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La posta elettronica nel marketing
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Autore Messaggio
Zeus News
Ospite





MessaggioInviato: 27 Ott 2003 00:00    Oggetto: La posta elettronica nel marketing Rispondi citando

Commenti all'articolo La posta elettronica nel marketing
Due recenti articoli di legge in materia di spamming non fanno che dare vita a incongruenze e complicazioni.
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Ast
Ospite





MessaggioInviato: 28 Ott 2003 09:05    Oggetto: ... siamo sicuri Rispondi citando

Le prescrizioni del Testo Unico mi sembrano differenti da quelle descritte nell'articolo 130.

In pratica, e' molto difficile rientrare nel 130!

Art. 130 Comunicazioni indesiderate
1. L’uso di sistemi automatizzati di chiamata senza l’intervento di un operatore per l’invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale è consentito con il consenso dell’interessato.

2. La disposizione di cui al comma 1 si applica anche alle comunicazioni elettroniche, effettuate per le finalità ivi indicate, mediante posta elettronica, telefax, messaggi del tipo Mms (Multimedia Messaging Service) o Sms (Short Message Service) o di altro tipo.

...omissis...

4. Fatto salvo quanto previsto nel comma 1, se il titolare del trattamento utilizza, a fini di vendita diretta di propri prodotti o servizi, le coordinate di posta elettronica fornite dall’interessato nel contesto della vendita di un prodotto o di un servizio, può non richiedere il consenso dell’interessato, sempre che si tratti di servizi analoghi a quelli oggetto della vendita e l’interessato, adeguatamente informato, non rifiuti tale uso, inizialmente o in occasione di successive comunicazioni. L’interessato, al momento della raccolta e in occasione dell’invio di ogni comunicazione effettuata per le finalità di cui al presente comma, è informato della possibilità di opporsi in ogni momento al trattamento, in maniera agevole e gratuitamente.
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P. Mezzera
Ospite





MessaggioInviato: 28 Ott 2003 15:43    Oggetto: La posta elettronica nel marketing Rispondi citando

Le disposizioni anti-spamming sono un vero rompicapo. Nel momento in cui mando una e-mail chiedendo l'autorizzazione all'invio di materiale pubblicitario od altro, già compio a mio avviso un'azione di spamming. O NO ? Perchè quindi non posso proporre il sistema opt-out come fanno gli altri paesi civili, in primis gli Stati Uniti che ci danno esempi noti data la maggiore esperienza. O come sempre noi italiani dobbiampo inventare qualcosa di diverso ? Ah Leonardo, perchè sei nato qui? Cordialmente
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Stefano Barni
Ospite





MessaggioInviato: 28 Ott 2003 17:22    Oggetto: e perche' non un vero opt-in, invece? Rispondi citando

non sarebbe meglio che le aziente interessate a distribuire pubblicità via email si consorziassero e creassero un sito presso il quale potessero registrarsi le persone interessate a ricevere messaggi pubblicitari via email?

solo le aziende aderenti al consorzio potrebbero usare gli indirizzi (sempre e solo rigorosamente forniti dagli utenti stessi).

il metodo opt-out renderebbe possibili troppe situazioni ambigue, la cui soluzione sarebbe ancora tutta a carico del destinatario dello SPAM.

es.: ricevo una email pubblicitaria dotata di link per l'opt-out. rispondo? se no, ricevero' altra spazzatura, se si, metto a rischio il mio indirizzo. e se rispondo ma continuo a ricevere lo SPAM? ho sbagliato io? c'è qualcuno che fa il furbo? come lo dimostro? devo io, utente finale, archiviare tutte le opt-out ricevute, le risposte inviate, eccetera?

il ritorno economico della pubblicita' e' tutto in capo a chi vende il prodotto: ne sostenga integralmente i costi, scaricandoli sul prezzo dello stesso (in modo che a pagare sia chi e' interessato a quel prodotto e non la comunita' indirstinta degli utenti internet)
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Marco
Ospite





MessaggioInviato: 28 Ott 2003 19:13    Oggetto: APPELLO CONTRO L'ANTI-SPAM Rispondi citando

Questo è un appello all'authority della privacy che dovrà essere inoltrato all'indirizzo garante@garanteprivacy.it se ti troverai d'accordo sui seguenti punti. Non inoltrare: fai un copia ed incolla in un nuovo messaggio digitando l'indirizzo del destinatario: garante@garanteprivacy.it .



