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ili07 Dio maturo


Registrato: 29/05/07 23:58 Messaggi: 3913
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Inviato: 27 Giu 2008 02:24 Oggetto: Mentalità imprenditoriale in Italia:è retrograda? |
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Prendo spunto da un suggerimento di Gavilan e riporto/splitto alcuni passaggi da questa discussione per scindere l'argomento "mentalità imprenditoriale in Italia", da quella più specifica del "telelavoro".
Cosa ne pensate voi della mentalità dell'imprenditore italiano??
E' pronto alle innovazioni in ambito logistico e organizzativo oppure ha ancora una mentalità vecchio stampo tipica dello stile "azienda Fantozzi" oppure "fabbriche anni 70"????
è pronto a rivoluzionare il proprio pensiero per quel che attiene le nuove tecnologie, le nuove figure lavorative, l'organizzazione aziendale più vicina ai bisogni moderni (palestre, asili,ecc), la fiducia nei propri dipendenti, ecc....
ad esempio, la Ferrari ultimamente sta rivolunzionando il proprio modo di concepire "la fabbrica" e con un notevole investimento ha costruito delle fabbriche a misura d'uomo, esteticamente insuperabili, con tutti i servizi all'interno per rendere migliore la vita dei propri operai e sopratutto con un attenzione particolare alle strutture e ai macchinari per annullare il rischio incidenti sul lavoro
senza inoltrarci nell'argomento "sicurezza sul lavoro", il quale richiede una più approfondita trattazione da non farsi in questo 3D, apro questo argomento perchè gli stereotipi sono duri a morire e il nostro concepire il lavoro, porta automaticamente a figurarsi tutta una serie di cose (spostamento da casa, ore e ore in ufficio, organizzazione gerarchica e poca indipendenza, mania di controllo, ecc) che invece in altri stati sono in via di superamento e rendono tutto molto più snello e compatibile con i bisogni delle persone.....
e perchè in italia pare che l'unica vera riforma lavorativa che si riesca sempre a fare concida categoricamente solo con situazioni di "precariato" e basta....
riporto qua sotto quanto è stato ragionato da me e Gavilan, prendendo spunto dal fatto che il telelavoro sembra essere ancora un'utopia nel nostro paese proprio per una questione di mentalità retrograda:
cioè perchè imprenditori e capi fabbrica mancano di fiducia nei propri dipendenti e vedono il lavoro più dal punto di vista della quantità che della qualità.
ili07 ha scritto: | Gavilan ha scritto: | ili07 ha scritto: | ma mi sorge il dubbio che più che altro sia una questione di fiducia e di mentalità...
i nostri imprenditori faticano a mettersi al pari di quelli esteri...noi siamo ancora un paese che conserva una mentalità "artigiana" oppure da vecchio capo di fabbrica con segretaria al seguito, impiegati in mezzo alle scartoffie e operai in tuta sporca di unto...
concepire che un tuo dipendente lavori da casa con tecnologie all'avanguardia comporta che una mentalità da anni 70-80 venga completamente rivoluzionata....
e questo paese è restio alle novità! |
Sulla questione "mentalità" sono d'accordo.
Ma "fiducia" in che senso?
Nel senso che l'imprenditore possa temere che il dipendente, se sta a casa sua, non lavori come si deve?
Questo non lo credo: basta che gli si diano dei tempi, delle consegne fissate...  |
sì, è quello che penso anche io, ma sai...io lo vedo anche dal mio lavoro...
i patrocinianti legali che stanno sotto ad un avvocato dominus si vedono quasi sempre costretti a recarsi in ufficio per dare l'idea di lavorare...
poi non importa se fanno notte al pc a casa oppure se andando in ufficio, specie i primi tempi, non gli viene dato nulla di rilevante da fare...
è la presenza che rappresenta il faticare....
sembra una cavolata e invece......
mentalità retrograda:
se non ci sei è segno che non lavori......e questo a prescindere dai risultati....
la presenza in azienda o in ufficio è una sorta di garanzia per chi comanda....
perchè ti può tenere d'occhio, controllare i tuoi orari, ecc...
fondamentalmente dovrebbero essere i risultati a contare, e invece il più delle volte si guarda alla quantità di ore lavorate più che alla qualità....
unito a questo c'è anche il fatto che le aziende faticano a innovarsi e quindi a rinnovare la propria organizzazione logistica....
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ioSOLOio Amministratore


