era un'immensa pagliacciata dove chi mostrava di voler mantenere un contegno veniva preso e portato in trionfo da centinaia di braccia che lo sollevavano e solleticavano fino a portarlo ad un riso spasmosmodico.
Le risate si alzavano sempre più forti fino ad assumere la forza delle bibliche trombe che abbatterono le mura di Gerico...
E fu proprio quello che successe. Il culmine fu quando nelle tante periferiche portatili che avevano i folli manifestanti iniziarono a girare le immagini di Alberto, Messia suo malgrado, che prendeva in faccia la porta della palestra durante una delle sue fughe.
A quel punto molti capirono da che parte stava Dio. E fu un meraviglioso, inarrestabile delirio totale.

[12/... basta mi sono rotto i coglioni di darmi limiti. Forse la chiudo qui. Forse continua per altre 100 puntate. Forse ne faccio altre 10 storie. Forse la Rivoluzione è già cominciata.]
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GrayWolf
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MessaggioInviato: 31 Ott 2011 11:53    Oggetto: Rispondi citando

Veleno Romano ha scritto:

Ma mentre gli eroi della nostra storia si agitano spasmodicamente negli angusti e claustrofobici spazi del Labirinto e negli interni in cui si consumano le loro vicende da protagonisti, il mondo reale fatto di non protagonisti si disgregava in frammenti per una crisi la cui responsabilità, in misura maggiore o minore era di tutti; dove non era per pensieri od atti consapevoli e mirati, era per omissioni, per indifferenza, paura, pigrizia, piccoli interessi meschini.
Stava per succedere qualcosa di terribile e oscuro; qualcuno iniziando a prenderne coscienza iniziò spontaneamente ad organizzarsi per cercare di fermare la discesa nel vortice. E chi meglio di una voce narrante presa dal grande numero dei veri invisibili può riportarvene una cronaca? Noi che passiamo facilmente e con comodità nella cruna d'ago evangelica, noi candidati a quel Regno dei Cieli lottizzato da millenni da sacerdoti, sciamani, stregoni e persino parlamentari. Noi che cadevamo spesso nella trappola della guerra fra pezzenti e ci sbranavamo per un osso spolpato da qualche inutile troppo visibile. Noi che a volte tiravamo rabbiosamente un sasso verso un innocente la cui unica colpa era di essere un idiota che sbagliava credendo che Legge e Giustizia coincidono. Noi stupidi ed insignificanti... che piano piano ci rendevamo conto che l'unica cosa che veramente avevamo da perdere era l'oggi perché il domani già l'avevamo perso da un pezzo.
Prigionieri di catene che ci bloccavano la mente prima del corpo.


Think Ottima fotografia Think

Veleno Romano ha scritto:

[12/... basta mi sono rotto i coglioni di darmi limiti.

Bene, così si parla!

Veleno Romano ha scritto:

Forse la chiudo qui.

Speriamo di no.

Veleno Romano ha scritto:

Forse continua per altre 100 puntate.

Speriamo di si.

Veleno Romano ha scritto:

Forse ne faccio altre 10 storie.

Idem

Veleno Romano ha scritto:

Forse la Rivoluzione è già cominciata.]

Non forse, è certo... finché ci sarà qualcuno a scrivere queste cose, l'idea non muore, cresce solo molto lentamente.
Di Guy Fawkes ne sono nati parecchi e ne nasceranno ancora.

"Qualcuno" ha scritto:

… non si può baciare un'idea, non puoi toccarla né abbracciarla; le idee non sanguinano, non provano dolore...
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Veleno Romano
Eroe in grazia degli dei
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MessaggioInviato: 01 Nov 2011 04:20    Oggetto: Rispondi citando

Meno male che c'è Graywolf, il mio fan number one.
Quando ho il fiato corto non manca mai di darmi sostegno morale.
Grazie vecchio mio, grazie di esistere.
E grazie ovviamente a tutti quelli che leggono le mie stupidaggini; non sapete che supporto psicologico mi state dando in un periodo molto difficile della mia vita. Vedere i miei threads che superano in visualizzazioni persino quelli che parlano di Steve Jobs buonanima mi invoglia a continuare e a cercare di dare il meglio che posso per divertirvi... e magari darvi qualche minimo spunto di meditazione.
Siete un pubblico meraviglioso e vi amo tutti.
Non temete, niente sarà infinito in un'inutile replica di se stesso e niente sarà incompiuto.
Conosco il senso del termine "autodisciplina" e le regole della compiutezza di un opera.
Anche se può sembrare che improvviso puntata per puntata, non è così; in realtà lavoro su di un soggetto definito anche se io stesso non so come sarà il finale perché mi piace sorprendermi da me stesso e molto mi viene suggerito dai miei stessi personaggi che si materializzano accanto a me mentre sto alla tastiera, raccontandomi le loro storie.
E oltre ai miei amici reali debbo ringraziare anche questi amici immaginari, pazzi, deliranti, ambigui ma sempre sinceri nel mostrarsi nel loro essere che riempiono la mia vita senza essere mai invadenti.
Va bene, tutta stà menata strappalacrime alla "Mulino Bianco" del cazzo per dire che non so se saranno 14 piuttosto che 16 puntate ma di certo non sarà un "coitus interruptus" senza orgasmo.
Show must go on
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GrayWolf
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MessaggioInviato: 01 Nov 2011 12:19    Oggetto: Rispondi citando

Veleno Romano ha scritto:
Meno male che c'è Graywolf, il mio fan number one.
Quando ho il fiato corto non manca mai di darmi sostegno morale.
Grazie vecchio mio, grazie di esistere.

De nada hombre, verdad!

Veleno Romano ha scritto:

...
Non temete, niente sarà infinito in un'inutile replica di se stesso e niente sarà incompiuto.
Conosco il senso del termine "autodisciplina" e le regole della compiutezza di un opera.

Proprio ciò che ci vuole perché l'opera sia apprezzata

Veleno Romano ha scritto:

... molto mi viene suggerito dai miei stessi personaggi che si materializzano accanto a me mentre sto alla tastiera, raccontandomi le loro storie.
E oltre ai miei amici reali debbo ringraziare anche questi amici immaginari, pazzi, deliranti, ambigui ma sempre sinceri nel mostrarsi nel loro essere che riempiono la mia vita senza essere mai invadenti.

Consolazione e gioia di chi scrive.
Sono tutti lì, più reali dei reali, a sostenerci nei momenti bui.
Unici nel loro genere anche se omologhi ad altri, nati nostri e pronti
a diventare amici di tutti quelli che leggono.
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MessaggioInviato: 07 Nov 2011 17:09    Oggetto: Rispondi citando

Ironico
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MessaggioInviato: 07 Nov 2011 17:18    Oggetto: Rispondi

Caro veleno, questo è il male e il bene di scrivere.
Scrivere non è una malattia ma somiglia, piuttosto, ad una convalescenza.
Che però non finisce mai.
Cominci a stare meglio, ti senti pieno di nuove energie e quasi pronto ad uscire di nuovo nella vita, magari quando sei completamente tornato in forze.. però sai che ancora qualche giorno lo devi passare prima di poterti dire "guarito".
Ma non è mai così, scrivere è come ritrovarsi un istante prima del risveglio, quando stai per maledire il fatto che ti dovrai alzare dal letto e uscire e, al contempo, sei felice di farlo, sei già pieno di energie e voglia di vivere.
Ma non puoi ancora farlo, non sei ancora del tutto sveglio. Wink
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