Ill.mo Stefano Rodotà,
Le scrivo in merito alle ultime norme sulla "privacy" che incriminano lo spam e chi lo pratica.

Non sono d'accordo in merito al Provvedimento del 29 Maggio 2003 che considera un reato l'invio di spam per i seguenti motivi:

Specie l'economia del Sud sta attraversando un momento di profonda crisi dove l'inflazione è percepita del 6% (dati ISTAT), dove Napoli risulta la città più cara d'Italia, dove i costi di fitto delle case hanno raggiunto aumenti anche del 40% rispetto a 2 anni fa ecc. ecc.

In questo scenario di crisi economica, molte attività di piccole e medie imprese hanno trovato nello spam un'alternativa rapida ed economica alle altre più costose forme pubblicitarie tra cui il direct-mailing (pubblicità postale) che comporta un dispendio di tempo e soldi per stampa di depliants e volantini, fotocopie, imbustamento, trascrizione indirizzi, acquisto francobolli (che non sono sempre disponibili), affrancatura, spedizione e... molte di queste pubblicità non arrivano sempre a destinazione o, quando arrivano, giungono in ritardo.

Lo SPAM, ovvero la cosiddetta "pubblicità indesiderata" ricevuta per posta elettronica è, a mio avviso, una forma di comunicazione rapida per informare un pubblico potenzialmente interessato ai miei servizi e, d'altro canto, ben giungano sulla mia casella di posta elettronica altrettanti messaggi pubblicitari che mi informano di opportunità interessanti per l'acquisto di prodotti e/o servizi: nel caso non fossi interessato più a riceverne, non ci metto nulla ad attivare una "regola" per cestinare direttamente i messaggi indesiderati o attivare il filtro "anti-spam" dal mio programma di posta elettronica o, meglio ancora, richiedere semplicemente la rimozione del mio indirizzo e-mail dalle liste di chi me la invia. Non credo che chiederei un risarcimento di 250 euro allo "spammatore" (come previsto dal vigente regolamento) perchè immagino che costui sia una persona che intende lavorare per mangiare e portare avanti una famiglia e pertanto cercando di vendermi un climatizzatore o un viaggio ai Caraibi, non fa che il suo lavoro. Se chiedessi 250 euro a tutti coloro che mi mandano mails indesiderate a quest'ora sarei miliardario.

Cosa dire allora, a proposito della pubblicità indesiderata fatta per telefono ? Sa quante volte al giorno mi telefonano gentili operatrici di gestori telefonici, venditori di macchinette del caffè, gente che mi propone acquisti di biglietti per spettacoli teatrali per beneficenza ecc. dicendomi che il mio numero telefonico l'hanno preso dall'elenco telefonico ? Bisognerebbe forse abolire la distribuzione delle Pagine Gialle e degli elenchi telefonici per evitare il trattamento dei nostri dati relativamente a questa forma di spamming ? No, basta dire semplicemente un "no, grazie" al venditore telefonico anche se ogni interruzione sul lavoro per rispondere al telefono ritengo sia ben più dannosa di ricevere un messaggio indesiderato che posso leggere quando lo decido io.
In proposito: posso io chiedere al gestore telefonico di non inserire il mio numero telefonico nell'elenco ? risposta: NO. Posso soltanto chiedere di rendere il mio numero "riservato", ovvero irriconoscibile da chi possiede gli identificatori di chiamata o da chi compone il 1412 per sapere a chi appartiene il dato numero, ma chiunque con un elenco telefonico può comunque arrivare a entrare nella mia casa. Una contraddizione fantasiosa tutta italiana, insomma.

Cosa dire inoltre degli spot pubblicitari su di un film in TV ? Per molti non è pubblicità indesiderata ? Ma anche qui, basta cambiare canale e nessuno si sognerà mai di chiedere 250 euro di risarcimento alla Barilla o alla FIAT per essere stato invasivo col proprio spot, nella propria casa.