Registrato: 12/09/03 19:01 Messaggi: 16342 Residenza: in un sacco di...acqua
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Inviato: 28 Giu 2008 16:37 Oggetto: |
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la Ferrari è all'avanguardia in ogni senso, ma è anche un caso forse limite, difficilmente replicabile in ambiti normali.
Poi il telelavoro non si presta a tantissimi ambiti aziendali. Certo ci sono attività che sarebbero espressamente fattbili con il telelavoro, soprattuto se si pensa a un "lavoro" sufficientemente indipendente, svincolato da interazioni con terzi (i primi a venire in mente sono magari proprio quelli legati a internet, pubblicitari, designer, progettisti....)
Ma nel normale mondo reale, in una azienda che produce bulloni ad esempio è più difficile realizzare un telelavoro efficiente, vista la normale interazione e integrazione che richiede qualsiasi azione.
Differente invece l'approccio al tipo di ambiente lavorativo, questo si.
Spesso si lavora con "attrezzature" non adeguate..un pc con un monito piccolo e obsoleto non è solo scomodo, è improduttivo.
Ho fatto un esperimento...facendo il medesimo lavoro su un classico monitor da 15'' Crt e su un 17'' lcd: il guadagno derivante (solo per la maggiore dimensione dello schermo che permetteva di lavorare agevolemente su tabelle di excel molto estese) è stato piuttosto significativo. Ripetuto per ogni giorno della settimana, per ogni settimana, tutti i mesi...sui vari dipendenti...sarebbe stato piuttosto incisivo sulla produttività.
Ma spesso ho avuto impressione che i costi aziendali che vengono visti e valutati sono quelli che si vedono subito, quando occorre "spendere mettendo mano al portafoglio".
Il costo di uno stipendio, anche se il lavoro non è ottimizzato, non viene invece visto allo stesso modo...perchè tanto lo stipendio è pagato lo stesso.
Poi bisogna vedere se si parla di grande industria, di media impresa o di piccole realtà.
Nelle piccole realtà si incontra spesso dinamismo. L'Italia è sempre stata forte nelle piccole imprese, il suo vero punto di forza. E spesso si sta megli oche altrove, si viene anche pagati meglio quando si dimostrano capacità (ma è normale...un semplice conto di costi-benefici derivante dai piccoli numeri in gioco)
Nella grande impresa per contro vedo molto immobilismo
O meglio, non vedo imprenditori. Manager, finanzieri rampanti, raider...ma imprenditori sempre molto pochi.
Poi ci sono le eccezioni come la Ferrari (ma come detto la Ferrari è unica nel mondo, come griffe, immagine, potere...) e anche qualche altra magari meno blasonata (che so Cucinelli nei tessuti) |
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Gavilan Moderatore Salotto delle Muse


Registrato: 19/12/06 00:09 Messaggi: 4094 Residenza: l'Universo... che, come disse un mio buon amico (tale H.Rouge), non è meritocratico.
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Inviato: 28 Giu 2008 18:20 Oggetto: |
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Da qui
ili07 ha scritto: | Gavilan ha scritto: | ili07 ha scritto: | fondamentalmente dovrebbero essere i risultati a contare, e invece il più delle volte si guarda alla quantità di ore lavorate più che alla qualità.... |
Mi sono venute in mente due immagini:
- una scena fantozziana,
- i recenti licenziamenti per lavoratori che non lavorano. |
spiegala un po' di qua questa |
Be', per "scena fantozziana" intendevo il lavoratore che deve subire - letteralmente - il proprio capo, sudando sette camicie sulla propria scrivania con la consapevolezza che mai nulla andrà bene e/o mai riceverà riconoscimenti, nemmeno verbali.
Ed è una situazione non così surreale come potrebbe sembrare, purtroppo.
Tutt'altra questione è quella dei recenti licenziamenti per chi va a lavoro solo per scaldare la sedia: dimostrazione pratica di quanto sia falso il fatto che la quantità di ore presenziate in ufficio/azienda da un lavoratore sia più importante della qualità. Alla faccia di chi ha la mentalità retrograda. Tiè!  |
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Gavilan Moderatore Salotto delle Muse


