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Le catene di S. Antonio e la memetica
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Autore Messaggio
Zeus News
Ospite





MessaggioInviato: 18 Ago 2003 00:00    Oggetto: Le catene di S. Antonio e la memetica Rispondi citando

Commenti all'articolo Le catene di S. Antonio e la memetica
Che c'entra la teoria dell'evoluzione di Darwin con Internet e con la posta elettronica? Risponde la memetica, una nuova disciplina scientifica.
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La nausea
Ospite





MessaggioInviato: 23 Ago 2003 09:09    Oggetto: interessante Rispondi citando

senza mai avere letto il libro di dawkins io davo gia' per scontate le sue teorie e le avevo fatte mie... si vede che il meme del gene egoista aveva trovato un altro percorso per arrivare fino a me!!! bell'articolo Erik, ciao
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bollesan
Ospite





MessaggioInviato: 24 Ago 2003 20:59    Oggetto: troppo lungo Rispondi citando

interessante ma metà già mi ero stufato di leggerlo...
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Zizio Maurizio
Ospite





MessaggioInviato: 25 Ago 2003 00:38    Oggetto: Moolto interessante ! Rispondi citando

Come l'amico torinese, anche io sento di aver già da tempo fatto mie le teorie di Dawkins.
Ho stampato l'articolo e sabato scorso l'ho portato in barca con gli amici.
Dopo aver letto l'ultimo numero di Focus sulla bellezza l'ho inserito a seguire.
Si legava perfettamente.
Davvero un bell'esercizio per il cervello.
Salutoni.
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Fabrizio
Ospite





MessaggioInviato: 03 Set 2003 10:57    Oggetto: Dissento! Rispondi citando

Se vogliamo ridurci a galline di Pavlov non dobbiamo far altro che accettare simili teorie semplificate. La vita è molto più complessa ed ogni individuo ha delle specificità. E lo stesso discorso delle catene di S.Antonio non regge del tutto. Provate a pensare quante persone si possono contattare tramite una casella di pe e fate un rapido conto di quanto ci vorrebbe per intasare internet se non dico tutti, ma anche solo la maggioranza degli utenti inoltrasse le catene ad un cospicuo numero di collegamenti (a crescere in maniera esponenziale). Vi renderete conto che in realtà è una minoranza a farlo.
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Ospite






MessaggioInviato: 03 Set 2003 12:04    Oggetto: ...mavaffanculo... Rispondi citando

articolo peso e pedante.
A Fabbrì de Trieste: è il CANE di Pavlov, non le galline...
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luigi
Ospite





MessaggioInviato: 02 Nov 2003 02:07    Oggetto: Le catene di S Antonio e la memetica Rispondi citando

aborro la critica tout court,odio coloro che lasciano la lettura a metà (corsi di lettura rapida sono per loro la manna), apprezzo chi nella vita si adopera verso fini idealistici, verso cui, io credo, Voi siete orientati. Vi ringrazio. Ogni informazione, anche se non è pertinente con le scelte di ogniuno di noi, è sicuramente utile nel caotico universo in cui viviamo. Individualmente ciascuno fa scelte, ha personali opinioni e convinzioni; perciò nutra le proprie, trascuri ciò che non lo interessa, eviti la critica, peraltro talvolta mossa solo per pavoneggiamento, ed apprezzi coloro che si sforzano nella divulgazione del pensiero.
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Guido
Ospite





