Olimpo Informatico

[{osfor}]

Riguardo il post di Michele, comprendo le motivazioni che suggerisce (la linea non lineare delle dispersioni per es.), ma alla fine ci sarà un motivo (più di uno) se società anche grosse (Google?... per dire..) usano le batterie di server. A mio parere, su queste cose si può "discettare" per curiosità, ma la realtà è quella che è: le server-farm vengono usate perché il loro costo è minore, punto.
Riguardo il progetto Osiris da lui citato, ho dato una lettura al link, ma mi pare che il senso del progetto è tutto un altro, non c'entra niente con lo sfruttamento ripartito delle risorse, quanto con la creazione di una piattaforma indipendente, anonima ecc., cito dal capitolo "caratteristiche principali":

[{Michele}]

@Mda :
Si bhe in effetti io mi riferivo a progetti che sfruttassero il desiderio di compartecipazione degli utenti , vedasi appunto il progetto SETI a cui mi riferivo.
Non intendevo progetti che pagano danaro in cambio del tempo macchina.
Anche se forse (non ho approfondito troppo) bitcoin fa grosso modo questo , quando ci si mette in mining mode (credo si chiami così ,poi non l'ho mai usato e non lo conosco molto bene)

@Osfor :
Ho citato Osiris solo per mostrare come distribuito non significhi per forza di cose insicuro o privo di anonimato , ma che anche sistemi particolarmente distribuiti possano garantire riservatezza , anonimato ed integrità dei dati (oltre che resistenza ai guasti).

In risposta al fatto che google ed altre multinazionali ricorrano a datacenter enormi ... bhe quello è inevitabile.
Mi spiego meglio , con il mio post non intendevo dire che dovremmo trasformare tutti i sistemi di calcolo in sistemi di calcolo distribuiti.
Volevo solo far notare come oggi la rete sia prevalentemente gerarchica , mentre sarebbe più efficiente se fosse ibrida (tant'è che piano pianetto mi pare che si stia muovendo in tale direzione).

Mi spiego , quando contano le performance e si devono dare garanzie sul servizio sono d'accordo non ci si scappa alla server farm.

Per la comunicazione un protocollo tipo client-server spesso è una buona soluzione (anche se ci sono prototipi di protocolli che forse un domani potrebbero costituire un alternativa interessante).

Però per determinati altri servizi , come i servizi di blogging , i servizi mail o il famoso cloud computing (dove in genere il fattore tempo non è così critico ed il carico cresce proporzionalmente con gli utenti) si potrebbe pensare di distribuire il carico tra gli utenti che usufruiscono (soprattutto per quest'ultimo) del servizio.

Così invece di avere cluster enormi per ognuno di questi servizi si potrebbe avere un piccolo datacenter per garantire un minimo di performance (magari lo storage dei dati) , e poi distribuire il resto del carico di lavoro tra i nodi della rete che sfruttano tale servizio.

Che grosso modo è quel che fa skype.