Registrato: 19/12/06 00:09 Messaggi: 4094 Residenza: l'Universo... che, come disse un mio buon amico (tale H.Rouge), non è meritocratico.
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Inviato: 28 Giu 2008 18:25 Oggetto: |
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ioSOLOio ha scritto: | Poi il telelavoro non si presta a tantissimi ambiti aziendali. Certo ci sono attività che sarebbero espressamente fattbili con il telelavoro, soprattuto se si pensa a un "lavoro" sufficientemente indipendente, svincolato da interazioni con terzi (i primi a venire in mente sono magari proprio quelli legati a internet, pubblicitari, designer, progettisti....)
Ma nel normale mondo reale, in una azienda che produce bulloni ad esempio è più difficile realizzare un telelavoro efficiente, vista la normale interazione e integrazione che richiede qualsiasi azione. |
Verissimo.
Mi riferivo ovviamente solo ad alcuni tipi di lavoro - quelli a pc - ma è giusto precisare.
ioSOLOio ha scritto: | Ma spesso ho avuto impressione che i costi aziendali che vengono visti e valutati sono quelli che si vedono subito, quando occorre "spendere mettendo mano al portafoglio".
Il costo di uno stipendio, anche se il lavoro non è ottimizzato, non viene invece visto allo stesso modo...perchè tanto lo stipendio è pagato lo stesso. |
Me lo spieghi meglio?
ioSOLOio ha scritto: | Poi bisogna vedere se si parla di grande industria, di media impresa o di piccole realtà.
Nelle piccole realtà si incontra spesso dinamismo. L'Italia è sempre stata forte nelle piccole imprese, il suo vero punto di forza. E spesso si sta megli oche altrove, si viene anche pagati meglio quando si dimostrano capacità (ma è normale...un semplice conto di costi-benefici derivante dai piccoli numeri in gioco)
Nella grande impresa per contro vedo molto immobilismo
O meglio, non vedo imprenditori. Manager, finanzieri rampanti, raider...ma imprenditori sempre molto pochi |
Anch'io la penso così, ma non sono informatissima, quindi ho atteso che lo dicesse qualcuno più adatto di me.
Benissimo, spazio alle nuove imprese allora!
No? |
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ioSOLOio Amministratore


Registrato: 12/09/03 19:01 Messaggi: 16342 Residenza: in un sacco di...acqua
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Inviato: 29 Giu 2008 14:15 Oggetto: |
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Gavilan ha scritto: | ioSOLOio ha scritto: | Ma spesso ho avuto impressione che i costi aziendali che vengono visti e valutati sono quelli che si vedono subito, quando occorre "spendere mettendo mano al portafoglio".
Il costo di uno stipendio, anche se il lavoro non è ottimizzato, non viene invece visto allo stesso modo...perchè tanto lo stipendio è pagato lo stesso. |
Me lo spieghi meglio? |
Non voglio naturalmente generalizzare.
Ma ho avuto più volte l'impressione (e anche esperienza diretta) che la proprietà veda come "costo vivo" quello che comporta un esborso di denaro dalle proprie tasche...che so, comprare un nuovo Pc richiede di spendere dei soldi, è un "costo".
Invece un impiegato che non lavora al meglio delle sue potenzialità perchè non adeguatamente formato o perchè non ha i mezzi idonei non viene visto come un costo, cosa che invece è.
E spesso questo costo più "occultato" ripetutto su n lavoratori ha invece una sensibile incidenza economica sull'azienda.
A volte pur di non spendere un cento euro in più non si presta attenzioni a delle piccole cose che però, ripetute quotidianamente e da un numero n di persone, da piccole cose diventano anche significative sotto un profilo economico oltre che di efficienza. |
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ili07 Dio maturo


