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L'articolo 18 e la new economy
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Autore Messaggio
Zeus News
Ospite





MessaggioInviato: 09 Mag 2003 00:00    Oggetto: L'articolo 18 e la new economy Rispondi citando

Commenti all'articolo L'articolo 18 e la new economy
Il referendum che si terrà a giugno ripropone il tema del lavoro nella new economy.
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::XavierX::
Ospite





MessaggioInviato: 15 Mag 2003 18:25    Oggetto: Referendum rebus? Rispondi citando

La scelta da fare a questo referendum e' un vero rebus perche', qualsiasi sara' il risultato, non riguardera' soltanto la legge in questione ma avra' importanti ripercussioni a livello politico per il significato ideologico che e' stato dato all'Articolo 18.
Questo a causa di tutti: destra, sinistra, su, giu', media, sindacati... Tutti pronti a sputarsi addosso e a difendere i propri privilegi e i propri privilegiati.
Il ponte di Messina? Ma se guardo fuori dalla finestra e vedo montagne di pattume per le strade! Elezioni anticipate? Ancora?! Ma se c'e' gente a 20 km di distanza che ha perso casa e azienda per le alluvioni!
Dove sono le idee? Dove sono le soluzioni ai problemi? In tempi di crisi come questi, non si potrebbero evitare i soliti giochetti politici?
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Marco
Ospite





MessaggioInviato: 19 Mag 2003 22:53    Oggetto: poche idee ma confuse Rispondi citando

A parte l'errore macroscopico dell'ommisione dall'elenco dei promotori della fiom cgil, organizzazione maggioritaria nel mondo del lavoro metalmecanico, mi pare che l'articolista si sia posto l'obiettivo di far emergere, in modo sublimale, le ragioni del no nascondendo buona parte delle motivazioni di coloro, che come me, sostengono il si.
Non si fa nessun riferimento, se non in modo generico e nascosto, ai provvedimenti in essere con la legge 30 e la 848bis, leggi che consentono di scomporre una qualsivoglia azienda in tante piccole aziende con meno di 15 dipendenti.
Il richiamo poi all'unità sindacale, qualunquista e superficiale, esprime un giuddizio sneza motivarlo.
Non viene minimamente presa in considerazione la ragione fondamentale della spaccatura sindacale, le regole della democrazia. La divisione nasce da divergenze di veduta delle organizzazioni sindacali ma la spaccatura avviene per il rifiuto della cisl e della uil di sottoporre all'insindacabile giudizio dei lavoratori gli accordi sottoscritti, avocando a se il diritto di poter decidere per tutti i lavoratori iscritti e non iscritti che siano.
Quindi un problema di democrazia, non di concorrenza, problema che se non verrà risolto non potrà che peggiorare le cose.
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Pier Luigi Tolardo
Ospite





MessaggioInviato: 19 Mag 2003 23:41    Oggetto: Grazie e.... Rispondi citando

Grazie per l'attenzione: se ho omesso dall'elenco dei promotori la Fiom-Cgil me ne scuso, devo dire, onestamente, che non volevo far emergere le ragioni del No al Referendum piuttosto che quelle del Si o dell'astensione, in genere sono accusato di essere un fazioso comunista da alcuni lettori di Zeus News, se qualcuno mi accusa del contrario ne sono moderatamente felice, non sono un sostenitore sfegatato del Si questo Si, e ne ho, se mi è permesso dirlo, piene le scatole di sentire quelli che sostengono che se vincerà il Si(in genere la Destra) l'economia italia sarà rovinata perché credo abbia problemi ben più seri ma non la bevo(mi dispiace) nel credere che se prevalgono i Si sarà una grande vittoria dei lavoratori ed una sconfitta della destra perché Cofferati sul fatto che questo Referendum divida un fronte che era stato unito non ha torto(se poi a uno è antipatico Cofferati questo è un altro discorso). Non ho dato grande spazio ai recenti provvedimenti sulle leggi che oggi permettono di scomporre le aziende: è vero per ragioni di sintesi ma è altrettanto vero che il Referendum non è su questi provvedimenti e questi provvedimenti che sono pericolosi per l'uso che gli imprenditori possono farne non si fronteggiano con l'arma dei Referendum ma con un rafforzamento della contrattazione, che finora le piccole aziende non hanno conosciuto, e rafforzare la contrattazione richiede un sindacato unito.
Tu dici: richiamarsi all'unità sindacale in modo qualunquista e superficiale senza riconoscere che Cisl e Uil sbagliano e sono poco democratiche non è corretto.
Se parli con uno della Cisl e della Uil richiamandolo al valore e alla necessità dell'unità ti dirà che è sbagliato senza condannare le posizioni movimentiste e radicali della Cgil, senza considerare che sia Tu che Loro ritenete di essere gli unici democratici, dove certe volte la democrazia assomiglia all'ordalia, al giudizio di Dio che invoca Berlusconi a discolpa dei suoi peccati.
Ognuno si può tenere le sue ragioni, ma senza sintesi, senza sforzo unitaria che solo ha fatto crescere i diritti e le conquiste dei lavoratori non si va da nessuna parte.
Il problema vero e concludo è che Cgil-Cisl-Uil avrebbero dovuto dopo lo scioglimento del Pci, la fine della guerra fredda, la caduta delle ragioni storiche ed ideologiche che avevano giustificato la divisione fondersi in unico soggetto, affrontando un coraggioso e difficile ma ineludibile processo costituente. Non hanno avuto la forza di farlo ed ora siamo tutti in un pantano.
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Erik Boni
Ospite





MessaggioInviato: 20 Mag 2003 15:19    Oggetto: obiettività Rispondi

Sarà che io non ho ancora deciso cosa votare (né se votare), ma a me l'articolo è sembrato equilibrato e corretto. In ogni caso non mi sognerei mai di accusare di malafede chiunque non abbia un punto di vista identico al mio.
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