Qualcuno diceva, ill.mo Garante, che "la pubblicità è l'anima del commercio". Il commercio fa girare l'economia e pertanto bastonare ogni forma pubblicitaria rallenta tutto quel processo di scambi commerciali che servono a rendere il tenore di vita di un Paese sempre migliore e progredito.

Da circa 1 mese ho notato che, inviando i miei messaggi-spam attraverso le mie consuete "liste di distribuzione", il programma di posta elettronica mi da un errore di "too many recipients" (troppi indirizzi, impossibile inviare il messaggio). Questo mi ha fatto capire che i provider italiani hanno attivato direttamente sui loro server filtri anti-spam adeguandosi probabilmente alle nuove normative sulla privacy.
Risultato ? Ho dovuto spezzettare tutte le mie liste di distribuzione (con un gran rallentamento del lavoro) ed ho inviato ugualmente i miei messaggi informativi (la cosiddetta SPAM). Ciò mi comporterà in futuro un maggior impiego di tempo per l'invio di altri messaggi alle mie liste di distribuzione in quanto pressappoco quadruplicate.
Come vede, anche i filtri anti-spam sui server dei provider non eliminano il problema dello spam ma non fanno altro che rallentare quel processo economico di cui sopra.

Ill.mo sig. Rodotà, ci sono ben altri modi per combattere lo SPAM e gli strumenti per farlo sono già disponibili come già accennato:

effettuare una "regola" dal proprio Outlook per cestinare direttamente i messaggi indesiderati;
attivare il "filtro posta indesiderata" dal menù>strumenti dello stesso programma;
chiedere semplicemente con un messaggio in "reply" di essere rimosso dalle liste di distribuzione dal mittente (specificando nell'oggetto "remove");
attivando un programma di istruzione presso tutte le aziende che utilizzano la posta elettronica avvalendosi delle buone intenzioni delle "tre i" del nostro Premier (molti dirigenti non sanno ad esempio, purtroppo, la differenza tra "Cc", "Ccn", "reply", "foward" ecc.);
obbligando semplicemente tutti gli "spammatori" a specificare in calce di ogni messaggio le istruzioni per come non ricevere più da loro messaggi, con una "firma".

La saluto cordialmente sperando che presto vengano attuate norme in merito che non inficino negativamente sull'economia del Paese.
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Stefano Barni
Ospite





MessaggioInviato: 28 Ott 2003 22:33    Oggetto: e così lo spamming sarebbe la panacea... Rispondi citando

...per tutti i guai delle imprese italiane. speriamo che non se ne accorga quel tale che suggeriva di ribattezzare la panda "ferrari junior" per venderne di più e far uscire la fiat dalla crisi, sennò non ci salviamo più.

un bel decretino legge, non lo si chiami più SPAM ma "virtual marketing", e tutti moriranno dalla voglia di ricevere un po' di spazzatura nella propria casella di posta. e compreranno, perfino.

oppure, ma un'idea analoga il tale in questione l'aveva avuta già alcuni anni addietro per risolvere il problema della disoccupazione, ogni titolare di un indirizzo email potrebbe adottare uno spammer, e ricevere così pubblicità da quello soltanto, e da quello soltanto comperare un tot di prodotti ogni anno. così, per funzione sociale.

non c'è ragione per cui un utente debba perdere tempo e denaro (in bollette telefoniche) per scaricare materiale che non desidera ricevere: la connettività costa anche se poi un filtro sul mailer locale distrugge lo SPAM senza neppure rivelarne la presenza al destinatario.

e anche se si dispone di programmi che effettuano la cancellazione prima dello scaricamento della posta, in modo da abbattere il problema descritto, non si capisce per quale motivo un provider dovrebbe sostenere costi di connettività per trasportare la pubblicità altrui.

deve consolidarsi il principio che chi fa business deve sostenerne i costi, visto che sarà lui a incassarne i guadagni. se un'azienda vuole pubblicizzare la propria attività via rete, lo faccia senza fare pesare sul prossimo le proprie scelte in materia.

l'opt-in attraverso un sistema ufficialmente riconosciuto e controllato è l'unico modo di fare onestamente pubblicità via posta elettronica.
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Dario Meoli
Ospite





MessaggioInviato: 29 Ott 2003 06:59    Oggetto: Spammare il Garante Rispondi

Che senso ha?
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