Registrato: 29/05/07 23:58 Messaggi: 3913
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Inviato: 29 Giu 2008 21:34 Oggetto: |
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ioSOLOio ha scritto: | Gavilan ha scritto: | ioSOLOio ha scritto: | Ma spesso ho avuto impressione che i costi aziendali che vengono visti e valutati sono quelli che si vedono subito, quando occorre "spendere mettendo mano al portafoglio".
Il costo di uno stipendio, anche se il lavoro non è ottimizzato, non viene invece visto allo stesso modo...perchè tanto lo stipendio è pagato lo stesso. |
Me lo spieghi meglio? |
Non voglio naturalmente generalizzare.
Ma ho avuto più volte l'impressione (e anche esperienza diretta) che la proprietà veda come "costo vivo" quello che comporta un esborso di denaro dalle proprie tasche...che so, comprare un nuovo Pc richiede di spendere dei soldi, è un "costo".
Invece un impiegato che non lavora al meglio delle sue potenzialità perchè non adeguatamente formato o perchè non ha i mezzi idonei non viene visto come un costo, cosa che invece è.
E spesso questo costo più "occultato" ripetutto su n lavoratori ha invece una sensibile incidenza economica sull'azienda.
A volte pur di non spendere un cento euro in più non si presta attenzioni a delle piccole cose che però, ripetute quotidianamente e da un numero n di persone, da piccole cose diventano anche significative sotto un profilo economico oltre che di efficienza. |
e torniamo al nodo iniziale...troppa apparenza e nessuna sostanza....
secondo me l'italia ha una potenzialità incredibile dal lato artigianale (che ovviamente sta affondando perchè i costi e la concorrenza asiatica non permettono più di portarla avanti), ma a livello menageriale è davvero scarsa...
siamo rimasti un po' medioevali di mentalità..... |
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Gavilan Moderatore Salotto delle Muse


Registrato: 19/12/06 00:09 Messaggi: 4094 Residenza: l'Universo... che, come disse un mio buon amico (tale H.Rouge), non è meritocratico.
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Inviato: 01 Lug 2008 00:33 Oggetto: |
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Capito e quoto in pieno ioSOLOio: nel mio piccolo, ho avuto anch'io questa impressione.
Invece, a proposito di questo:
ili07 ha scritto: | secondo me l'italia ha una potenzialità incredibile dal lato artigianale (che ovviamente sta affondando perchè i costi e la concorrenza asiatica non permettono più di portarla avanti) |
Io sono ignorante in materia, ma non è un problema "politico"?
Non dovremmo cercare di produrre di più noi e comprare meno dall'Asia?
Anche perché i prodotti - per esempio - cinesi spesso sono di qualità molto inferiore ai nostri...
E non c'entra comunque sempre l'imprenditoria?
L'artigiano non è comunque un piccolo imprenditore?
E non servirebbe un imprenditore o un gruppo di piccoli imprenditori uniti che cerchino di gestire la situazione?
Certo, mi rendo conto che sto sparando un'utopia dietro l'altra... ma se un giorno scoprissimo di essere in molti a pensarla così, potremmo fare davvero qualcosa... o sbaglio?  |
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ili07 Dio maturo


Registrato: 29/05/07 23:58 Messaggi: 3913
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Inviato: 02 Lug 2008 00:39 Oggetto: |
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Gavilan ha scritto: | Capito e quoto in pieno ioSOLOio: nel mio piccolo, ho avuto anch'io questa impressione.
Invece, a proposito di questo:
ili07 ha scritto: | secondo me l'italia ha una potenzialità incredibile dal lato artigianale (che ovviamente sta affondando perchè i costi e la concorrenza asiatica non permettono più di portarla avanti) |
Io sono ignorante in materia, ma non è un problema "politico"?
Non dovremmo cercare di produrre di più noi e comprare meno dall'Asia?
Anche perché i prodotti - per esempio - cinesi spesso sono di qualità molto inferiore ai nostri...
E non c'entra comunque sempre l'imprenditoria?
L'artigiano non è comunque un piccolo imprenditore?
E non servirebbe un imprenditore o un gruppo di piccoli imprenditori uniti che cerchino di gestire la situazione?
Certo, mi rendo conto che sto sparando un'utopia dietro l'altra... ma se un giorno scoprissimo di essere in molti a pensarla così, potremmo fare davvero qualcosa... o sbaglio?  |
quello che intendevo dire è che a mio avviso l'italiano è più bravo a creare che non a organizzare...
mi pare che la mentalità menageriale moderna sia più ausilio dei sistemi di common law (america, gran bretagna) e di alcuni centri urbani del nord europa.....nonchè ovviamente dei paesi asiatici più civilizzati.....
la nostra mentalità è ancora troppo legata alla tradizione......e poco alla modernità...
facciamo anche molta fatica a rivedere il metodo e ad adeguarci alle nuove idee....mentre in altri paesi sono molto più flessibili e attenti al lato organizzativo perchè lo vedono esso stesso come un "mezzo economico" di crescita
per noi invece sembra quasi che i parametri organizzativi siano un "bene accessorio" da non dover tenere più di tanto in considerazione, servendo solo "la forza lavoro" e il capitale
e poi dopo si finisce che le aziende non sono brave a gestirsi e tagliano personale..
insomma, quello su cui si è maggiormente investito finisce ad essere quello che più risente di una mentalità troppo legata alle proprie tradizioni...
ps:sul discorso prodotti cinesi di qualità inferiore permettimi di dissentire
anche perchè altrimenti non si spiegherebbe come mai Gucci e soci si facciano fare i propri articoli di pelletteria proprio da laboratori cinesi
se ne parlò molto bene in questa puntata di Report |
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Gavilan Moderatore Salotto delle Muse