MessaggioInviato: 28 Feb 2004 16:09    Oggetto: Rispondi

Intervengo con molto ritardo per poco tempo e perché mi sono riletto il libro di Dawkins, prima di rispondere.
Sono in disaccordo, non sulla teoria evoluzionistica, ma con l'interpretazione del gene egoista, e sull'attribuire importanza alla teoria dei memi. Non sono un genetista né uno scienziato, ma lavoro con alcuni di loro, e dalla parte degli addetti ai lavori le cose sono meno semplici di quanto appaia dalla divulgazione. La prima obiezione , e la più grande, è verso l'interpretazione ?umanizzata' dei geni, o dei virus, o di qualsiasi struttura biologica ; essi non hanno disegni, volontà, scopi: seguono solo le leggi della fisica e della chimica. Dico questo anche perché quello che passa in TV come divulgazione scientifica (Angela a parte) sono spesso dei filmati di origine anglosassone marchiati da un'impronta smaccatamente sociobiologica, cioè tendenti a dimostrare che sono i geni che alla fine determinano ?volontariamente' gli eventi della vita e quindi anche la posizione sociale, economica, affettiva, ecc.: tutte cose che dipendono dalla cultura, cioè da quello che il cervello si inventa per stare meglio al mondo (riuscendo a volte a stare peggio), e non dall'eredità biologica. Dawkins insiste spesso portando esempi e concetti culturali, non fisico-chimici.
Dopo la recente mappatura del genoma umano, i genetisti hanno visto che una notevole parte dei geni non si sa cosa facciano, e sembra per ora - non facciano nulla.
Per sfruttare l'esempio di Erik Boni, il gene per l'alcolismo non esiste, un gene non determina un comportamento, ma (forse) solo la sintesi di una proteina, l'alcolismo è un fenomeno sociale, non genetico; ed infatti in ogni caso non ha nessuna importanza se io mi riproduco o meno, in quanto alcuni polimorfismi genetici ( quelli che intervengono nelle diversità del corpo degli individui ) non sono selettivamente importanti. I geni importanti si sono selezionati centinaia di migliaia di anni fa, chi non li ha non nasce nemmeno, e da quando l'uomo ha deciso (non i suoi geni) di vivere in un mondo artificiale (circa 5000 anni fa, con l'agricoltura) quello che gli capita dipende in massima parte dall'ambiente (fisico, economico e sociale ) che lui ha creato, e non dai suoi geni. Per concludere ed esprimere questo concetto, anche se tutta l'umanità si estinguesse (cosa che ogni tanto tenta di perseguire), i nostri geni, singolarmente o in associazione, sopravviverebbero al 98% nei nostri amici scimpanzè; alla faccia del gene ?umano' che vuole replicarsi creando altri esseri umani. E' difficile accettare il fatto che siamo una specie come le altre, dal punto di vista genetico, ma è così: è un errore concettuale considerare lo sviluppo dell'uomo come un ?progresso', perché questo è un concetto culturale, non genetico. Un grande biologo disse più o meno: ?Da quello che so deduco che Dio ha una considerevole preferenza per una specie in particolare: gli scarafaggi'.
Per esprimere con un esempio banale, ma significativo, i miei concetti, in rete esiste un sito, mi pare darwinawards.com, che considero un esempio di ignoranza e di cattivo gusto, in cui sono esposti dei casi di comportamenti stupidi che portano di solito alla morte dell'individuo e alla sua ?uscita dal pool genico'. Ripeto , a parte l'inciviltà di ridere sulla morte di qualcuno, la stupidità è qui e ora, quindi contingente, non sta scritta nei geni: la sua grande diffusione, nonostante la scomparsa di alcuni individui, è la riprova che è un fattore culturale, legato alla storia del singolo ,e che il ?pool genico' non risente di questi episodi. Se si facesse uno studio accurato, forse l'intelligenza sarebbe un fattore più importante statisticamente di eliminazione di individui .
Concludo con i memi. Con quello detto prima, i memi andrebbero prima definiti nelle caratteristiche e studiati con gli strumenti della genetica, cioè l'analisi statistica delle frequenze dei singoli caratteri, cosa che a me sembra molto lontana; altrimenti è un'argomento per passare il tempo in salotto, e poco più. A mio modesto parere, la velocità di diffusione delle scemenze e la difficile vita delle idee intelligenti è un motivo per credere poco a questa teoria; ma se devo fare un paragone genetico, invece che alla lotta per la sopravvivenza del più adatto vedo la storia delle idee come la selezione effettuata dall'uomo sulle razze animali, cioè un processo artificiale , attuato per scopi contingenti , effettuato dagli individui e non dai loro geni.
vi ringrazio per l'attenzione (chi ce la fa)
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