Registrato: 19/12/06 00:09 Messaggi: 4094 Residenza: l'Universo... che, come disse un mio buon amico (tale H.Rouge), non è meritocratico.
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Inviato: 02 Lug 2008 14:58 Oggetto: |
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ili07 ha scritto: | quello che intendevo dire è che a mio avviso l'italiano è più bravo a creare che non a organizzare...
mi pare che la mentalità menageriale moderna sia più ausilio dei sistemi di common law (america, gran bretagna) e di alcuni centri urbani del nord europa.....nonchè ovviamente dei paesi asiatici più civilizzati.....
la nostra mentalità è ancora troppo legata alla tradizione......e poco alla modernità...
facciamo anche molta fatica a rivedere il metodo e ad adeguarci alle nuove idee....mentre in altri paesi sono molto più flessibili e attenti al lato organizzativo perchè lo vedono esso stesso come un "mezzo economico" di crescita
per noi invece sembra quasi che i parametri organizzativi siano un "bene accessorio" da non dover tenere più di tanto in considerazione, servendo solo "la forza lavoro" e il capitale
e poi dopo si finisce che le aziende non sono brave a gestirsi e tagliano personale..
insomma, quello su cui si è maggiormente investito finisce ad essere quello che più risente di una mentalità troppo legata alle proprie tradizioni... |
Mhhh sì ok, forse hai ragione.
E io, come ho detto, sono troppo utopista.
ili07 ha scritto: | ps:sul discorso prodotti cinesi di qualità inferiore permettimi di dissentire
anche perchè altrimenti non si spiegherebbe come mai Gucci e soci si facciano fare i propri articoli di pelletteria proprio da laboratori cinesi
se ne parlò molto bene in questa puntata di Report |
Questa non la sapevo, mi riferivo a quei prodotti - tipo vestiti i giocattoli - che sono effettivamente di bassa qualità, ma vendono tanto perché hanno un prezzo basso. E lì secondo me la politica c'entra...
Adesso vado a leggermi la puntata che mi hai linkato, grazie. |
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ioSOLOio Amministratore


Registrato: 12/09/03 19:01 Messaggi: 16342 Residenza: in un sacco di...acqua
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Inviato: 04 Lug 2008 15:37 Oggetto: |
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Gavilan ha scritto: |
ili07 ha scritto: | ps:sul discorso prodotti cinesi di qualità inferiore permettimi di dissentire
anche perchè altrimenti non si spiegherebbe come mai Gucci e soci si facciano fare i propri articoli di pelletteria proprio da laboratori cinesi
se ne parlò molto bene in questa puntata di Report |
Questa non la sapevo, mi riferivo a quei prodotti - tipo vestiti i giocattoli - che sono effettivamente di bassa qualità, ma vendono tanto perché hanno un prezzo basso. E lì secondo me la politica c'entra...
Adesso vado a leggermi la puntata che mi hai linkato, grazie. |
la storia che le capacità di produrre qualità dei cinesi siano inferiori e buone solo per i mercatini sono una bella balla.
Sono miliardi di persone e hanno ingenti capitali.
Possono far impallidire chiunque sotto il profilo qualitativo e tecnologico.
Dove ancora non sono arrivati, è questione di tempo, avendo i soldi e la voglia occorre solo un po' di tempo.
Certo, il prodotto a costo irrisorio venduto sulla bancarella spesso è modesto...ma viene comprato per quel che è...un capo o un oggetto che costa quasi nulla e che se dura poco avrà comunque fatto il suo uso.
Certo, ora come ora, non smerciano ancora su vasta scala prodotti di qualità perchè il marketing è contro...per ora.
Per cui si limitano a produrre per tutte le grandi case della moda, dalle scarpe ai vestiti, alle borse.
Ma questo è un problema di legge...se vuoi apporci Made in Italy allora la devi produrre in Italia e stop. Come fa Barba, Cucinelli, Marinella e anche altri.
Altrimenti metti pure il tuo logo griffato ma niente sigla "made in Italy".
Esattamente come le SPAM, dove appare chiaro che non sono "made in Usa" ! |
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ili07 Dio maturo


Registrato: 29/05/07 23:58 Messaggi: 3913
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Inviato: 04 Lug 2008 16:37 Oggetto: |
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ioSOLOio ha scritto: | Gavilan ha scritto: |
ili07 ha scritto: | ps:sul discorso prodotti cinesi di qualità inferiore permettimi di dissentire
anche perchè altrimenti non si spiegherebbe come mai Gucci e soci si facciano fare i propri articoli di pelletteria proprio da laboratori cinesi
se ne parlò molto bene in questa puntata di Report |
Questa non la sapevo, mi riferivo a quei prodotti - tipo vestiti i giocattoli - che sono effettivamente di bassa qualità, ma vendono tanto perché hanno un prezzo basso. E lì secondo me la politica c'entra...
Adesso vado a leggermi la puntata che mi hai linkato, grazie. |
la storia che le capacità di produrre qualità dei cinesi siano inferiori e buone solo per i mercatini sono una bella balla.
Sono miliardi di persone e hanno ingenti capitali.
Possono far impallidire chiunque sotto il profilo qualitativo e tecnologico.
Dove ancora non sono arrivati, è questione di tempo, avendo i soldi e la voglia occorre solo un po' di tempo.
Certo, il prodotto a costo irrisorio venduto sulla bancarella spesso è modesto...ma viene comprato per quel che è...un capo o un oggetto che costa quasi nulla e che se dura poco avrà comunque fatto il suo uso.
Certo, ora come ora, non smerciano ancora su vasta scala prodotti di qualità perchè il marketing è contro...per ora.
Per cui si limitano a produrre per tutte le grandi case della moda, dalle scarpe ai vestiti, alle borse.
Ma questo è un problema di legge...se vuoi apporci Made in Italy allora la devi produrre in Italia e stop. Come fa Barba, Cucinelli, Marinella e anche altri.
Altrimenti metti pure il tuo logo griffato ma niente sigla "made in Italy".
Esattamente come le SPAM, dove appare chiaro che non sono "made in Usa" ! |
ti quoto in pieno!!!!
e anche se stiamo andando nuovamente un po' OT, vorrei aggiungere...
i cinesi hanno una manualità artigianale stupefacente....
non è vero che sono bravi solo a fare robaccia....
confezionano borse di marchi come "Bottega Veneta" (estrapolo sempre dalla puntata di Report quindi nessuno potrà contestare quello che è stato legittimamente filmato e provato), che poi sul mercato vengono rivendute fino a 1500 euro e anche più...
e le confezionano in un arco temporale che è mediamente la metà di quanto ci mette qualsiasi altro artigiano (non solo italiano)
e stiamo parlando di borse che passano un "controllo qualità"
e non parliamo poi delle tomaie delle scarpe di lusso di prestigiose marche francesi ma sopratutto italiane!!!
che poi la borsetta contraffatta (quella fatta un po' così che si vede pure che è finta) comprata dal marocchino si rompa dopo non tanti mesi non significa nulla:
1 perchè comunque viene confezionata per quel che deve essere...una borsetta da poco
2 perchè i materiali sono comunque scadenti
3 .....emh...non crediate che una borsa di marca duri tanto di più ...e qui mi fermo....
unica nota stonata della questione:le grandi marche stanno sparando sul mucchio a suon di denuncie per la vendita delle contraffazioni (tutti avrete letto della richiesta milionaria al sito di aste E-bay), ma ovviamente se ne fregano del fatto che chi gli confeziona le loro borsine e articoli vari fa turni da 14 ore e dorme e mangia in dei rifugi ricavati nelle pareti di carton gesso delle fabbriche stesse....che viene sfruttato e 9 volte su 10 è un clandestino irregolare senza documenti e sottosposto ad una sorta di schiavizzazione....
verrebbe da chiedersi perchè i marocchini vengano inseguiti per tutte le spiagge della riviera da zelanti vigili in tenuta da corsa pronti a confiscare il materiale (chissà dove va finire poi ), ma le aziende possano permettersi di non fare un controllo sui propri operai subappaltati....e nessuno le multa!!!!!!!!!!
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Il resto della discussione sull'artigianato cinese è stato spostato qua |
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